Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh è stato uno dei film protagonisti della passata stagione degli Oscar. Nonostante le zero statuette ricevute su ben nove candidature, l’apprezzamento da parte di critica e pubblico non è mai stato messo in discussione, benché il film in questione non abbia una struttura narrativa particolarmente di stampo popolare. Pensandoci, in effetti, la trama de Gli spiriti dell’isola si può riassumere in una riga: due carissimi amici da un giorno all’altro non si parlano più perché uno dei due ha deciso che l’altro è noioso. 

Il trailer de Gli spiriti dell’isola disponibile su Disney +

Tra Beckett e Dostoevskij

Suona strano costruire un intero lungometraggio su questa premessa, ma McDonagh sceglie intelligentemente di affacciarsi verso il teatro dell’assurdo del suo connazionale Samuel Beckett (entrambi irlandesi). L’isola immaginaria di Inisherin funge perfettamente da palcoscenico per lo scontro tra i due amici, che rappresentano l’idiozia dell’essere umano. Siamo nel 1923 durante la Guerra irlandese e sullo sfondo della vicenda riecheggia l’eco delle bombe e i tumulti interiori che lascia dentro i personaggi. Il conflitto bellico si specchia con quello di Colm e Pádraic, espandendosi poi a macchia d’olio verso tutta la comunità.

Ci sono due dettagli de Gli spiriti dell’isola che delineano sagacemente questo concetto: però attenzione, seguono spoiler!

Pádraic ha come animale domestico un’asinella (Jenny) che lo accompagna in ogni dove. L’asino all’interno della storia del cinema è spesso associato simbolicamente alla bontà, all’innocenza. Uno degli esempi emblematici è rappresentato dal capolavoro di Robert Bresson Au Hasard Balthazar, film che riprende la parabola del principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij mettendo alla berlina il male atavico dell’essere umano. Dall’altra parte, invece, Colm esorta il suo ex amico a non parlargli più, minacciandolo di tagliarsi un dito ad ogni parola pronunciata verso di lui.

Pádraic e Jenny

Com’è facile intuire le cose precipitano arrivando al punto di non ritorno quando Jenny muore mangiando un dito mozzato di Colm. Una scelta narrativa, quest’ultima, che esplicita ancor di più l’anima anti bellica de Gli spiriti dell’isola in quanto l’asino (simbolo di bontà) muore mangiando il dito mozzato, raffigurazione a sua volta del male dell’uomo.

Perdita dell’innocenza

Dopo questo avvenimento infatti Pádraic brucerà la casa di Colm, perdendo completamente quell’innocenza per cui era conosciuto in tutta Inisherin.

Un film che diventa fenomenologia della guerra sempre in bilico tra umorismo nero e il dramma più struggente, dove il verde dei prati irlandesi non trova nessuna speranza nei suoi abitanti, ma solo desolazione e solitudine.

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