Il Verona di questa stagione è davvero una grande squadra. Lo ha dimostrato con le vittorie sofferte, con le rimonte impossibili e, contro l’Atalanta, anche nella sconfitta. Contro i bergamaschi il Verona ha fatto il suo gioco, ha spinto sulle fasce, ha rischiato nell’uno contro uno e ha messo davvero tanta paura a una provinciale che è sempre più big. 

La mentalità guerriera dei ragazzi di Tudor è figlia di un allenatore che, di fronte a una macchina da goal come l’Atalanta di Gasperini, e in una situazione di piena emergenza infortuni, scende in campo con il tridente inedito formato da Simeone, sempre più goleador, Caprari, vicinissimo al riscatto, e un Lasagna che sembra sulla buona strada per trovare un ruolo importante. Pura personalità combattente. 

Crampi e applausi per la difesa gialloblù

Fortunatamente le assenze di Gunter e Dawidowicz sono state coperte da un Magnani in grande condizione che si merita davvero gli applausi. Dopo una prima parte di stagione passata da seconda scelta, si è fatto trovare prontissimo e, in una partita, ha saputo tenere a bada due campioni estremamente diversi tra loro come Muriel e Zapata.

Anche Casale, dopo una prova disastrosa a Venezia, contro l’Atalanta ha dimostrato di sapersi muovere benissimo anche sulla fascia di destra, dialogando alla grande con Faraoni e riuscendo, con fatica, anche a tenere sull’impressionante Zapata nel finale.

Il gioco di Tudor, però, richiede alle retrovie della squadra un superlavoro, e molto spesso è necessario sostituire i difensori a partita in corso. Contro l’Atalanta i tre dietro del Verona hanno fatto una partita di sostanza e attenzione, ma sia Magnani che Ceccherini sono usciti coi crampi e hanno costretto il mister a buttare nella mischia l’ancora acerbo Cancellieri. È evidente che Tudor dovrà inventarsi qualcosa per far fronte all’emergenza del reparto arretrato, almeno fino a gennaio. 

Centrocampo, un’altra bocciatura per Ilic

La prova dei centrocampisti del Verona contro l’Atalanta è stata in chiaroscuro. Da una parte Tameze, con la sua forza e i suoi inserimenti, si sta confermando sempre più un giocatore fondamentale per il gioco di Tudor. Dall’altra Ilic ha fornito un’altra prova incolore, limitandosi al compitino davanti e senza la giusta aggressività dietro. Sua la responsabilità del primo gol dell’Atalanta, con una copertura su Pezzella davvero troppo morbida che ha consentito al centrocampista atalantino di servire Miranchuk.  

Purtroppo per lui e per l’Hellas, il giovane serbo è sempre più al centro di un dilemma: da una parte gli equilibri di campo, dall’altra la programmazione societaria. Ilic è stato uno dei più grossi acquisti del Verona di Setti, che ha scommesso sul talento del regista e l’ha messo al centro del progetto. Quest’anno, però, Ilic ha fatto vedere il suo valore col contagocce, e sempre più spesso Tudor si trova costretto a sostituirlo con capitan Veloso. Quanto potrà continuare il credito incondizionato al centrocampista a fronte di prove così opache? 

Una sconfitta che regala ottimismo

L’Atalanta è forse la miglior squadra passata dal Bentegodi. L’ipotesi che i bergamaschi potessero essere stanchi dopo la sfida europea di giovedì si è rivelata solo un’illusione. Gasperini ha mostrato di saper gestire alla grande una panchina davvero invidiabile, con Zapata, Ilicic e Pessina a sostituire le prime scelte del Gasp.

Di fronte a una seria concorrente per la corsa scudetto, il Verona ha saputo fare la partita per tutto il primo tempo, ha risposto colpo su colpo agli attacchi dell’Atalanta ed è caduto solo per una deviazione sfortunata, nel momento di massima pressione dei bergamaschi. 

Il pareggio sarebbe stato sicuramente un risultato più giusto per ciò che si è visto in campo, ma il Verona oggi ha perso contro una squadra nettamente più forte, e l’ha fatto a testa altissima. 

Il sapore della sconfitta è sempre amaro, è banale dirlo, ma questa battuta d’arresto – la prima della gestione Tudor tra le mura amiche – regala al Verona la certezza sempre più solida di potersela giocare con tutti.

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