Il Verona di questo inizio campionato è un cantiere aperto, Tudor ha preso in mano la squadra solo quattro giornate fa – anche se sembra un’eternità – e in poche settimane sembra aver ritrovato una direzione per la squadra, rivitalizzando l’attacco e iniziando addirittura a valorizzare qualche giovane. 

Al di là dei risultati, però, è evidente come i lavori siano appena cominciati, e che il mister, dopo la raffica di partite affrontate appena arrivato, stia ora cercando di strutturare la squadra e di oliare i suoi automatismi.

Se l’attacco si è dimostrato subito reattivo, e ha risposto in modo sorprendente agli stimoli di Tudor, il centrocampo si sta rivelando la vera gatta da pelare di questo inizio stagione, tra infortuni, scelte limitatissime e qualche delusione. 

Nessun dubbio sugli esterni

Partiamo dalle certezze: se la formazione domenicale del Verona ha in serbo delle sorprese, queste di certo non sono sugli esterni. Le fasce sono proprietà di Faraoni, sempre più capitano, e Lazovic, irrinunciabile a sinistra. Quinti di difesa o esterni di centrocampo poco importa, il 5 e l’8 sono una garanzia dietro e una spinta costante davanti, assolutamente fondamentali. 

Proprio qui sta il primo problema per Tudor: Faraoni e Lazovic, oltre che irrinunciabili, sono insostituibili. Con Frabotta e Ruegg ancora fermi ai box, non c’è nessun altro in squadra in grado di coprire le due fasi come loro, e il mister l’ha capito al volo, iniziando subito a cercare alternative. Nelle ultime partite, infatti, a sostituire gli esterni sono entrati giocatori ben più difensivi: Cetin, Magnani e Sutalo. 

Gli esperimenti di Tudor

Al contrario delle corsie esterne, i due slot disponibili in mezzo sono stati, nelle ultime uscite, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. Il punto di riferimento è sempre Ilic, regista su cui si la società ripone enormi aspettative per il futuro, ma vicino a lui si sono avvicendati tutti gli altri centrocampisti a disposizione: Bessa, Tameze e Hongla.

Con il brasiliano la coppia di mediani diventa estremamente tecnica e propositiva in fase di possesso, ma, per quanto generosi nel rientrare, i due non hanno dato l’impressione di fornire una copertura adeguata ai difensori, concedendo numerosi uno contro uno al povero Gunter.

Con Hongla, almeno sulla carta, il centrocampo è più equilibrato: la presenza più fisica del camerunense dovrebbe liberare il giovane regista da parte dei compiti difensivi, garantendo copertura nelle frequenti sortite in avanti di Ilic. Sulla carta, appunto. Purtroppo Hongla non è ancora riuscito a mostrare le sue abilità e i suoi errori individuali sono costati punti preziosi al Verona.

In ultimo Tameze, visto con Ilic nell’ottimo primo tempo di Genova, sembra essere la sintesi migliore tra qualità e muscoli, con buone doti da incontrista e personalità nel proporsi in avanti quando si aprono gli spazi.

Infortuni e recuperi, con un occhio a gennaio

I grattacapi di Tudor, purtroppo, non finiscono qui: nell’ultima partita sia Ilic che Faraoni sono usciti dal campo acciaccati, e, se per l’esterno l’allarme sembra rientrato, il regista potrebbe non essere disponibile per la sfida di San Siro contro il Milan, costringendo il mister a disegnare l’ennesima versione di un centrocampo sempre più sperimentale

Le alternative di Tudor non sono molte, e saranno importantissimi i recuperi degli infortunati – primo fra tutti Veloso – prima ancora di pensare ad eventuali ritocchi che potrebbero arrivare in un mercato di gennaio che, una volta tanto, potrebbe essere davvero di riparazione. 

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