«Perdi solo quando ti arrendi»

La prima cosa che colpisce quando prendi in mano il libro Randagio di Fulvio Valbusa e Serena Marchi è questa frase, riportata nella parte dietro del libro, al centro della copertina posteriore.

Ti cade l’occhio proprio lì e sarà sempre lì che volgerà la tua mente al termine del libro perché ti rendi conto che il senso di tutto ciò che hai letto sta in quelle cinque parole.

La storia, che ci viene narrata, è il percorso di vita tortuoso di un grande campione olimpico di fondo.

Fulvio Valbusa si racconta alla giornalista e scrittrice Serena Marchi in tutte le sue sfaccettature emozionali e in tutti quei momenti della sua esistenza che hanno segnato profondamente il suo cammino come sportivo e come uomo.

Gli autori del libro

Fulvio Valbusa, nato a Boscochiesanuova, è stato pluripremiato a livello nazionale, europeo e mondiale.

Oggi è carabiniere forestale e telecronista per l’emittente televisiva “Eurosport – Gruppo Discovery Channel”.

Mentre Serena Marchi, nata a Vallese di Oppeano, è una giornalista , ghost writer e autrice di libri. Al suo attivo ha i romanazi, pubblicati da Fandango libri, Madri comunque (2015), Mio tuo suo loro (2017), e Pink Tank (2019).

La trama del libro

Randagio è un libro autobiografico che ripercorre la vita di Fulvio Valbusa partendo dalla sua infanzia fino ad arrivare ai giorni nostri.

Serena Marchi apre il racconto descrivendo lo sgomento emotivo che ha turbato la gioventù di Valbusa per la morte del fratello gemello Silvio, ancora adolescente.

Una vicenda che l’ha colpito nel vivo e che ha segnato inesorabilmente il suo cammino.

Questo evento sarà un varco determinante per decidere di intraprendere la strada agonistica: un modo per salvarsi dal dolore e al contempo una sorta di rivincita sulla vita.

Il percorso intrapreso dal campione olimpico

Una vita fatta di enormi sacrifici quella di Valbusa poiché nato in un piccolo paese e da una famiglia umile.

Valbusa con disciplina e sacrificio riuscirà ad ottenere una preparazione sportiva eccellente: lavorerà in una macelleria al mattino e il pomeriggio si impegnerà in estenuanti allenamenti.

«La fatica non è niente, in confronto della morte»

Saranno proprio queste parole che Fulvio Valbusa ripeterà continuamente nella sua mente durante le numerose gare sostenute, per arrivare alla fine di ogni competizione trasformando il dolore della perdita del fratello in determinazione e coraggio.

L’Italia intera assisterà all’ascesa del futuro campione: nei campionati italiani, ai mondiali, fino alla vittoria olimpica a Torino 2006 con la medaglia d’oro nella storica staffetta, entrata nel novero di una delle gare indimenticabili per lo sport Italiano.

Una nuova vita oltre lo sport

Dopo la grande vittoria Fulvio Valbusa lascia lo scii dedicandosi alla professione di Guardia forestale nelle sue valli natie di Boscochiesanuova.

Si snoderanno vicende personali difficili che il protagonista riuscirà ad affrontare e risolvere con la determinazione che lo contraddistingue.

Il suo nuovo ruolo gli regalerà una entusiasmante sfida: seguire in prima persona la ricomparsa dei lupi in Lessinia.

L’incontro con i lupi sarà prezioso e magico per l’ex campione ridonando un denso significato alla sua esistenza.

«Per un istante, il lupo pare illuminarsi. Forse curiosità, forse paura. Non è un bagliore, nulla di evidente, solo una brevissima scintilla. Non so quanto rimaniamo così, a guardarci a vicenda ma in quel tempo capisco che, quando credi di non meritarti più niente, ci pensa alla vita a regalarti sorprese.»

Fulvio Valbusa nella sua Lessinia

Il profilo emotivo del campione

Spogliarsi dagli abiti da campione sportivo e consegnare al pubblico la propria vita, soprattutto sotto il profilo emotivo, non è un’impresa facile.

Grazie alla narrazione di Serena Marchi, Valbusa descrive gli eventi segnanti del proprio cammino senza perdersi in troppi orpelli ma arrivando sempre al dunque di ogni avvenimento vissuto, delineando l’essenziale, che rappresenta anche parte integrante del suo essere, della sua personalità.

Il lettore si trova davanti ad un uomo, oltre che uno sportivo.

Un uomo libero e vero, un uomo fuori dagli schemi da essere considerato quasi una figura scomoda, ribelle, difficile eppure tremendamente onesta con se stessa in primis e nei confronti del prossimo, senza timore delle conseguenze.

Serena Marchi ci descrive in modo diretto e schietto una storia di sofferenza che il protagonista ha plasmato in una carica di vigore, fermezza ed energia tanto intensa da spazzare via ogni momento difficile per dare spazio alla vita.

Una autobiografia davvero edificante che insegna quanto sia importante, nel proprio cammino esistenziale, trovare la capacità di rialzarsi dopo una caduta e ricominciare, sempre.

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