«Un museo diffuso, tra risorse naturali, culturali, produttive e storiche». A definire così il progetto Storie del Baldo, presentato lo scorso sabato in Villa Nichesola a Caprino, Paolo Dagazzini, responsabile dell’area progetti di Mag Verona. «Questa non è una semplice alleanza commerciale, sotto l’egida del Marchio del Baldo, bensì un lavoro di squadra per diventare consapevoli delle potenzialità di questo territorio nel creare non solo sviluppo economico ma anche sociale».

Il progetto ha coinvolto 10 botteghe storiche e 9 tra imprese ed enti locali, allo scopo di sviluppare un percorso di valorizzazione del territorio seguendo una linea sostenibile, con il sostegno di AIV Formazione, ente capofila, Mag Verona, Università di Verona, Associazione Marchio del Baldo e il Consorzio di tutela del Chiaretto e Bardolino.

La collaborazione tra pubblico e privato, in un’ottica di sviluppo, risulta fondamentale, ancor di più un approccio più snello verso le attività del territorio. In questo senso, ha dichiarato la ricercatrice per l’Università di Verona Simonetta Patanè «il rapporto con la pubblica amministrazione chiede alle imprese di portare sviluppo, ma non si accorge di queste realtà che mirano alla valorizzazione a lungo termine. È quindi importante che gli amministratori scelgano quale tipo di economia sostenere, a fronte di una predominanza di agricoltura intensiva, centri commerciali e turismo di massa nel vicino lago di Garda».

Davanti a Villa Nichesola, sede dell’Unione Montana Baldo-Garda a Caprino, le bandiere delle botteghe storiche coinvolte nel progetto “Storie dal Baldo”.

A dare sostegno al progetto ha contribuito lo studio condotto da Veronica Polin, del Dipartimento di scienze economiche dell’Università di Verona, che ha esposto i risultati della ricerca condotta tra le realtà coinvolte. «Non esiste ancora un modello consolidato economico alternativo a quello attuale. Conta quindi analizzare la transizione tra un sistema noto e le innovazioni in corso, per vedere cosa funziona e cosa no», ha dichiarato, sottolineando il ruolo fondamentale delle giovani generazioni che subentrano nelle attività familiari, spesso apportando competenze e una visione ampia per la crescita del progetto d’impresa.

Maurizio Castellani, presidente dell’Unione Montana Baldo-Garda, durante la presentazione del progetto Storie dal Baldo. Accanto le ricercatrici dell’Università di Verona Simonetta Patanè e Veronica Polin.

Non solo sostenibilità, ma anche professionalità: per Natascia Lorenzi, presidente dell’Associazione Marchio del Baldo, infatti, «Non conta solo il prodotto locale, la sua qualità e unicità, ma anche il punto di vista del turista insieme a quello di chi il territorio lo vive. Rispetto ai modelli turistici dal grande impatto, questo comprensorio deve preservare la qualità della vita per chi in esso lavora e per chi vuole trascorrere tempo di qualità. Anche questi sono elementi che costituiscono la nostra identità. Forse stride con le regole economiche di base, ma è fondamentale comprenderlo per non sradicare l’identità che abbiamo raggiunto adesso».

L’alleanza tra i protagonisti di questo progetto si esplica anche in un nuovo strumento burocratico, un accordo di sussidiarietà, in via di sottoscrizione tra l’Unione Montana, Mag Verona, L’Associazione Marchio del Baldo e il Consorzio di tutela del Chiaretto e Bardolino, e che diventa per il territorio un acceleratore per la collaborazione tra pubblico e privato.

«Siamo all’inizio di un percorso, è stata costruita una filiera ma dovremo alleggerire la burocrazia – ha evidenziato Maurizio Castellani, presidente dell’Unione Montana Baldo-Garda -. Il dialogo tra pubblico e privato a volte è fatto di ostacoli, anche questo percorso fatto evidenzia che ci si deve avvicinare di più, per dare snellezza alle iniziative del territorio».

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