Dopo il grande successo del suo precedente romanzo, Io resto qui, Marco Balzano è tornato in libreria, a marzo 2021, con una storia toccante e intensa in cui al centro del racconto emerge una questione molto delicata: l’emigrazione femminile. Questo è il tema centrale di Quando tornerò (Einaudi Editore, 2021), che sarà presentato in provincia di Verona il prossimo 23 ottobre all’interno della rassegna Parole Amiche, ospitata dal Comune di San Giovanni Lupatoto.

Lo scrittore Marco Balzano, foto CC BY-SA 4.0.

Il primo romanzo pubblicato di Balzano risale al 2010 (Il figlio del figlio, ed. Avagliano) e ottiene il premio Opera prima al Premio letterario Corrado Alvaro. Anche il libro successivo (Pronti a tutte le partenze, Sellerio, 2013) raccoglie consenso da parte della critica, ma è con L’ultimo arrivato, sempre per l’editore di Palermo, del 2015, che si aggiudica diversi premi – Campiello, Volponi, Biblioteche di Roma, Fenice-Europa -.

Insegnante di lettere in un liceo milanese, Balzano raggiunge un grande riconoscimento da parte dei lettori con Resto qui (Einaudi, 2018): classificatosi secondo al Premio Strega di quell’anno, vince tra gli altri il Premio Elba, il Dolomiti Unesco, il Premio Mario Rigoni Stern e il Bagutta, oltre alla traduzione in Europa, Cina, Usa, Brasile, Egitto, Thailandia.

La trama

Al centro di Quando tornerò c’è la vicenda di una donna dell’est europeo, Daniela, impiegata in una azienda di import-export, che lascia la famiglia e il Paese di origine, la Romania, a causa di gravi difficoltà economiche.

Trasferitasi in Italia a fare la badante, a muovere Daniela è la ricerca di una stabilità economica per dare un futuro ai propri figli e poter farli studiare. Tuttavia questo allontanamento improvviso scatenerà un forte risentimento da parte dei figli che, anche se accuditi dai nonni, si sentono abbandonati non comprendendo fino in fondo il gesto della madre.

Una storia femminile comune e difficile

Quando tornerò è un libro che pone l’attenzione sugli aspetti personali dell’immigrazione, in questo caso quella femminile. Sono temi che in pochi indagano, perché per lo più si parla di immigrazione come macro problema senza sviscerare i rapporti umani.

Balzano riesce, attraverso una narrazione sobria, diretta ed essenziale a raccontare tutte le implicazioni emotive che fanno da cornice all’allontanamento di una madre dai propri figli, in ragione di un atto non egoistico ma d’amore.

Il romanzo descrive le difficoltà dei figli nel capire l’agire della figura materna, anche se giustificato da problemi economici, poiché si sentono orfani di affetto e di quotidianità genitoriale.

Un romanzo a tre voci

I protagonisti della vicenda, oltre alla protagonista, sono Manuel, il figlio minore, e la figlia più grande Angelica. Balzano dedica a ciascuno un capitolo in cui delinea le sensazioni dei tre nel vivere questo evento traumatico. In particolare le difficoltà del figlio più piccolo nell’accettare una realtà per lui scioccante.

L’autore si addentra nel trauma emotivo di questo ragazzo che, attraverso complesse vicende personali e scolastiche, esprime chiaramente tale disagio.

Daniela è una figura forte e determinata, capace di compiere un gesto d’amore incondizionato allontanandosi per il bene dei figli, ma soffrendone immensamente e vivendo questa situazione combattuta tra la paura di aver sbagliato e la convinzione di fare ciò che è giusto.

Balzano traccia nel personaggio di Daniela una figura estremamente emancipata, a dispetto di un marito invisibile – del quale l’autore fa solo qualche accenno -, che non riesce a prendere in mano la situazione affogando nell’alcol i propri affanni.

Con Daniela, Balzano mette in evidenza il concetto di affetto e cura, attitudini che nel romanzo giocano un ruolo di legante tra la dimensione privata dei personaggi e il lavoro di assistenza alle persone fragili che la protagonista svolge.

Infine vi è Angelica, la figlia più grande di Daniela, un profilo forte rispetto al fratello, una ragazza arrabbiata e piena di ira verso la madre poiché caricata di responsabilità nei confronti del fratellino più piccolo. Angelica, tuttavia, avrà un’evoluzione e arriverà a comprendere l’allontanamento della madre.

L’amore di una madre

Balzano accompagna chi legge tra le pieghe emotive di una storia credibile strutturando, al contempo, ampi spazi di riflessione su una tematica trascurata quale è l’immigrazione femminile.

L’autore conclude il libro con una nota esplicativa in cui parla degli studi e delle ricerche intrapresi per realizzare questo romanzo, tra cui un viaggio in Romania in cui ha incontrato alcuni figli di badanti trasferitesi in Italia per lavoro.

«Una storia prima di raccontarla bisogna saperla ascoltare: le parole di quelle donne, di quei bambini, e di quei ragazzi sono il seme da cui è nato questo libro. Scriverlo è stato per me un tentativo di risarcimento.». 

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