Le Ville Venete costituiscono uno dei patrimoni storico-artistici e culturali di cui la nostra regione vanta l’esclusiva e varrebbe la pena andare a visitarle. Basterebbe una volta per innamorarsene, perché la loro bellezza rimane per sempre. Parola di Isabella Collalto, figlia del principe Manfredo di Collalto e della principessa Trinidad Castillo de Jura Real. Dal 2019 è presidente dell’Associazione per le Ville Venete che anche quest’anno, per la terza volta, assieme alle venticinque residenze aderenti, partecipa alla Giornata nazionale delle dimore storiche. Durante la giornata di domani 23 maggio, infatti, sarà possibile visitare gratuitamente oltre trecento luoghi storici tra castelli, ville, parchi e giardini sparsi in tutta Italia.

Per verificare le modalità di visita e gli orari, è possibile consultare sia la pagina Facebook dell’AVV sia il sito dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.

Ville e dimore, custodi della cultura italiana

La presidente dell’Associazione per le Ville Venete Isabella Collalto

Un’occasione che sembra essere un segnale di ripresa, che per il settore culturale e artistico è però ancora debole. Una ripartenza che «serve a non farsi trovare impreparati, non possiamo permettercelo», afferma Isabella Collalto, che porta avanti la tradizione di famiglia e dal 2007 gestisce la cantina Conte Collalto, mentre dal 2018 segue un altro patrimonio familiare, il Castello San Salvatore a Susegana, Treviso.

«Le nostre ville, con i loro parchi, gli affreschi, l’architettura, costituiscono un fenomeno turistico importantissimo – sottolinea la presidente dell’Associazione per le Ville Venete -. Favoriscono un turismo cosiddetto esperienziale. Per il visitatore la visita la villa spesso è l’unica ragione per recarsi in quella località, e se oltre ad acquistare il biglietto d’ingresso, può fruire del bookshop, prendere un caffè o un pasto in un ristorante nelle vicinanze, ecco che costituisce un volano economico di un’importanza straordinaria».

Il turismo a casa nostra

Sembra paradossale dirlo, ma la pandemia ci ha in qualche modo costretti a guardarci attorno, e scoprire la bellezza non in una meta lontana, ma proprio dietro casa nostra, a pochi passi dai luoghi che frequentiamo di solito. Ci ha insegnato che l’erba più verde, a volte, non è quella del vicino, ma di casa nostra.

«Vogliamo portare avanti una serie di progetti per attirare non solo il turista locale, ma quello giovane – continua Collalto -. Costruire un turismo didattico con un’impostazione chiara, precisa e puntuale, che mette al servizio dei bambini e anche delle loro famiglie l’esperienza e la professionalità di guide formate. Trovare il modo di far apprezzare a un bambino un affresco non è facile, di fatto può non dirgli nulla. Però quando ci si riesce, allora a casa racconterà un’esperienza che l’ha affascinato, e trascinerà così anche i genitori».

La battaglia per la salvaguardia del bene

La giornata di domani vede insieme l’Associazione Ville Venete e l’Associazione per le dimore storiche italiane, accomunate dalla volontà di salvaguardare e conservare dei beni che, seppur spesso di proprietà privata, sono patrimonio culturale collettivo. E la battaglia per riuscire a ottenere incentivi che possano sostenere, anche economicamente, questo sforzo non è mai vinta. «Ci sono incentivi per cui dovremmo apportare modifiche non applicabili di fatto a una Villa Veneta – chiarisce la presidente dell’AVV Collalto -. Prendiamo, ad esempio, l’Ecobonus. Per beneficiarne dovremmo aumentare di due categorie la classificazione energetica, quindi mettere un cappotto o degli infissi nuovi. Ma non si può mettere un cappotto su un affresco, ad esempio. sono modifiche impraticabili. Serve una normativa specifica, sono beni che necessitano di misure adeguate».

La loggia di villa Ca’ Vendri, a Quinto di Valpantena, aderisce domani alla Giornata nazionale delle dimore storiche. Risalente al Cinquecento, fu costruita da Michele Sammicheli per i Conti Giusti forse sui resti di un tempio romano dedicato a Venere. Foto dalla pagina Facebook Ville Venete – Venezia in terraferma

Di generazione in generazione, per amore

Una dimora storica giunge al proprietario spesso per eredità, quasi fosse parte integrante del proprio dna, e ha una sorte positiva se si mettono in campo tutti gli strumenti necessari per tutelarla. «Trasmettiamo questo patrimonio ai nostri figli non per noi stessi, ma per il bene in sé, affinché continui a essere parte del patrimonio artistico e culturale nel contesto nel quale si inserisce – sottolinea la presidente -. La manutenzione ha dei costi che affrontiamo grazie alle attività che si organizzano. Ai giovani va tramandata anche questa forma di amore, in maniera contagiosa. Avere ragazzi che studiano la storia, l’arte, l’architettura, e che poi investono quanto hanno appreso in attività vere e proprie, aiuta a far crescere la consapevolezza del valore della Villa Veneta e delle dimore storiche».

Per ripartire come Paese e andare avanti bisogna quindi riscoprire la bellezza vicino a noi. «La cultura deve tornare al centro del dibattito della nostra società – conclude Isabella Collalto -. Ha un valore fondamentale, perché può fare tantissimo. Ed è una gioia che apre il cuore».

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