In principio era Verona. La storia di Veronetta è legata a doppio filo a quella della città di cui è parte ma anche, per molti versi, ne è la quintessenza. È qui, sulla sponda sinistra dell’Adige, dove si gettarono le basi di ciò che nei secoli sarebbe stato romano e poi scaligero. Un luogo vicinissimo ma per certi versi lontano da quella Piazza Erbe che è lì, a due passi, oltre il ponte.

Separata fisicamente dal fiume, Veronetta lo è anche nella filosofia di vita, resa tale da una serie di eventi e da una popolazione residente che l’ha modellata e ne ha conferito attributi differenti.

Del percorso di questo luogo dalle potenzialità talvolta incomprese – non dagli austroungarici ed esempio, tra i tanti che l’hanno abitata – o comunque non completamente espresse si è parlato in diretta streaming a “Succede alle 31”. A raccontarne lo stato dell’arte sono stati veronesi d’adozione, com’è in fondo una buona percentuale di chi oggi e storicamente rappresenta la popolazione di Veronetta.

Tra questi Marina Sorina, guida professionista di origine ucraina che conosce queste vie come le sue tasche e quotidianamente ne narra le vicende storiche accompagnando i turisti. «Quando sono arrivata a Verona – racconta Sorina – per un periodo ho abitato in Borgo Trento, che si è rivelato essere una sorta di frigorifero emotivo in cui si è giudicati a seconda del piano del palazzo in cui si vive. Nel mio caso si trattava di un piccolo appartamento collocato in un sottotetto di un edificio costruito negli anni Trenta. Una mansarda originariamente destinata alla servitù. Ho pensato che forse era questo il motivo per cui per i residenti ero invisibile: non mi hanno mai ricambiato un saluto. E dire che oltretutto alcuni inquilini a volte li incrociavo alle manifestazioni della sinistra…»

La scintilla tanto attesa è arrivata. «Trasferirmi a Veronetta è stato un sollievo, anche personale. Qui ho finalmente potuto amare fino in fondo questa città. Non è un quartiere ma un “pianeta” diverso dal resto che mi ha stimolato al punto da rimettermi a scrivere e dedicargli un libro di racconti.» Storie dal pianeta Veronetta è infatti ambientato dalle parti di Via XX Settembre. È stato lo spunto per descrivere, attraverso vicende personali di chi lo abita, l’animo di questa parte di città viva e creativa, tra passato e presente, modernità e antichità, fascino e decadenza. Protagonisti i suoi residenti, di censo, etnia e età trasversali.

La diretta di “Succede alle 31” dedicata a Veronetta

Il quartiere sta vivendo una sorta di rinascita dopo qualche decennio di declino. Un momento favorevole, pre Covid-19, che aveva spinto un paio di anni fa llaria Beltrami, nata in Svizzera e cresciuta in Franciacorta, ad investire qui, tanto da aprire un locale nel cuore del quartiere. Il suo “Lo Speziale” è un posto informale e accogliente che si è proposto come luogo d’aggregazione. «Sono molto legata a Vicolo Lungo, mia prima casa a Verona, pertanto è stato semplice decidere di aprire un’attività da queste parti. Al di là della ristorazione e della cucina etnica, la caratteristica del nostro locale è legata alla volontà di amplificare la cultura in senso ampio. Con mostre e concertini, presentazioni di libri e altre attività vorremmo contribuire a rilanciare un quartiere che talvolta è ingiustamente bistrattato. La crisi innescata dal coronavirus ha penalizzato tutto l’indotto: ci auguriamo possa costituire un’occasione di ulteriore rilancio.»

Veronetta è stata chiamata così in epoca napoleonica dai francesi che avevano assoggettato il centro di Verona e lasciato agli austriaci la rive gauche dell’Adige. Un nomignolo che la parte ad est della città ha fatto proprio, noncurante delle possibili accezioni intese a sminuire il valore. Anzi, oggi potrebbe essere una delle ragioni per trasformarla in un laboratorio sociale, come ha ricordato Elena Guerra, direttrice di Heraldo. «Sarebbe un percorso sicuramente stimolante da intraprendere, in cui però è determinante la volontà di tanti soggetti e delle istituzioni. Qui ha sede l’Università, le associazione culturali e i luoghi d’incontro comunque non mancano e contribuiscono a valorizzare l’intera città. “Veronetta 129” è nata sette anni fa con l’obiettivo di andare oltre gli stereotipi su Verona ma anche del quartiere, attraverso appuntamenti e progetti come “Indovina chi viene a cena” da cui è nato il libro Ricette migranti, che è il frutto di un lavoro di squadra con Alice Silvestri ed Erica Tessaro. Abbiamo voluto scriverlo per parlare delle storie personali di uomini e donne comuni che tracciano, a loro modo, il profilo di un quartiere che cambia rapidamente ed è intergenerazionale per definizione.»

Qui il video completo della puntata “Pianeta Veronetta” di “Succede alle 31”.