Durante ogni situazione di crisi ci si affida, tra gli altri, al ruolo e alle idee degli economisti, chiamati ad offrire possibili soluzioni. Molto spesso si discute di reddito, di denaro, di capacità di spesa, trascurando che la ricchezza sia solamente una delle componenti della felicità. Ne abbiamo parlato con Luciano Canova, professore di Economia Comportamentale alla Scuola Enrico Mattei e scrittore, che è stato protagonista della diretta Succede alle 31 di oggi.

Autore del libro Il metro della felicità, Luciano Canova ci ha introdotto nell’affascinante mondo dell’economia comportamentale, disciplina che studia le decisioni economiche indagando con metodo sperimentale come le persone agiscano in condizioni di incertezza.
Nel suo testo Canova parla di felicità, una parola non facilmente inquadrabile, tante sono le possibili definizioni che ognuno potrebbe darne a pieno diritto, ma soprattutto un termine che, erroneamente e con frequenza, viene accostato esclusivamente al denaro. Chi si occupa di felicità, ci suggerisce Canova, non può avere un approccio unidimensionale misurando solamente la ricchezza, ma deve porsi in una logica più ampia indagando come agiscono le persone e che percezione di felicità abbiano nei vari contesti.
È difficile parlare di felicità di questi tempi in cui l’epidemia e la conseguente crisi delle imprese e del lavoro stanno condizionando la società, ma è proprio in queste congiunture che si ha prova che il concetto di felicità sia multidimensionale.

Luciano Canova

Il World Happiness Report, progetto di ricerca che l’Onu porta avanti dal 2012, prova a darci una chiave di lettura in tal senso. Tale studio infatti si basa sull’introduzione di diverse determinanti della felicità. Se essa viene immaginata come un fiore, sono sei i petali che la compongono. Le prime due sono quasi scontate e intuitive, denaro e salute, che oggi possiamo facilmente abbinare alle principali emergenze emerse con il Covid-19. Attorno ad esse però il progetto di ricerca ne individua altre a contorno, ma non di trascurabile rilevanza: la percezione individuale di libertà, ne abbiamo avuto esperienza diretta con il lockdown, l’assenza di corruzione, intesa come la sensazione che le regole valgano per tutti nella comunità di riferimento, la generosità a dimostrazione che le persone sono significativamente più felici quando spendono del denaro per gli altri, e il capitale sociale/fiducia. Quest’ultima componente, estremamente importante specie nelle fasi di crisi come questa, caratteristica peculiare e intrinseca di tutte le società scandinave, esprime quanto le persone sentano di essere inseriti in una rete di supporto sociale, e su quante persone possano davvero contare.

Proseguendo nella conversazione con Luciano Canova si è evidentemente fatto riferimento anche al contesto attuale, in cui le persone stanno manifestando una resilienza significativa, pur avendo dovuto reagire senza preavviso. Non solo gli individui hanno mostrato buon adattamento al mutare delle condizioni circostanti, ma anche le istituzioni, a partire dall’Unione Europea che in queste settimane si è mossa in modo incredibilmente rapido verso direzioni che mai aveva intrapreso prima. In questo senso si può affermare che la crisi sia anche un’opportunità di cambiamento. il sistema su cui è basata la nostra società globalizzata – che proprio oggi scopre che mancava di alcuni pezzi, i vincoli, quello di natura ambientale su tutti, – può evolversi partendo proprio dalla volontà di perseguire la felicità degli individui. Sicuramente non può derogare al principio della contaminazione, dello spostamento delle persone, da cui sono nate sempre le migliori idee e innovazioni e che anche in questa fase storica saranno imprescindibili componenti per garantire sviluppo. Così come non potrà derogare al principio secondo cui ogni individuo deve potersi sentire parte di un determinato ambiente e non in opposizione allo stesso.

Come garantire, partendo dal contesto attuale, un futuro volto alla felicità è uno degli ultimi temi affrontati. Riprendendo un pensiero iniziale, Luciano Canova pone l’attenzione sul ruolo delle Istituzioni europee, che dovranno essere sempre più concretamente comunitarie, così come stanno manifestandosi in queste ultime settimane. Occorre quindi muoversi verso una cittadinanza europea, una casa comune in cui appunto ogni cittadino possa sentirsi in armonia con il contesto e con il dovuto supporto sociale. Tra le possibili azioni concrete occorre citare l’annullamento delle differenze di trattamento fiscale presenti nei vari Stati Membri, ma anche l’incentivazione di una spiccata cultura della sostenibilità che venga condivisa da tutti – chiaro riferimento al livello di indebitamento italiano, alimentatosi ben prima del Covid-19-.

Prima di salutarci con Luciano Canova, sono state citate altre sue due opere letterarie. Il primo, Galileo Reloaded, biografia pop e poco rigorosa del padre della comunicazione scientifica Galileo Galilei, è stata l’occasione per rivalutare i criteri di corretta comunicazione contro le fake news. Il secondo, dal titolo Quando l’oceano s’arrabbia, in uscita il prossimo 4 giugno, vede come protagonista la figura di John Maynard Keynes, padre della macroeconomia e capace di teorizzare un nuovo stravolgente modello economico in tempi assai bui.
Una mente di cui forse oggi avremmo disperato bisogno.