C’è una ragione per tutto al mondo. E in questo caso la ragione è il mondo stesso. L’uomo è barricato in casa, rinchiuso in quelle pareti che sono le prigioni dove sta espiando le sue pene. Non ha altra difesa l’uomo, mai così debole e inerme, se non la clausura dell’autocondanna agli arresti domiciliari. E allora dimmi, dov’è mai finita la tua tracotante prepotenza, caro uomo? Fuori, la natura canta la sua libertà, germoglia e fiorisce in allegria, si colora di felicità nel far le pulizie senza l’ingombrante presenza del suo invasore. E tu ti scopri piccolo piccolo. Un ometto, sei diventato. Perché questo, ora sei. Stai alla finestra, vedi ma non tocchi. Piagnucoli perchè in gabbia ora ci stai tu.

Va così e due domande in coscienza dovresti anche portele, e lo sai bene, se non fosse che poi non reggeresti al versare delle lacrime di coccodrillo. Perché un piantino, in fondo potresti anche farlo, solo al pensiero di ciò che hai combinato. In nome del vil denaro e del tuo egoistico benessere, il mondo l’hai violentato, maltrattato, stravolto, e l’hai fatto a pezzi. Pensavi che tutto ti fosse concesso, di averla facile, e invece quella natura che hai oltraggiato soggiogandola alla cattività del tuo sopruso, si è ribellata e ha deciso di fartela pagare. Quando una ragazzina di tredici anni (e che il monito non sia venuto da un adulto nella stanza dei bottoni, è già di per sé un fatto assai grave) ha lanciato l’allarme, anziché darle ascolto, l’hai derisa e trattata come una poppante viziata e isterica. Ma ora però sei lì, chiuso dietro le sbarre.

La natura ti ha suonato la campana, ti ha condannato e punito per i tuoi scempi. Nemesi crudele, ma se nel sistema che tu stesso hai costruito, ogni cosa ha un prezzo, non poteva che essere così, ne converrai. Finirà, certo che finirà. Il costo da pagare è però un conto salatissimo. Spegnerai le fiamme del fuoco malsano, perché proprio scemo non sei, ma ti troverai tra le mani una bomba sociale che ti potrà esplodere da un momento all’altro. Almeno che tu non capisca e intervenga. Questo sistema di esclusione fatto a vantaggio di pochi, è giunto alla fine del suo ciclo, ha fatto il suo tempo. La forbice tra chi ha troppo e chi non ha nulla si è allargata a dismisura sulla lievitazione incontrollata di una cinica globalizzazione che ha perso ogni misura. Fino al corto circuito e alla sua pietra tombale. Hai creato il mostro e ora il mostro ti si ritorce contro.

Svegliati uomo, studia, ingegnati e attua politiche inclusive, e non più esclusive, elabora concetti più solidali in un’ottica ambientalista a salvaguardia della prima delle risorse, la tua stessa salute nella convivenza con ciò che ti sta attorno. Fare un passo indietro è a volte un modo intelligente ed efficace per guardare avanti. Ecco, questa è una di quelle volte.  Decrescita felice? Forse sì, ma anche no. Ma non c’è dubbio che questo è un mondo che negli ultimi decenni è andato così di corsa che ora ha bisogno di fermarsi un attimo a rifiatare e riflettere. Dovrai rimboccarti le maniche, caro uomo, pensarne e crearne uno nuovo, come nel dopoguerra toccò ai tuoi nonni e i tuoi padri fare. Proprio quelli che il virus carogna sta flagellando. Fallo almeno per quei poveri disgraziati. Perché se c’è qualcuno che non meritava questa fine, questi erano proprio loro.

Dovrai ridimensionarti e abbassare quel tantino l’asticella per apprezzare cose che fino a ieri quasi non prendevi nemmeno in considerazione, così preso com’eri dalla spocchia e dall’ingordigia. Qualche Suv in meno, parcheggiato magari sul marciapiede dalla mamma apprensiva venuta a prelevare tutta in ghingheri i pargoli a scuola, a favore di un’utilitaria a basso consumo, mica è una vergogna, sai; così come non lo è la cena in trattoria, o a casa, al posto dello sciccoso e lussuoso ristorantone di turno col pomposo cameriere che ti ronza intorno a leccarti i piedi per un’ora e mezza cospargendoti di lusinghe; tanto se ti ama, la fidanzata ti amerà ugualmente e forse anche di più; in caso contrario è meglio perderla che trovarla. Pensa che una pizzetta e una birra con gli amici non è un ripiego, perché non c’hai un cavolo da fare, ma una bella serata. Pensa che 72 euro per una giornata sugli sci, son tantini. Pensa anche che la sanità pubblica, che stai ora benedicendo, si garantisce pagando le tasse. Comincia sin d’ora ad abituare ed educare i tuoi figli a un futuro fuori dalla bolla; perché quella bolla è definitivamente scoppiata come il loro chewing gum. E su dai, che sti ragazzi di balle ne han viste e sentite sin troppe. E non gliela racconti più. Spiegagli che questo era un paese abituato a spendere, e talvolta spandere, 134 euro pur avendone 100 in tasca. Spiegagli che quel giochino non funziona più, tutto qua. Pfff, pfff… e il pallone si è sgonfiato!

Là fuori, il virus ha spodestato il re della corona, e la corona se l’è messa lui liberando il mondo per un po’ dalla mano pesante ed invadente del tiranno. Non è un caso si chiami così, non credi? Sei stato Giovanni, ammettilo; torna ad essere il Riccardo che eri. Perché se solo vuoi, puoi. Non comprendere la lezione e rendere vano il sacrificio di coloro che ci stanno lasciando, ti porterà in futuro a nuove dure lezioni, perché significherà che questa non sarà servita a niente. Parliamoci chiaro, ma è davvero questo quello che vuoi, caro uomo? Io no. Io non vedo l’ora solo di tornare là fuori a cinguettare; non so te, ma io di restarmene qui chiuso a piangere sui miei peccati, comincerei anche ad averne abbastanza, perché sarò pure un inguaribile pescatore di sogni, ma ho tanta, ma proprio tanta voglia di vivere in un mondo nuovo. A questo, che vedo ormai arrampicarsi sugli specchi dei suoi futili egoismi, dico no. E tu?