Era il 6 ottobre 2017 quando il “Doge” Luca Zaia dichiarava il Veneto “prima regione d’Italia ad aver dotato il territorio di una legge sul consumo zero di suolo”. Heraldo a più riprese ha riportato le perplessità delle associazioni del territorio rispetto alle politiche urbanistiche ed edilizie del Comune di Verona. Data la vastità della questione, per un confronto su temi specifici (la Variante 29 a Montorio, la situazione di Borgo Milano e, ovviamente, il Central Park) abbiamo intervistato Ilaria Segala, Assessora all’Urbanistica, Programmazione interventi per abbattimento barriere architettoniche e Ambiente a Palazzo Barbieri.

Variante 29 – Montorio

Nel progetto della Variante 29, la lotta al degrado costerà 100 appartamenti. Non si potevano far rispettare gli accordi costringendo la società a ripristinare lo stato dell’area a prima dell’intervento, come richiesto dalle associazioni locali? Simbolico (anche dal punto di vista estetico) è l’edificio incompiuto presso il Fontanon…

«La questione presenta diversi livelli. Partiamo dal degrado: le associazioni inizialmente affermavano non ci fosse; adesso, invece nelle osservazioni a me giunte si riconosce un degrado come minimo “parziale”. A fronte di questo il Comune ha deciso di intervenire in modo realistico: non era pensabile far valere un accordo vecchio di decenni, ma si è invece ottenuto che il 50% dell’area del privato diventasse area pubblica (accordo che vale per tutta la Variante 29, per chiunque proponga una Scheda1), che verrà destinata a parco. Infatti, il masterplan prevede una zona parco collegata con il Circolo I Maggio con una fruizione pubblica dell’area, ora di fatto limitata alla sola industria e alle attività presenti.

La cosiddetta “incompiuta” di Montorio

Il vero nodo piuttosto è che nella Scheda presentata dalla proprietà non è presente l’area verde davanti al “fontanon” che comprende un edificio dismesso colonnato – “l’Incompiuta” – mentre la Maggioranza chiede la cessione dell’area verde limitrofa al laghetto, oltre ad una riduzione del 20% del volume residenziale proposto nella variante. Un emendamento in tal senso è stato bocciato purtroppo per l’azione del consigliere Bertucco, che aveva mal interpretato la norma, ma verrà riproposto nelle osservazioni. Maggioranza e minoranza su questo sono d’accordo: è sull’edificio davanti la pesciaia [da 13 anni non finito] il motivo del contendere. Come Maggioranza non chiediamo l’edificio (che richiederebbe ulteriori risorse per la gestione) ma piuttosto che la struttura sia completata e abbia una fruizione aperta al pubblico. Su questa specifica questione dobbiamo però capire la volontà della proprietà, che pare abbia proposto una SCIA2 che ci mette in difficoltà: se aprissero un’attività commerciale potrebbero utilizzare l’area – che il Comune chiede all’interno dell’accordo Ex-Sapel – come parcheggio o plateatico, per esempio.»

Riguardo la parte dell’accordo che prevede la costruzione di edilizia residenziale, alcuni sostengono che l’ampliamento di via Pedrotta sia problematico sia per l’impatto ambientale sulle acque quanto perché va nella direzione opposta alla sua attuale natura, ovvero di via ciclabile nei prefestivi. Lei come pensa di gestire il nuovo volume di traffico?

«Non c’è un’ipotesi di ampliare via Pedrotta; di fatto stiamo ancora ragionando in termini di urbanistica, non di piano attuativo, che è un passaggio successivo e dovrà tener conto di studi del traffico.»

Il masterplan della variante 29

Però questi nuovi residenti da qualche parte dovranno passare…

«Un’ipotesi è di un anello a senso unico per fluidificare il traffico, ma è ancora tutto da definire.»

Però così non si esclude il timore delle associazioni che via Pedrotta torni come sbocco…

«Per le sue caratteristiche la ritengo una soluzione poco praticabile.»

Considerando la situazione nel suo complesso, Montorio, come mostra anche la lottizzazione zona Gavagnin, è in pieno fervore edilizia. Tuttavia, i cittadini di Montorio decrescono (in oltre 10 anni perse più di 400 persone nonostante i nuovi insediamenti residenziali PEEP in via dei Tigli) mentre la popolazione veronese nel 2021 è di 257.838 (259.087 nel 2019), ovvero in leggero calo. Quindi la domanda: davvero Verona vive un’urgenza abitativa?

L’assessore Ilaria Segala

«In generale, il fenomeno attestato da studi urbanistici specialistici segnala uno spostamento demografico verso le città, fenomeno di lungo periodo non legato solo alla pandemia ma per effetto attrattivo legato al mondo del lavoro e ai servizi. Però occorre fare un distinguo: i cantieri ora aperti non sono scelte di questa amministrazione ma di lottizzazioni del Tosi I [2007-2012] – perché i tempi dell’urbanistica sono lentissimi – se non addirittura del mandato Zanotto [2002-2007]. Noi rivendichiamo di aver chiesto il recupero di zone abbandonate con la Variante 29 o di averne dimezzato l’impatto, come con la Variante 23 (si veda la lottizzazione di s. Rocchetto). Di fatto, l’8° Circoscrizione è quella che ci ha visti cancellare più schede. Parliamoci chiaro. Intanto non sono scelte semplici, perché ci sono anche le esigenze degli imprenditori che hanno costi molto maggiori, se non raddoppiati, nella riconversione di aree già edificate ma dismesse. E soprattutto Verona è maglia nera per il consumo di suolo non certo per le decisioni di questa giunta e di Ilaria Segala: non abbiamo dimenticato quanto fatto dalla giunta Zanotto con l’assessore Uboldi a Nassar o all’ex Tiberghien. Oppure pensiamo all’ex Isap, un campo trasformato in industria senza molto criterio: con la nostra proposta invece perlomeno il 50% diventa pubblico e lasciamo alle società le risorse per la riconversione. Piuttosto, rivendico non solo di aver annullato la concessione zona Nassar per rischio idrogeologico, ma pure di aver cancellato la Scheda della Cercola, un enorme centro commerciale come l’Adigeo che sarebbe nato su un terreno vergine – non dismesso, vergine – alle porte di S. Michele. Un’opera questa necessaria all’operazione traforo di Tosi che, a compensazione, prevedeva un parcheggio scambiatore: noi abbiamo cancellato il centro commerciale e messo i soldi per realizzare comunque l’opera pubblica del parcheggio scambiatore.»

Un problema, quello della bonifica e riconversione, che avranno anche in via della Giara nell’ex industria marmi Rover/Quarella…

«Forse per quello c’è una soluzione, nel senso che i nuovi acquirenti dell’area, che hanno già presentato una Scheda, prima di qualsiasi progetto si dovranno occupare dell’analisi del terreno e della bonifica.»

Borgo Milano.

“Si tratta del quinto supermercato sul solo Corso Milano e del settimo nel solo quartiere di Borgo Milano, dove dalla prossima settimana diverranno 8 con il nuovo Migross di via Curiel. Sul progetto la III Circoscrizione aveva già espresso parere contrario per l’ulteriore concentrazione di traffico che graverà sul quartiere a causa del nuovo supermercato.” Queste le critiche della minoranza. Davvero la pianificazione urbanistica dell’area ha segnalato il bisogno di un nuovo supermercato? 

«Per la costruzione dell’area della Conservatoria dei Registri Immobiliari e del complesso delle ex officine Garonzi c’era una Scheda precedente del mandato Tosi che prevedeva 4000 metri quadrati commerciali. I nuovi acquirenti vogliono fare un’area commerciale più piccola (3000 metri quadrati ) e va detto che non erano tenuti a ridurla, perché l’area autorizzata era come visto più ampia. I tempi lunghi di conclusione della pratica invece sono stati dovuti all’accordo che realizza uno dei sogni della III circoscrizione, ovvero la rotonda di via Curiel: entrando ora in gioco anche l’area dell’ex “Maritan & Borgato”, ho chiesto e ottenuto che Mion e Despar si mettessero d’accordo per due rotonde compensative, dal costo non sostenibile per il Comune. Il progetto, una volta perfezionato, permetterà di connettere in modo più fluido il primo tratto di corso Milano con il quartiere Stadio riducendo la pericolosità di quegli incroci. Si badi: si guadagna da un’operazione che comunque non si sarebbe potuta impedire, perché già autorizzata.»

Verona sud – Central park.

Federico Benini, in merito al Central Park, in un’intervista per Heraldo segnala un margine di 50-60.000 mq e teme che venga utilizzato per ulteriore edilizia a compensazione dei costi di bonifica. È un timore a suo dire giustificato? Quali sarebbero poi questi misteriosi costi di bonifica?

L’area interessata dal progetto

«Possiamo intanto rassicurare il consigliere del fatto che i costi della bonifica sono a carico delle Ferrovie dello Stato. I numeri, poi, sono sbagliati perché, non mi stancherò mai di dirlo, i 225.000 metri quadrati riguardano esclusivamente il parco dentro l’anello ciclopedonale (detto “ring”); poi c’è il resto del parco. Un altro errore di valutazione è legato all’impronta del costruito, ovvero 40.000 metri quadrati su 450.000 metri quadrati: la SUL (superficie utile lorda) è di 100.000 metri quadrati perché saranno edifici a più piani e la differenza di metratura è dovuta allo sviluppo verticale.»

Si parla, sempre per l’area, di costruire un cosiddetto “Liston 2”, una passeggiata che porterà il turista dalla Fiera fino in piazza, ovvero una nuova via del passeggio. È questa l’intenzione del Comune?

«Sì, è previsto un lungo porticato (sul modello del centro storico di Bologna) e attività commerciali rivolte verso il parco.»

Non c’è tuttavia per Verona il rischio di un eccesso di offerta commerciale legata alla gastronomia e al ristoro, col risultato che il sistema non sia alla lunga sostenibile?

«Il progetto prevede che la stazione sia ribaltata e che coincida con la stazione passeggeri della TAV: il tutto sarà direttamente collegato con la Fiera, senza bisogno di automobili. Già i numeri della crescita a Verona dei turisti post Covid-19 sono incoraggianti. Contiamo, data la nostra posizione e i nodi della TAV che saranno coinvolti, di garantire la sostenibilità dell’area grazie all’aumento costante dei turisti e all’attrattività per il mondo economico di una ZAI che si sta rinnovando.»

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1 Si tratta di un mezzo puramente consultivo per agevolare la lettura degli strumenti urbanistici comunali vigenti, che consente di estrarre una Scheda dell’immobile contenente le previsioni urbanistiche che lo interessano.

2 Segnalazione certificata di inizio attività.