La violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i ragazzi e ragazze devono fare i conti. Da chi la subisce o da chi la percepisce. Da quelli che, al posto di indignarsi e intervenire, si girano dall’altra parte o, peggio ancora, avallano tali comportamenti. Un fenomeno non si coglie a pieno se non si forniscono ogni anno statistiche e dati sempre più dettagliati. Ed è questo che tentano di fare le tante indagine che si possono approfondire in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola (7 febbraio) e del Safer Internet Day, ossia la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (11 febbraio).

La ricerca realizzata dall’Osservatorio inDifesa di Terre des Hommes e ScuolaZoo ha raccolto timori e opinioni di oltre 8mila adolescenti italiani su bullismo, violenza e molestie online.

Bullismo e cyberbullismo sono le minacce più temute da oltre un adolescente su 3, subito dopo violenze sessuali (31,73%) e droghe (24,76) 1 . 6 adolescenti su 10 hanno assistito ad atti di bullismo e/o cyberbullismo. Quasi la metà degli adolescenti ha vissuto sulla propria pelle atti di bullismo da parte di compagni (44,9%, che sale al 46,5% nei maschi). A differenza del cyberbullismo che invece colpisce di più le ragazze: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16% delle femmine (7,2%).

Tra le ansie degli adolescenti italiani sui temi legati a bullismo e cyberbullismo è proprio la violenza in rete a fare più paura. Il cyberbullismo viene infatti percepito da 4 adolescenti su 10 (39,7%) come molto rischioso; ad essere più preoccupati sono i maschi (43,2%), rispetto alle femmine (38,2%). Al secondo posto si trova la paura di diventare bersaglio di trolling e di subire molestie online, con il 37,3%. Qui ad essere più preoccupate sono le ragazze (39,5%) contro il 31,7% dei maschi. La perdita della propria privacy è considerato un rischio dal 33,1% degli adolescenti, con lo scarto di un punto tra femmine e maschi, a favore di quest’ultimi. Il 32% delle ragazze teme di diventare bersaglio di appellativi volgari, cosa che preoccupa solo il 21,8% dei ragazzi. Essere adescate online è l’incubo da una ragazza su 3 (28,4%). Tra i rispondenti al questionario ci sono anche coloro che mettono in pratica atti di bullismo e/o cyberbullismo: un ragazzo su dieci ammette di aver compiuto atti di bullismo e/o cyberbullismo, mentre la percentuale si dimezza quando a rispondere sono le ragazze.

Secondo la ricerca presentata a fine 2018 condotta da Riccardo Giumelli a cura di Aiart-Vr, Associazione cittadini mediali – sezione di Verona, dal titolo “Conquistare e difendersi nel Far Web” il quadro è differente. I 1500 ragazzi interrogati nel territorio veronese tra gli 11 e i 17 anni hanno risposto nella maggior parte dei casi che non hanno subito atti di cyberbullismo (82%), il 15% li ha subiti e il restante non ha risposto. Coloro che hanno subito episodi si riferiscono nel 50% a flaming (insulti), il 17% all’esclusione e l’11% è stato vittima di cyberstalking (continua persecuzione). Il 7% ha risposto di aver vissuto il catfish (sostituzione di persona), il 7% il cyber-harassment (molestia) e il 6% rimanente il sexting (ossia divulgazione di immagini private a sfondo sessuale da parte di altri). Il 42% degli interpellati conosce ragazzi o ragazze che hanno subito atti di bullismo in Rete, in particolare il flaming (nel 59% dei casi), seguito dal sexting (26%) e dall’esclusione (nel 18% dei casi).

La questura di Verona lo scorso aprile 2019 ha promosso la campagna educativa “Una vita da social” divulgando alcuni dati che riguardano la città. Tanti minori, di età compresa tra i 14 e i 16 anni, sono vittime di reati contro la persona: dai 104 casi registrati nel 2016, si è passati, infatti, a 177 nel 2017 e a ben 237 accertati, invece, nel 2018. Guardando ai dati relativi ai reati in Veneto, nel 2018 ci sono stati 67 furti di identità digitale sui social, 26 casi di detenzione di materiale pedopornografico e 5 casi di stalking denunciati. Oltre ai 59 casi di diffamazione online, i 39 episodi di minacce e molestie, e i 41 casi di sextortion (pratica estorsiva che sfrutta l’arma del ricatto dopo l’invio di fotografie intime). In attesa di capire i nuovi dati che ci riguardano più da vicino, scuole come quella di San Bonifacio raccontata in queste pagine non dovrebbero essere un unico esempio virtuoso ma iniziare a essere prassi fino a una piena consapevolezza di adulti e giovani sulle opportunità e i rischi della Rete. Chi vive queste esperienze sviluppa sentimenti di vergogna, ansia e malessere – anche fisico – e le conseguenze, come la bassa autostima, si possono protrarre fino all’età adulta se l’adolescente non viene correttamente aiutato a superare il trauma.

@pri gli occhi# è la Campagna di sensibilizzazione di Terre des Hommes