A meno di una settimana dall’impegnativo doppio confronto casalingo con Fiorentina e Roma, analizziamo l’aspetto che molti hanno identificato come il vero problema della squadra di Ivan Juric, ovvero la sterilità offensiva. In realtà, ciò che al primo impatto sembra un problema, può essere, invece, interpretato come la naturale conclusione di una precisa idea di gioco dell’ex tecnico del Genoa.

Il mister gialloblù Ivan Juric

Tale assunto trova fondamento in due fattori ben distinti. Il primo è quello che, mentre in sede di mercato può apparire più semplice trovare buone occasioni a prezzi accettabili quando di parla di difensori e centrocampisti, il tema si fa decisamente più complicato con portieri e attaccanti. Individuare il cosiddetto “colpo a sorpresa” non è impresa così facile. Gli innesti di Lazovic, Rrhamani, Amrabat e Pessina – per i quali bisogna dare giusto merito al direttore sportivo scaligero Tony D’Amico – sono diventati sin da subito i veri cardini della squadra gialloblù mentre è andata in maniera un po’ diversa per quanto riguarda il settore offensivo. Alla conferma di Di Carmine e Pazzini, infatti, si sono aggiunti il giovanissimo Salcedo e, a fil di sirena, l’ex centravanti clivense Mariusz Stepinski. Di Carmine, giunto oramai alla soglia dei 31 anni, è quasi un esordiente – se si escludono le due presenze messe insieme dieci anni fa con la maglia della Fiorentina – mentre Stepinski, nelle precedenti esperienze con Nantes e Chievo, non si è mai dimostrato un bomber particolarmente prolifico ( 15 reti in novanta presenze ndr). Il giovane Salcedo, classe 2001, rappresenta in un certo senso una piccola scommessa mentre per quanto riguarda Pazzini, il tema meriterebbe un discorso a parte. Nel suo caso, tuttavia, si tratterebbe di tornare su concetti già espressi più volte negli anni passati e sui quali riteniamo utile soprassedere, almeno per il momento. Strada facendo, dopo averli provati praticamente tutti con la sola esclusione del bomber toscano, utilizzato con il contagocce, Juric ha finito per estrarre dal mazzo la carta Salcedo, un classe 2001 che solo l’anno scorso giocava e segnava nel campionato Primavera. Il talentuoso attaccante scuola Inter, tuttavia, ha subito stupito per generosità e tecnica, oltre a mettere a segno la rete che ha aperto la strada alla vittoria interna ottenuta alle spese del Brescia. In coda rimangono, poi, i vari Zaccagni, Verre e Tutino che oltre a non essere attaccanti puri, si affacciano per la prima volta sul palcoscenico della serie A.

L’attaccante scaligero Mariusz Stepinski

Il secondo punto, forse ancora più importante, considera l’idea ben precisa sulla quale Juric ha improntato il proprio lavoro, sin dal primo giorno di ritiro a Fiera di Primiero. La consapevolezza di avere un certo tipo di rosa e la necessità di partire forte, con l’obiettivo di ottenere una salvezza con una squadra che molti davano per spacciata già in partenza, hanno stimolato l’allenatore nell’impostare un collettivo tosto e senza fronzoli particolari. Il tecnico ha puntato sin da subito sul perfezionamento della fase difensiva e su un importante lavoro atletico, aspetto fondamentale nel calcio di oggi dove ritmo e fisicità possono diventare più importanti anche della tecnica. La missione non era semplice ma i risultati ottenuti sino ad ora sono senza dubbio superiori a ogni più rosea aspettativa. Fare meglio di così non era sicuramente cosa facile e quindi diventa difficile pensare da qui in avanti alla modifica di un’idea di calcio dimostratasi per ora alquanto redditizia.

In fin dei conti questo tipo di impostazione “operaia” sembra incontrare il gradimento di molti, addetti ai lavori e tifosi. Il livello medio del campionato si è alzato rispetto agli anni passati e nessuno pare disposto ad accettare il ruolo di “Cenerentola”. I quindici punti, pertanto, anche se non del tutto rassicuranti, sono da considerare un ottimo bottino. Juric, di fatto, sta semplicemente facendo di necessità virtù, e con ottimi risultati. L’aspetto più confortante è che il gruppo sembra aver sposato in pieno le intenzioni dell’allenatore , il quale ha sempre avuto parole di elogio per i propri giocatori, con un occhio di riguardo per gli attaccanti, rimasti nonostante tutto ancora a secco, Salcedo escluso.

Il diesse scaligero Tony D’Amico

In occasione del mercato di gennaio non è da escludere a priori l’arrivo di un nuovo attaccante anche se diventa difficile ipotizzare stravolgimenti particolari. Sicuramente la società starà alla finestra, pronta a cogliere l’occasione giusta laddove la stessa si presentasse. Non bisogna, comunque, dimenticare il prossimo recupero di giocatori come Bessa e Badu, profili in grado indubbiamente di alzare il livello qualitativo della formazione gialloblù. Il Verona visto sino ad ora è un piacere a vedersi, così pieno di abnegazione, impegno e garra di stampo uruguagio. Non aspettiamoci, però, magie particolari ma sudore, lacrime e sangue. Visti gli ultimi anni, per ora può andare benissimo anche così.