Salvini “Oh mio Capitano”, Bibbiano e i marò
La politica sui social è un rimbalzo di accuse alla stampa e non entrano nel merito delle azioni del governo giallo-verde.
La politica sui social è un rimbalzo di accuse alla stampa e non entrano nel merito delle azioni del governo giallo-verde.
Scrivete un post sui rubli che forse (lo deciderà la magistratura) finanziano o finanzieranno la Lega. Sicuramente qualcuno vi posterà sotto un “e allora perché non si parla di Bibbiano, perché l’informazione tace?”. Oppure, “e il PD, che come PCI li prendeva dalla Unione Sovietica?”. Molti saranno Bot, finti profili a pagamento, ma non tutti. A questo punto verrebbe naturale gridare: “E allora i marò?“. Eh, non certo per i poveri marò che, più la vicenda giudiziaria va avanti, più sembrano degli innocenti costretti in un limbo esistenziale per una questione puramente politica, tutta interna all’India. È la furia nel puntare il dito contro gli altri, poco importa se a ragione o torto; ciò che conta è difendere il proprio messia da un’accusa, a prescindere dal contenuto delle ragioni stesse.
Prendiamo la vicenda Bibbiano. Un sistema mostruoso ha strumentalizzato gli affidi per fare business sulla pelle di minori e famiglie e, giustamente, la magistratura indaga i presunti colpevoli, tra cui esponenti del PD compreso il sindaco Andrea Carletti (PD). Ma se da una parte il “Secolo d’Italia” chiede che la vicenda non venga dimenticata e che lo Stato sia più vigile e presente nel controllo del sistema, altre testate come “IlPrimatoNazionale” o politici come Paola Taverna (MS5) si chiedono come mai la stampa non se ne occupi più, tirando in ballo Mentana e il suo “Open”. E c’è chi addirittura ci vede lo zampino del solito complotto gender ora denominato “mafia Lgbt”, come segnala “Next”.
In attesa di scoprire se I protocolli dei savi di Sion siano stati scritti non dai russi antisionisti agli inizi del Novecento, ma da criptogender anteliterram, è interessante vedere come sui social proceda l’informazione, che persegue nello stesso schema bipolare segnalato da queste colonne tempo fa.
Ciò che stupisce chi scrive è come la battaglia sia non nei fatti, ma solo nel cercare la rogna nell’altro (che c’è, si badi). Vi ricordate da bambini? “specchio riflesso, buttati nel cesso”. Ma se fossi nell’elettore leghista o di destra, a più di un anno (13 mesi!) di Governo “giallo-verde”, invece di prendersela con la stampa di sinistra pretendendo che svolga il lavoro de “IlGiornale“, che chiama a testimone un tipetto “affidabile” come Berlusconi, oppure “Liberoquotidiano” che subito pubblica articoli a discarico, mi chiederei:
Da tempo la questione morale nel PD è compromessa. Anzi, a dirla tutta, il PD è nato morto: figurarsi ora con Renzi, il più odiato d’Italia, quasi ritornato in pista e lo Zingaretti sbagliato, che col nuovo corso (il nulla) fa sembrare Togliatti un “barricadero” spericolato. Facciamo tutti allora uno sforzo. Invece di gridare “e allora Bibbiano?” che, tra l’altro, è tuttora contesto protagonista di un’inchiesta (sì, proprio della tanto odiata magistratura che adesso, però, è improvvisamente buona e cara) chiediamo piuttosto al Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Lega:
In conclusione. A più di un anno dall’insediamento del Governo Conte (1 giugno 2018) è ora di finirla con le chiacchiere dei “faremo” e di passare concretamente ai fatti. Conviene a Salvini, se non vuole diventare il nuovo Renzi. Conviene agli italiani che hanno votato questo governo cominciare a chiedere conto del suo operato. Conviene a tutti riappropriarsi di un minimo di senso critico e non dimenticare che sì, esiste pure la realtà oltre il mantra del momento. E comunque è vero: come diceva Montanelli, “il più pulito cià la rogna”.