Un piccolo libro per raccontare una storia densa e faticosa. Quella lentezza che è la condanna di chi è disabile, ma potrebbe essere un nuovo ritmo per ognuno di noi: per guardarsi dentro, per pensare, per permettere a chi è più lento di non restare indietro. Gianni Falcone ha scritto la vicenda di Alessandra – caduta in coma pochi giorni dopo aver partorito la sua secondogenita, Valentina, con il primo figlio Leonardo di tre anni, nel 1998 –, che da vent’anni si trova semiparalizzata in carrozzina. Gianni ha scritto la storia di sua figlia, quella della moglie Annamaria e dei due nipoti che gli hanno donato una seconda vita da genitori. «Con questo libro tento di lanciare un messaggio di solidarietà e un invito a chi ne ha la responsabilità a realizzare piccole cose che possono generare grandi risultati.» Se nelle pagine che raccontano in modo breve e asciutto la vicenda, prima e dopo l’operazione, con la nuova vita da affrontare e una delle tante immagini che fotografano un mondo: «Abitiamo in una casa al piano terra e l’ingresso è sulla strada. Sulla porta abbiamo messo un foglio grande con scritto “Non suonate il campanello ma entrate, abbiamo bisogno di aiuto” e lasciato la chiave nella serratura. La bimba appena nata spesso dorme, ma se qualcuno suona alla porta Skipper abbaia come un forsennato e la sveglia, scombinandoci la giornata.» I drammi sono tali che soffocano e si rimane irrigiditi, bloccati nell’attesa che qualcosa di miracoloso accada. Gianni, la famiglia e i tanti amici vicini invece vogliono correre, trovare soluzioni, oltre ogni barriera.

Gianni è irpino di origine e veronese di adozione, il suo lavoro è raccontare la realtà attraverso le sue vignette, sempre puntuali e folgoranti. E così ha intrapreso queste pagine, edite da Smart Edizioni, una vita fatta di incontri con i medici, nel trasformare ogni piccolo gesto, un fremito, l’apertura della mano della propria figlia in qualcosa di più della fredda diagnosi “stazionaria”. Da qui nasce il titolo, Stazionario sarà lei, ironico come l’autore si mostra, sempre e comunque con grande cuore e intelligenza. E oltre la vicenda l’affrontare il tema del “Dopo di noi” che – se per Alessandra non è un problema urgente avendo un compagno e due figli che la amano e le stanno vicino giorno dopo giorno – è il grande dilemma di tutti quei genitori, per lo più anziani, che hanno figli disabili e che non hanno un futuro certo davanti. «Ci vorrebbe un “Prima di noi” – ironizza ancora Gianni –. Attualmente in Italia  le famiglie non hanno un vero e proprio supporto, se il governo con la legge del 2015 ha promesso un sacco di milioni di euro, quello che resta ai singoli sono spiccioli. Noi abbiamo venduto casa, rallentato con il lavoro, fatto i salti mortali. Bisogna continuare ad agire per l’oggi.» E ancora il tema del telelavoro, che potrebbe essere molto più sfruttato, con un abbattimento del carico pensionistico e l’occupazione e la formazione di tante persone con testa e mani da usare.

Qui e ora, quindi. E Gianni lo concretizza con questo libro, che gli sta dando la forza e l’autorevolezza per confrontarsi, anche attraverso un portale dove segnala le problematiche della città nei confronti della disabilità. «La prima newsletter sulle barriere (www.senzabarriere.verona.it) inviata a 20 destinatari dell’Amministrazione comunale dopo quarantotto ore è stata letta dai tre assessori interessati e dalla Terza Circoscrizione» mi spiega Gianni, pensava molto peggio. Chi è interessato a riceverla può chiederla utilizzando la pagina “Contatti” del sito.

«Da decenni stiamo assistendo a un paradosso: aumentano le leggi, i decreti, le norme – regionali e non – a favore delle persone con disabilità. Da questo punto di vista credo non esista Paese più all’avanguardia – spiega Renato Avesani, direttore del dipartimento di Riabilitazione dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar. E tuttavia, giorno dopo giorno, tranne rare eccezioni, stiamo assistendo a uno smantellamento dello stato sociale.»

Parlare con Gianni aiuta a far passare tutte le domande che si hanno in testa leggendo il suo piccolo libro. E anche per questo alla prima presentazione a Modus, il teatro a Orti di Spagna era stracolmo, perché la sua modalità di raccontare è vivida, sincera. Giovedì 4 luglio, dalle 17 alle 19, Gianni sarà a Libre!, a cui è affidata la vendita del libro, in Interrato dell’Acqua Morta 38, a Verona. Il ricavato sarà devoluto all’Associazione L’Acero di Daphne. Un modo libero senza moderazione, per conversare con chi è interessato ai temi trattati nel libro, un bellissimo regalo per chi ha voglia di entrare in queste pagine e nel racconto della disabilità e non solo.