Già sette sono le edizioni di Rumors Festival – Illazioni Vocali 2019, la rassegna dedicata alla voce e alle avanguardie culturali che apre l’Estate Teatrale del Comune di Verona e organizzata da IMARTS.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Elisabetta Fadini, deus ex machina e direttore artistico della manifestazione, che ci racconta le novità di quest’anno e condivide ricordi ed emozioni delle precedenti stagioni del Festival.

Elisabetta Fadini

Elisabetta, innanzitutto ci illustri il programma delle serate del Festival?

«Quest’anno siamo alla settima edizione di Rumors nella splendida location del Teatro Romano di Verona, la prima fu nel 2013. La grande novità è che abbiamo aumentato le date, quest’anno sono ben cinque i concerti previsti. Partiamo il 15 giugno con James Bay, artista irlandese a tutto tondo, grande chitarrista e bellissima voce, che aprì giovanissimo il concerto degli Stones ad Hyde Park, vincitore del Critics’ Choice Award ai Brit Awards 2015 e del British Male Solo Artist ai British Awards 2016. Il 22 Giugno avremo Carmen Consoli, la cantantessa per eccellenza, un’artista che sa raccontare il suo tempo attraverso la poesia, il suo lirismo è sempre toccante. La formazione sarà acustica, con violino, viola, mandolino e chitarra per uno show molto intimista ed emozionante. Il 23 giugno sarà la volta di Tom Walker, reduce dai successi di Sanremo con Marco Mengoni, voce splendida, nella top20 europea con il suo ultimo successo. Walker è una delle più belle voci soul del panorama musicale internazionale, vincitore del Brit Award come miglior artista inglese esordiente 2019, sarà a Verona anche per la presentazione del suo nuovo disco What a Time to be Alive, uscito nel marzo 2019.»

Il 25 giugno, poi, arriva una grande accoppiata…

«Si, ci saranno, insieme, i Massimo Volume con i Giardini di Mirò. È appena uscito il nuovo album dei Massimo Volume Il Nuotatore (Emidio Clementi detto Mimí, Egle Sommacal e Vittoria Burattini) dopo anni di silenzio ed è osannato dalla critica. La presenza di Emidio Clementi sul palco di Rumors è la sintesi perfetta della finalità del Festival, che vuole mettere al centro la voce. Clementi è infatti è un ponte tra musica, letteratura e poesia e ama abbinare ai concerti i reading e la performance vocale. Chiuderemo il 21 Luglio con i Negrita, che onoreranno i loro 25 anni di carriera con uno show metà elettrico e metà acustico, per esprimere le loro due anime musicali mai in contrapposizione fra loro.»

Le scelte derivano dal Manifesto artistico di Rumors, che dicevamo porta grande risalto alla voce. Hai avuto massima libertà artistica e ti ritrovi in questo cartellone?

«Sì, ovviamente bisogna calcolare che tanti artisti che avevo in mente non erano disponibili. L’anno scorso avevamo contattato Thom Yorke, ma il progetto musicale del tour era legato a una location al chiuso e purtroppo non riuscimmo a convincerlo, speriamo in futuro di averlo sul nostro palco. Un altro nome che sarebbe perfetto per la manifestazione è PJ Harvey, ci sono contatti per il prossimo anno e potrebbe essere il grande nome di Rumors 2020, lavoreremo in questa direzione. C’è anche l’idea di fare un Rumors Underground, con band meno conosciute, ma di grande valore artistico, da gestire su palchi più piccoli con concerti in giro per la città, come avviene ad esempio nel Regno Unito.»

Nelle precedenti edizioni avete portato a Verona artisti eccezionali…

«Siamo stati onorati della presenza di nomi internazionali e nazionali, da Patti Smith, alla quale come città di Verona abbiamo dato il primo riconoscimento istituzionale italiano, a Tony Bennett, che abbiamo avuto nella sua prima e unica data italiana, e poi Rufus Wainwright, che ha ricevuto da Verona e da Rumors un riconoscimento per il suo ampio lavoro sui sonetti di Shakespeare nel quattrocentesimo anno dalla morte del Bardo, Rag’N’ Bone Man, Anna Calvi, Ute Lemper, Noa, Vinicio Capossela, Steven Wilson, solo per citarne alcuni. Ci tengo molto a portare artisti internazionali che a Verona non sono mai venuti, non cerco la ripetizione, ma l’innovazione e vorrei avvicinarmi all’avanguardia, anche se non è sempre semplice. Vorrei portare artisti che difendono l’arte e amano l’arte, che il pubblico possa riconoscere come tali, perché uno dei problemi della musica italiana attuale è appunto che vengono definiti artisti personaggi ai limiti dell’imbarazzo. È importante, poi, dare contemporaneità all’arte e guardare al futuro della musica; questa prospettiva e visione sono quelle che mi interessano perché Rumors sia un ponte intergenerazionale di trasmissione di bellezza.»

Quanto bisogno c’è a Verona in questo momento di spingere eventi culturali di questo tipo?

«Tantissimo. Io credo negli eventi organizzati per la reale passione che si prova per la musica e per l’arte. Il pubblico vuole recarsi ai concerti, a teatro, vuole arricchirsi di esperienze empatiche. Da Direttore Artistico mi rendo conto che le persone cercano il contatto con gli artisti per riceverne emozioni come bagaglio umano, anche in un momento storico così complesso per tutto il mondo.»

Ti ringraziamo per questo patrimonio perché senza Elisabetta Fadini Rumors non ci sarebbe né oggi né nel passato.

«Grazie a voi, vi aspetto a Rumors!»