Cosa accomuna le vittime dei campi di concentramento di ieri e di oggi? L’oblio, se non si continua a far memoria di quello che è stato e di quello che sta avvenendo. Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, in un’intervista a Bel tempo si spera su Tv2000 di un anno fa disse: «Noi testimoni della Shoah stiamo morendo tutti, ormai siamo rimasti pochissimi, le dita di una mano, e quando saremo morti proprio tutti, il mare si chiuderà completamente sopra di noi nell’indifferenza e nella dimenticanza.» Anche di questo l’associazione Memoria Immagine si occupa, ossia di raccogliere testimonianze di ieri e di oggi di emigrazione e immigrazione, di lavoro, dei veronesi e dei nuovi cittadini che abitano la città.
È nata dall’idea di Dario Dalla Mura, Elena Peloso e per celebrare il primo decennio di documentari per il grande schermo, il Cinema Nuovo San Michele di Verona, in Via Vincenzo Monti, 7c a San Michele Extra, ha deciso di proporre al pubblico una retrospettiva con quattro dei lavori più rappresentativi di Dalla Mura e Peloso, durante i quattro lunedì di febbraio, alle 20.30, ingresso gratuito. Memoria Immagine si rivolge soprattutto alle scuole, alle associazioni culturali e ai centri educativi. Elena Peloso spiega: «Abbiamo iniziato nel 2009 a lavorare sulla raccolta di memorie, interviste filmate, materiale vario e fotografie per poi realizzare documentari e diffondere storie su temi legati al lavoro, alla seconda guerra mondiale e alle migrazioni.»
Si inizia il 4 febbraio con Bianca e Lucia, storia di due ragazze ebree scampate alla Shoah (Italia, 2010, 31’), con la presenza di Bruno Carmi, già presidente della comunità ebraica. A pochi giorni dalla Giornata della Memoria, si rifletterà sulle leggi razziali in Italia e sui Giusti e, con l’occasione, verrà ricordata Lucia Roditi Forneron, una delle due protagoniste, scomparsa un anno fa. Il documentario racconta di due ragazze ebree si salvano dallo sterminio durante la seconda guerra mondiale. Attraverso la loro memoria emerge l’immensa tragedia che coinvolge l’Europa. La loro salvezza non avviene attraverso le vie della grande storia, ma grazie al coraggio, ai profondi valori e allo spirito civile di alcune persone che le due incontrano. La “banalità del bene” è per entrambe la risposta verso cui indirizzare la nuova vita.
Poi il giorno 11 febbraio sarà presentato Noi cittadini del mondo (Italia, 2015, 55’) sull’emigrazione a Verona con la presenza di alcuni protagonisti e l’introduzione dell’associazione culturale veronetta129 che ha collaborato alla realizzazione del documentario. Volti e voci, storie e memorie di giovani immigrati che sono arrivati in Italia e che qui vivono. Nelle loro testimonianze la nostalgia per i Paesi lasciati, le difficoltà e le soddisfazioni nella scuola, nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni. Un racconto che è anche uno sguardo su come siamo e su come potremmo essere in un futuro più condiviso.
Il giorno 18 sarà proiettato Lassù in Germania storie di emigrazione italiane negli anni Sessanta (Italia, 2012, 43’), con la presenza di alcuni protagonisti e l’introduzione di Ernesto Kieffer. L’intervento ruota su quando gli italiani erano migranti e in particolar modo sul Centro di Emigrazione di Verona attivo nella nostra città dal 1957 agli anni Settanta. Storie di donne e uomini che dall’Italia sono partiti per cercare fortuna in Germania. Testimonianze di chi è rimasto e di chi è tornato. Un viaggio che parte dal reclutamento nel Centro di Emigrazione di Verona e che racconta lavoro, problemi della vita quotidiana, relazioni, in un’Europa che si stava allora costruendo. Una narrazione forte che è anche una riflessione sulla vita di emigrato e su un’epoca che questo paese non può dimenticare.
E infine la rassegna si chiuderà il giorno 25 febbraio con Ritorno a casa (Italia, 2016, 44’), introdotto dagli autori e con la presenza di Giannantonio Conati, storico e protagonista del film. Pescantina nel 1943 è testimone dei drammatici momenti dopo l’8 settembre, quando i treni di deportati percorrono la linea del Brennero verso i lager nazisti. Ma alla fine della guerra, proprio a Pescantina, ritorneranno centinaia di migliaia di internati ed ex deportati e troveranno nel paese e nella cittadinanza solidarietà, aiuto e accoglienza. La straordinaria storia del campo di accoglienza di Pescantina da dove passarono 650 mila IMI (Internati Militari Italiani) e alcuni sopravvissuti dei campi di sterminio nazista.
I lavori dell’associazione hanno partecipato a festival e concorsi, ottenendo riconoscimenti e una medaglia del presente della Repubblica italiana. Tre dei suoi film sono stati presentati alla mostra di Venezia nello spazio Excelsior della regione Veneto. Partecipa anche a progetti europei legati alla memoria e all’educazione permanente di adulti a anziani. Attualmente alcuni dei documentari dell’associazione stanno girando per le scuole e le biblioteche, nelle circoscrizioni per celebrare il Giorno della Memoria. Il 2 febbraio alle ore 17 sarà proiettato Ritorno a casa anche alla Società Letteraria a Verona.