Condizioni di lavoro più flessibili e congedi per i lavoratori con figli o responsabili dell’assistenza di familiari. Ecco un ulteriore passo avanti verso un’Europa più sociale. E per una volta ogni tanto non si parla di mamme, ma di papà. Il Parlamento europeo ha dato il via a nuove misure per conciliare la famiglia e il lavoro. Lo scorso 4 aprile si è approvata la nuova direttiva dell’Unione europea, con 490 voti favorevoli, 82 contrari e 48 astensioni, sul congedo paternità o del secondo genitore equivalente. Le nuove regole definiscono i requisiti minimi che tutti gli Stati membri dovranno attuare entro il 2022, compresa l’Italia.

La direttiva stabilisce che il padre o il secondo genitore equivalente (se riconosciuto dalla legislazione nazionale) abbia il diritto a 10 giorni lavorativi (oggi in Italia sono 5) di congedo di paternità retribuito nei giorni vicini alla nascita o all’adozione. L’obiettivo è la parità di genere. Per arrivarci è quindi necessario aumentare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e di rafforzare il ruolo del secondo genitore all’interno del nucleo famigliare. Risulta necessario ricordare che ancora oggi purtroppo, il più delle volte, la situazione famigliare grava sulle spalle della donna che si ritrova a svolgere lavori part-time o a interrompere la propria carriera lavorativa per far fronte all’arrivo di un figlio o di una figlia. Tutto questo porta avanti delle disuguaglianze nel mondo del lavoro in termini occupazionali, salariali e pensionistici.

L’eurodeputato Brando Benifei (PD) e membro della commissione occupazione e affari sociali ci ha spiegato che «è un risultato fondamentale per migliorare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e rafforza al tempo stesso il ruolo del padre, o di un secondo geniotre equivalente, nella famiglia.» I deputati hanno peraltro aggiunto la possibilità di ottenere almeno quattro mesi di congedo parentale, di cui due mesi non trasferibili da un genitore all’altro, e sarà retribuito. A tal proposito, gli Stati membri fisseranno un livello adeguato di retribuzione per il periodo minimo non trasferibile di congedo parentale. La direttiva riguarda anche il congedo di 5 giorni all’anno per i lavoratori che prestano assistenza personale a un parente o una persona che vive nella stessa famiglia a causa di un grave motivo medico o di infermità connesse all’età.

Brando Benifei

«Mentre il governo italiano di Lega e M5S perdeva tempo con il WCF e tagliava il bonus di 600 euro per baby sitter e asili nido alle famiglie italiane, il Parlamento europeo dava il via a un importante atto di legge che migliorerà le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori europei e delle loro famiglie, senza discriminazioni.». Così Brando Benifei in merito alla situazione italiana e alle continue contraddizioni del governo anche, e soprattutto, in termini di famiglia,  lavoro e parità di genere.