«Ognuno di loro ha una storia. È scritta tutta nel volto. Le storie sono sempre nei volti sai? Impara a decifrare gli sguardi, a leggere le pieghe della pelle, il modo in cui si atteggia una bocca, e avrai la storia di una persona.»

Con il libro Dai tuoi occhi solamente Francesca Diotallevi dipinge in modo magistrale un affresco, in parte documentato e in parte romanzato, della vita di Vivian Maier, riconosciuta a livello mondiale la più importante fotografa degli anni Cinquanta.
La Maier muore il 21 aprile 2009 e sarà solo dopo la sua scomparsa che si troverà l’immensa arte fotografica che nascondeva in un deposito sotto falso nome. Tale deposito, infatti, poco dopo la sua morte, viene acquistato all’asta da John Maloof, il giovane figlio di un rigattiere, per 380 dollari, inconsapevole di ciò che vi era all’interno. Il giovane, per pura curiosità, stamperà parte della notevole quantità di rullini accatastati nel magazzino scoprendo la magnificenza delle foto scattate. 

Francesa Diotallevi

Francesca Diotallevi ripercorre la storia di questa donna molto particolare che utilizzava la fotografia come una cura alla sua profonda solitudine.
Vivian faceva la bambinaia in famiglie borghesi di New York e, mentre portava fuori i bambini che accudiva, teneva sempre con sé la sua Rolleiflex e scattava foto, o meglio rubava attimi a ciò e a chi la circondava. I rullini, mai sviluppati, li nascondeva nella sua stanza e poi in un deposito.
Donna ermetica e riservata era il frutto di una infanzia tormentata, frutto di un rapporto difficile con la madre estremamente autoritaria e crudele risultato, quest’ultima, di un passato sciagurato.

Una storia di donne ferite, fino a lei, e forse questo spiega la decisione di intraprendere il lavoro di bambinaia, riparare i torti della madre, dare affetto agli altri, quello che a lei era stato sempre negato.
Aveva paura del mondo Vivian Maier e l’unica corazza che riusciva a proteggerla era la sua macchina fotografica, quasi una medicina in grado di darle l’opportunità di connettersi con le persone; fermava per un attimo la loro vita per portarla via con sé, un mondo per colmare quell’affetto che le mancava.

Splendidi sono i dialoghi con Frank Warren, scrittore di successo e padre dei bimbi che accudiva, dove l’autrice ci porta a riflettere sul talento facendo un paragone tra scrittura e fotografia, la seconda definita dall’autrice come: «lo scrivere con la luce»; un talento esibito quello di Frank, costruito per conquistare un riconoscimento, per arrivare al successo, a differenza di Vivian che al contrario lo usa in modo privato, nascosto e senza manifestarlo.

Un libro scritto con un stile garbato e attento a consegnare al lettore, senza alcuna invadenza o scontatezza, un’occasione per pensare alla vita e a quelle dinamiche che possono influenzare inevitabilmente l’esistenza di un individuo.

Vivian Maier

Il tema della solitudine viene delineato dalla Diotallevi in modo sublime; toccante il tratteggio del sentire di Vivian che sembra voler uscire da questo struggente stato di isolamento ma senza farcela perché più forte è la paura di amare, di essere ancora sconfitta dalla vita, più facile ripararsi dietro la sua arte, dietro a una fotografia.

Come spesso si dice l’arte, quella più creativa, forte, talentuosa è frutto di grande sofferenza e solo li che nascono le vere opere, quelle che riescono a emozionare. Ecco: Dai tuoi occhi solamente ha la capacità di toccare nel vivo questo aspetto coinvolgendo il lettore in una storia toccante, elegante, poetica. Un libro indimenticabile.

Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi, Neri Pozza editore.

Un autoritratto di Vivian Maier