Un’esperienza che prima o poi a Verona dovrebbero provare tutti. Parliamo di “Silent Dante“, lo spettacolo itinerante – nato da un’idea di Paolo Valerio e realizzato grazie alla coproduzione Teatro della Toscana Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Verona Centro di Produzione Teatrale, in collaborazione con Centro scaligero degli Studi danteschi – che rappresenta una vera e propria gemma nel panorama culturale cittadino.

Permette, infatti, di vivere in una modalità totalizzante i luoghi danteschi sparsi all’interno della nostra città. Un tour alla vera e proprio scoperta (e riscoperta) non solo del Sommo Poeta, della sua straordinaria opera e del suo soggiorno scaligero alla corte di Cangrande, ma anche delle stesse bellezze di Verona, che risplendono in quest’occasione sotto una luce totalmente nuova.

Un racconto sonoro inusuale

Il punto di ritrovo e partenza di “Silent Dante” è fissato al Teatro Nuovo, luogo in cui si viene accolti e fatti accomodare in platea, in attesa che arrivino tutti i partecipanti. Vengono subito consegnate le indispensabili compagne di viaggio, le cuffie wireless che isoleranno lo spettatore dai rumori esterni e lo condurranno, attraverso il racconto sonoro, in un mondo acustico del tutto inusuale. L’attesa da parte del pubblico – famiglie con bambini, insegnanti, coppie, single e pure qualche straniero – è carica di aspettative.

Dopo che sono state fornite le istruzioni da parte della padrona di casa Paola De Giuli, lo spettacolo può finalmente iniziare. L’invito iniziale è di chiudere gli occhi, per meglio assaporare il profondo incipit del racconto che si ascolta in cuffia, per poi pian piano essere catapultati in una vera e propria realtà parallela. Come? Con un primo passaggio che aiuta a entrare anche visivamente nel mondo di Dante, grazie alla proiezione delle splendide tavole di Gustave Doré nel Piccolo Teatro di Giulietta, e poi con un attraversamento “infernale” attraverso i meandri del teatro stesso, uscendo, letteralmente, “a riveder le stelle”.

Con Virgilio e Beatrice in giro per Verona

A quel punto, guidati da Alberto “Virgilio” Pavoni e da Letizia “Beatrice” Bravi (che si alterna nel ruolo con Katia Mirabella) inizia la passeggiata di circa un’ora per le strade e le piazze del centro storico di Verona, con la voce di Paolo Valerio che ci accompagna nelle sue letture dantesche. Lo stesso Pavoni-Virgilio accompagna con la sua voce e la presenza fisica il gruppo di spettatori, invitandoli passo dopo passo a sperimentare, pensare, riflettere sulle vicissitudini di Dante e degli uomini del suo tempo, messe in paragone anche con la vita dei nostri giorni, della nostra città e del suo sviluppo urbano.

Beatrice, nel frattempo, pur senza proferir parola, rappresenta una spalla ideale per Virgilio, guidandoci con i suoi gesti e il suo incedere nel percorso prescelto.

E già così l’esperienza potrebbe risultare indimenticabile, ma viene resa ancora più suggestiva dalla tecnologia e dal geniale sound design curato da Silvia Mercuriali che, con i suoi effetti sonori e con la sua regia, regala un tocco di ulteriore meraviglia all’intero spettacolo itinerante.

Una fruizione attiva

La fruizione della performance teatrale non è passiva, ma lo spettatore, moderna anima in viaggio, è invitato a muoversi, camminare, toccare i monumenti, immergersi nella realtà trecentesca vissuta da Dante, ancora così presente nella storia e nell’architettura di Verona. L’invito è di trovare un proprio rapporto con il poeta che amò Verona, ma che – proprio come da Firenze – alla fine fu costretto ad allontanarsene.

La locandina dello spettacolo

E si cammina, rapiti dalla narrazione, fra suggestioni ed espedienti sonori, fra aneddoti e collegamenti fra passato, presente e futuro che ci riportano da un lato alla durezza della vita di un tempo e a ciò che ha vissuto Dante Alighieri, ben espresso, peraltro, nel film di Pupi Avati in questi giorni al cinema, e dall’altra alla visione e lungimiranza che ebbe lo stesso Dante, in qualche caso un vero e proprio profeta di ciò che sarebbe successo al mondo e alla sua storia.

Il “ghibellin fuggiasco” è considerato da molti uno dei primi veri patrioti italiani (termine che in questi giorni appare spesso un po’ abusato) e il suo lascito morale e filosofico è ovviamente al centro dello spettacolo.

Una nuova consapevolezza

La limpidezza della serata autunnale che abbiamo scelto per vivere quest’esperienza esalta ulteriormente la bellezza della città, che pare dialogare direttamente con le stelle tanto amate da Dante. Eppure passeggiando, immersi ciascuno nel proprio isolamento e rapiti da ciò che ci viene raccontato, ci ritroviamo sempre più parte di un insieme. Di una collettività, quella veronese ma in generale italiana, che ha ereditato le meravigliose vestigia del passato e l’opera dantesca, che non ha eguali nella storia dell’umanità. E la consapevolezza di questa immensa fortuna è un regalo che ci si porta a casa dopo aver vissuto una serata come questa.

Lo spettacolo in passato ha già avuto numerose repliche e prosegue anche in questo autunno, con il prossimo appuntamento già fissato per la serata di mercoledì 26 ottobre e per il quale sono aperte le iscrizioni.

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