La transizione energetica nel nostro dibattito pubblico, nei circoli politici e nella copertura mediatica, viene spesso descritta semplicemente come “un passaggio dai combustibili fossili  alle fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica”. Si tratta di una definizione parziale che limita la transizione al solo cambio fossile verso rinnovabile nella produzione di energia elettrica trascurando il rimanente 78% del consumo globale di energia totalmente dipendente dai fossili che dovrebbe essere elettrificato.

Riformulare il dibattito pubblico

Il think tank londinese Ember, in un recente rapporto, sostiene che l’elettrificazione dei consumi, di quella parte alimentata dai fossili, deve essere considerata come fase principale della transizione energetica da realizzarsi, ovviamente, aumentando contemporaneamente la produzione di energia rinnovabile.

L’elettrificazione dei consumi nella mobilità, nelle abitazioni, nell’industria è di fatto la via principale per ridurre la dipendenza del mondo dai combustibili fossili, aumentare la sicurezza energetica e ridurre le emissioni offrendo ai cittadini anche  l’interessante opportunità di soddisfare il proprio fabbisogno energetico attraverso l’autoconsumo, l’elettricità prodotta in casa.

Non è neppure trascurabile il fatto che tecnologie elettrificanti, come  pompe di calore e veicoli elettrici, sono di gran lunga più efficienti del loro corrispondenti a combustibili fossili, poiché richiedono da tre a quattro volte meno energia  per svolgere lo stesso lavoro.

Però, mentre l’offerta di energia elettrica rinnovabile sta crescendo rapidamente (del 17% nel 2024) con il fotovoltaico e l’eolico che sostituiscono le centrali termoelettriche, l’elettrificazione dei consumi procede più lentamente (del 4% nel 2024). 

Trascurato un grandissimo potenziale economico

L’elettrificazione offre anche un notevole potenziale economico a chi saprà sfruttarlo. Secondo Ember, le tecnologie per l’elettrificazione (auto, pompe di calore, climatizzazione) vendono con margini operativi a doppia cifra e il loro valore in dollari è già oggi tre volte superiore a quello delle turbine eoliche e dei moduli fotovoltaici. Il divario, come mostrato nel grafico seguente, è destinato ad ampliarsi. Infatti, la IEA (International Energy Agency) prevede che entro il 2035 il valore delle rinnovabili sarà otto volte superiore a quello dell’elettrificazione.

Ember. Confronto mercati delle tecnologie rinnovabili e elettrotech

Nel report di Ember si legge, ad esempio, che in questo momento il commercio globale di batterie, trainato principalmente dai veicoli elettrici, è già valutato circa 160 miliardi di dollari, più del doppio del valore dei componenti per l’eolico e il fotovoltaico, che ammonta a 68 miliardi di dollari. Le esportazioni di motori elettrici valgono già da sole 72 miliardi di dollari.

Paesi più indipendenti

I ricercatori di Ember sottolineano il fatto che oltre tre quarti delle importazioni nette di combustibili fossili sono per i trasporti, l’edilizia e l’industria. Ciò rende l’elettrificazione di questi settori, la conseguente riduzione dell’importazione dei combustibili,  un’opportunità strategica unica, per recuperare  sovranità energetica a lungo termine e, in un mondo sempre meno sicuro, rafforzare la sicurezza e indipendenza energetica .

Per l’Italia, ad esempio, elettrificare il riscaldamento domestico significherebbe non dipendere più dalla Russia, Algeria, Azerbaijan, Libia, USA… per l’import di gas. Naturalmente a condizione che tutto questo proceda di pari passo con l’espansione dell’energia rinnovabile, in modo da sostituire  petrolio, gas e carbone con l’elettricità locale rinnovabile.

Più differenziazione geopolitica: nuovi leader

Osservando i programmi e le azione dei diversi governi nell’ultimo decennio si può notare che, mentre la diffusione delle energie rinnovabili è avanzata in gran parte del mondo, i progressi nell’elettrificazione sono stati molto disomogenei. Questa divergenza sta creando una nuova classe di leader mndiali dell’energia.

Come mostrato nell’immagine elaborata da Ember i Paesi possono essere classificati in base alla loro accelerazione sui fronti della produzione rinnovabile e dell’ elettrificazione dei consumi. La maggior parte dei paesi OCSE appartengono alla categoria degli acceleratori delle energie rinnovabili ma non hanno ampliato in modo significativo il ruolo dell’elettricità nel loro più ampio sistema energetico.

Ci sono altri Paesi, prevalentemente in Asia, che si stanno distinguendo come costruttori di “elettrostàti”, cioè Stati che muovendosi decisamente su entrambi i fronti puntano alla completa elettrificazione rinnovabile del proprio Paese.

La Cina primo “elettrostàto”?

La Cina ha rapidamente scalato i mercati dell’eolico e del solare, espandendo al contempo l’elettrificazione di oltre 10 punti percentuali nell’ultimo decennio. Non ha solo aggiunto elettricità rinnovabile, ma l’ha anche utilizzata nei trasporti, negli edifici e nell’industria al posto dei combustibili fossili.

Ember. Una gara è pari, l’altra no. Trend sviluppo rinnovabili e elettrificazione.

La Cina inoltre, da promettente “elettrostàto”, ha anche supportato la propria strategia energetica con una coerente, solida strategia industriale  diventando leader mondiale in quasi tutte le tecnologie correlate.

La Cina sta così percorrendo rapidamente la via dell’indipendenza energetica dai combustibili fossili, aumentando la propria sicurezza energetica, riducendo le emissioni climalteranti e rafforzando la  leadership mondiale nella produzione e innovazione delle elettrotecnologie. In altre parole la Cina sta costruendo un potente, solido  vantaggio competitivo.

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