Quello che è accaduto lunedì scorso è stato l’effetto di un’atmosfera surriscaldata, con temperature superiori ai 35 gradi e un tasso di umidità relativa molto elevato. È bastato il passaggio in quota di una goccia d’aria fredda per destabilizzare l’intera colonna atmosferica, creando le condizioni ideali per lo sviluppo di temporali lineari e Sistemi Convettivi a Mesoscala (MCS).

Fenomeni notoriamente associati a grandinate violente, come quelle che si sono verificate tra Bosco Chiesanuova e San Giorgio (foto 1), o a nubifragi come quello che ha colpito Verona, dove sono caduti circa 20 mm di pioggia in poco tempo.

Fig.1 – Lunedì 16 giugno: abbondante caduta di grandine tra Bosco Chiesanuova e San Giorgio. Nel Parmense, chicchi grandi come palle da tennis.

Come si forma la grandine

Tra i Paesi europei maggiormente colpiti dal fenomeno della grandine, l’Italia — e in particolare la Pianura Padana — è in prima linea per danni e perdite nel settore agricolo. Molti lettori ci hanno chiesto come si formi esattamente la grandine: in figura 2 è riportato uno schema sintetico che illustra il processo all’interno di un temporale.

Un minuscolo nucleo ghiacciato compie più cicli all’interno della nube, arricchendosi progressivamente di strati d’acqua ghiacciata, fino a quando la forza di gravità prevale sul sostentamento aerodinamico e il chicco cade al suolo.

Fig.2 – Schema della formazione della grandine all’interno di un temporale.

Il cambiamento climatico peggiora le cose

Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) lancia l’allarme: il riscaldamento globale rende questi eventi estremi sempre più frequenti e intensi. L’aumento della temperatura atmosferica incrementa infatti la capacità dell’aria di trattenere vapore acqueo, e un’atmosfera calda e umida può essere considerata come un “carburante” ideale per innescare fenomeni convettivi violenti, come quelli osservati nei giorni 16 e 17 giugno.

Come previsto nella scorsa nota meteo, dopo un’ondata di calore eccezionale per il periodo, è giunta una massa d’aria più fresca di origine atlantica. Il suo ingresso, seppur brusco, ha portato alla formazione dei forti temporali. Ora la pressione atmosferica è destinata a salire gradualmente fino a raggiungere valori attorno ai 1020 hPa.

Nella mappa al suolo con i fronti prevista per domenica, si evidenzia un’estesa fascia anticiclonica che si estende dall’Atlantico fino all’Europa centro-occidentale. Le perturbazioni in transito, invece, rimarranno confinate a latitudini più settentrionali, attorno al 50° parallelo. Ci attende quindi un periodo stabile, con temperature in aumento ma senza eccessi.

Campo di pressione al suolo con fronti previsto per domenica 22 giugno

Il tempo a Verona nei prossimi sette giorni

Nella zona urbana e in pianura, il tempo sarà in prevalenza soleggiato, con il possibile transito di nubi più compatte nella giornata di sabato. In montagna, mattinate serene e sviluppo di nubi cumuliformi termoconvettive nel pomeriggio, con la possibilità di qualche isolato rovescio sabato. Le temperature sono in ripresa: le massime oscilleranno attorno ai 30–32 °C, con un ulteriore aumento previsto all’inizio della prossima settimana. Le minime in città si manterranno elevate, tra i 22 e i 24 °C (vedi meteogramma per Verona).

Meteogramma per Verona città

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