Sono sempre più frequenti servizi televisivi, trasmissioni radio e articoli che narrano di una “bellezza” della disabilità enumerando primati paralimpici e successi di imprese mirate all’impiego di persone svantaggiate.

Va benissimo che si raccontino le prodezze di Bebe Vio, la felice intuizione di PizzAut e altre iniziative simili, ma purtroppo si tratta di esempi che riguardano un ristretto numero di persone o gruppi.

I dati Istat riferiti al 2019 individuano in oltre 3 milioni i disabili gravi, pari a oltre il 5% della popolazione; stime più recenti (mancano statistiche ufficiali aggiornate) danno questa percentuale tra il 6 e 7 per cento.

Per completare il quadro sarebbe il caso di impegnarsi nella denuncia delle numerose “bruttezze” con le quali devono fare i conti i disabili e le loro famiglie: diritti ignorati, sostegno scolastico inadeguato, lavoro negato, barriere di ogni tipo mai eliminate, legge sul “Dopo di noi” inapplicata, assistenza domiciliare umiliante, autonomia scoraggiata, inclusione sociale ostacolata, famiglie abbandonate…

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