Il 13 settembre 2025 Verona ospiterà il Tumulto Pride, una manifestazione che si annuncia come un momento di forte impatto politico e simbolico. Organizzato dalla Rete Rainbow, il corteo attraverserà i luoghi che hanno segnato la storia delle battaglie civili cittadine, in un percorso che non vuole essere solo celebrazione ma anche memoria e resistenza.

Tra coloro che più incarnano questo spirito c’è Giovanni Zardini, nato in Valpolicella nel 1963. Grafico pubblicitario di professione, da oltre trent’anni ha dedicato la sua vita all’attivismo. Oggi è presidente del Circolo Pink di Verona e responsabile del Gruppo Migranti LGBTQIA+. La sua storia personale è intrecciata a quella della comunità queer veronese, che negli anni ha affrontato discriminazioni e ostilità, trovando però sempre la forza di reagire.

“Verona non è mai stata una città semplice”, racconta Zardini. “Qui fascismo e razzismo li senti nell’aria. Ogni giorno devi trovare nuove energie per non lasciarti abbattere”. Negli anni Novanta, le mozioni omofobe approvate dal Consiglio comunale hanno rappresentato uno dei momenti più difficili per la comunità LGBTQIA+. “Sono state cancellate solo tre anni fa – ricorda – ma ci hanno segnato per sempre. È anche per questo che oggi non possiamo smettere di lottare”.

Se da un lato ci sono state ferite profonde, dall’altro non sono mancati momenti di riscatto collettivo. Zardini cita il Pride del 2019, con i migranti LGBTQIA+ in testa al corteo, e la grande manifestazione di Non Una di Meno contro il Congresso delle Famiglie. “Mi sono commosso fino alle lacrime – confessa – perché ho visto con i miei occhi che le lotte di ieri hanno dato radici e coraggio a quelle di oggi”.

Per lui, l’attivismo non è solo un atto politico, ma anche una scelta personale: “Vuol dire che non ho perso la capacità di arrabbiarmi, ma anche di sperare. Ogni volta che penso di mollare, qualcuno mi ricorda perché vale la pena restare. E io resto”.

Il Tumulto Pride nasce proprio da questa energia. Il corteo di sabato 13 settembre partirà dalla stazione Porta Nuova alle 16.00 e attraverserà alcune delle aree simbolo della città, toccando i luoghi delle proteste storiche, come quelli in cui trent’anni fa gli attivisti si distesero sulle strisce pedonali contro le mozioni omofobe. L’arrivo è previsto in Piazza Isolo intorno alle 19.00, con la chiusura della manifestazione alle 20.30.

Un messaggio chiaro

Il messaggio degli organizzatori è chiaro: “Vogliamo che sia un Pride indimenticabile. Verona ha bisogno di tumulto, di voci, di corpi e di sogni condivisi”.

Il corteo sarà intersezionale, portando insieme le lotte della comunità queer, femminista, antirazzista, migrante e antiabilista. Non solo festa, dunque, ma anche rivendicazione di spazi di libertà e visibilità in una città che non sempre ha accolto la diversità.

La storia di Giovanni Zardini si intreccia a doppio filo con questa manifestazione: la sua esperienza, la sua memoria e il suo impegno politico sono parte integrante del Tumulto Pride, simbolo di un cammino collettivo che guarda al futuro senza dimenticare le battaglie del passato.

Come ricorda lui stesso: “Verona non ci vuole, ma noi ci siamo. E continueremo a esserci, a fare tumulto, finché sarà necessario”. Un messaggio che risuona come un invito alla partecipazione e alla costruzione di una città più giusta e inclusiva.

Giovanni Zardini

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