A qualche mese dall’inizio dei lavori della rete fognaria e del filobus nel quartiere di Veronetta le difficoltà legate alla convivenza con il cantiere sono molte. L’entusiasmo che inizialmente gravitava a un possibile rilancio della zona è ormai un lontano ricordo come ci racconta Ilaria Beltrami, titolare della locanda Lo Speziale. Aperto da otto anni e caratterizzato da un menù “figlio” dell’esperienze di viaggio di Ilaria e specchio del crocevia di etnie che popolano Veronetta, Lo Speziale sta facendo i conti con una realtà decisamente complicata.

Ilaria, come è cambiato il modo di vivere il quartiere dal punto di vista del suo locale?

«Nel corso degli anni sono cambiate molto le cose. Dall’apertura fino al Covid sono cambiate in peggio. Veronetta ha avuto il suo momento di gloria dal 2017 fino al 2019 e poi, complice la pandemia, è abbastanza caduta nell’abisso. Ti parlo a livello di frequentazioni, magari poi le persone si sono spostate di più verso piazza Santa Toscana ma non è più la Veronetta di quegli anni di quando ho aperto l’attività.»

Via XX settembre al tempo era più viva?

«Sì, venivano un po’ tutti forse per l’aria di novità del quartiere che si era un po’ aperto rispetto al passato. Poi però, scemato l’entusiasmo iniziale, è ritornato il solito giro. Sono rimaste le persone che apprezzano veramente il quartiere e non solo per moda e i residenti. Il resto, turisti e via dicendo, si sono spostati a San Zeno.»

Da quasi un anno sono iniziati i lavori per le reti fognarie nel quartiere. Da esercente come stai vivendo questa situazione?

«Beh, per quanto mi riguarda, i lavori hanno dato la mazzata finale alla situazione. Poi Veronetta in estate si spopola sempre, ma mai come quest’anno. Infatti, verso fine ottobre sono costretta a chiudere il locale. Rimango certo in zona con una proposta differente, ma tenere un’attività con questa situazione è impensabile.»

Il cantiere in via XX settembre

E il futuro?

«Sinceramente non lo vedo così roseo. A parte che al momento, nonostante i lavori, se piove le strade comunque continuano ad allagarsi. Andrebbero comunque fatti dei ragionamenti diversi per risolvere il problema a monte. Ad esempio, inutile prenderci in giro, a Veronetta persiste una cattiva frequentazione. Anche qualche settimana fa alle quattro di mattina c’è stata una mega rissa qua vicino con quattro volanti della polizia costrette a intervenire.»

La serie di eventi che si stanno organizzando danno ossigeno alla vita in quartiere? Ad esempio è da poco stato annunciato che l’edizione del Tocatì si svolgerà per il secondo anno di fila a Veronetta. Qual è la sua idea?

«Rappresenta senza dubbio un bel tentativo di rilancio. Ma bisogna capire dove vengono fatte le cose. Certo, l’anno scorso in quei giorni c’è stato più giro del normale ma ha riguardato soprattutto la zona che gravita attorno i giardini sopra Porta Vescovo, i parchi e Piazza Santa Toscana. Capisco che sia difficile, ma da questa parte della via (inizio di via XX settembre, ndr) ci sentiamo un po’ abbandonati. Se c’è un evento in Piazza Santa Toscana le quattro persone che sarebbero venute in via XX settembre non vengono. Mentre, ad esempio, con Giardini aperti la manifestazione tocca tutto il quartiere con le persone più portate a girare.»

Anche perché Lo speziale punta molto a fare rete…

«Certo, abbiamo sempre cercato di metterci in gioco con eventi. I tentativi fatti sono stati molti, ma tante realtà hanno chiuso o stanno per chiudere. Non so se ci potrà essere davvero un rilancio con questi lavori. Magari ci sarà una seconda vita, però credo che sia un problema di mentalità nel concepire la zona. Facciamoci caso, non c’è un minimo di verde. Io lo dico da anni, basterebbe mettere delle fioriere per cambiare volto alla via. O innestare qualche alberello per non avere la sensazione di trovarsi in una spiaggia di cemento. Questo fa già la differenza.»

Come è di recente accaduto con la nuova piazzetta Giorgio Gaber dove, adesso che ci sono due panchine e un paio di alberi, le persone si fermano a chiacchierare…

«Ecco, esatto. Basterebbe veramente poco. Non pretendo il viale alberato, ma solo un po’ di verde. E poi aumentare la vigilanza. Finalmente nella parte dove c’è il supermercato IN’s hanno messo una struttura per contrastare l’appostamento degli spacciatori, ma io passavo la mattina e c’era già gente che fumava il crack. Mi dispiace dire queste cose, ma è la realtà dei fatti. Amerei fare promozione culturale attraverso il locale, ma spesso ci si volta dall’altra parte preferendo il classico dj con musica che però non alza mai l’asticella. Rimaniamo sempre fermi allo stesso punto, ma come si potrà cambiare faccia al quartiere se prima non cerchiamo di uscire dal solito giro?».

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