Farming the revolution” di Nishtha Jain, in programma questa sera alle 21 alla Fucina Culturale Machiavelli a Verona (Via Madonna del Terraglio 10), è il secondo docufilm della rassegna Mondovisioni del settimanale Internazionale, portata nella nostra città da CineAgenzia con il supporto di Heraldo. Proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano, racconta la storia delle proteste dei contadini indiani contro il governo di Modi.

La trama. Nel novembre 2020 un giovane agricoltore del Punjab (regione dell’India al confine con il Pakistan), Gurbaz Sangha, intraprende con il suo trattore un viaggio di 400 chilometri fino ad arrivare alla capitale Delhi per unirsi a oltre mezzo milione di uomini e donne provenienti da ogni parte del Paese. Il loro obiettivo è quello di opporsi alle nuove leggi sull’agricoltura del governo di Narendra Modi. I contadini – che rappresentano oltre la metà della forza lavoro indiana – ritenevano che, se attuate, queste leggi avrebbero avuto un impatto negativo sui mercati agricoli protetti dal governo, lasciando gli agricoltori in balia del libero mercato. Durante il lockdown per il Covid, gli agricoltori hanno giurato di rimanere alle porte della capitale fino all’abrogazione delle leggi creando un mondo parallelo in cui hanno ridefinito il senso di comunità e solidarietà, con le donne che sono emerse come partner politici paritari.

La locandina del film

Giorno dopo giorno, i manifestanti – in gran parte trascurati dai media tradizionali – hanno mostrato lo spirito pluralistico, di sfida e di resistenza dell’India. Man mano che il movimento prendeva slancio, gli agricoltori di tutto il Paese, insieme ai sindacati dei lavoratori dell’industria, si sono riuniti in solidarietà. La portata di queste proteste ha riecheggiato lo spirito del movimento per l’indipendenza dell’India, culminando in un risultato inaspettato e trionfale.

Nishtha Jain, la regista indiana del docufilm, in una intervista ha raccontato di essere stata per tredici mesi, assieme al suo team, testimone dell’eccezionale coraggio degli agricoltori che protestavano. «La loro notevole intraprendenza, determinazione, perseveranza, disciplina e pazienza sono state di grande ispirazione. Prendendo esempio dagli straordinari leader del movimento, i protagonisti del film», ha proseguito la regista, «non si sono limitati a sperare o a pregare, o a soppesare dubbiosi le loro possibilità di successo, ma hanno abbracciato la sfida con un atteggiamento totalmente diverso: sono venuti per vincere e lo hanno fatto!

Circondati dalle barricate, i contadini hanno creato una zona di libertà all’interno della quale non si applicano le normali leggi dello Stato di polizia, e che è diventata luogo di ottimismo, speranza e azione: uno spazio di solidarietà all’interno di uno Stato autoritario. In questo assembramento senza precedenti di persone di tutte le caste e classi, urbane e rurali, giovani e anziani, con una partecipazione numerosa di donne, abbiamo imparato come le radici della fede e il pensiero rivoluzionario possano coesistere», ha concluso Nishtha Jain.

Alla fine della proiezione ci sarà un approfondimento del tema trattato dal docufilm curato da Heraldo con Attilio Romagnoli dell’Associazione Rurale Italiana aderente al coordinamento europeo Via Campesina, un movimento internazionale che riunisce milioni di contadini, piccoli e medi produttori, persone senza terra, donne e giovani, indigeni, migranti e lavoratori agricoli di tutto il mondo.

Ingresso, euro 7. Per informazioni: biglietteria@fucinaculturalemachiavelli.com

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