In un momento storico, sociale e culturale sempre più complesso ogni giorno tra le parole più  pronunciate e condivise si trovano guerra e conflitto. Di pace si sente parlare meno perché si preferiscono espressioni come risoluzione del conflitto, ricerca di soluzioni diplomatiche. Eppure pace nella sua apparente semplicità nasconde un potere forte ed è per questo che Verona è pronta ad accogliere una proposta nuova che nasce dalla spinta di Arena di Pace con la sinergia tra Diocesi di Verona, Fondazione Toniolo e Movimento Nonviolento.

Una vera a propria Scuola di pace che si pone l’intento di formare giovani e adulti offrendo competenze e strumenti che potranno essere utili negli ambiti della mediazione politica, della gestione dei conflitti e del metodo nonviolento. Diretta da don Renzo Beghini presidente di Fondazione Toniolo e Massimo Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento la scuola inizierà ufficialmente oggi, venerdì 7 febbraio, con la lectio magistralis “Si può ancora sperare nella pace?” tenuta dal professor Giuliano Pontara, professore emerito di filosofia pratica dell’Università di Stoccolma e uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale. L’appuntamento, a partecipazione libera, è alle 18 presso il Salone dei Vescovi in Piazza Vescovado, 7.

Verona una città di pace

Maurizio Valpiana, presidente del Movimento nonviolento.

E così Verona si pone nuovamente al centro dell’attenzione rispetto ad un percorso che ha radici lontane e una vocazione significativa. Lo ricorda bene Massimo Valpiana portando a memoria l’impegno che la città ha avuto sin dai primi anni Settanta rispetto allo sviluppo del movimento pacifista, alla presenza di realtà che si sono spese e ancora lo fanno dando molto nell’impegno missionario ed educativo. I primi movimenti, i primi embrioni di questa vocazione sociale e culturale fondata sulla pace nascono qui dove oggi il percorso continua.

Insieme a don Renzo Beghini spiegano che «tutto nasce dall’incontro di papa Francesco avvenuto qui qualche mese fa, i temi della pace e della nonviolenza sono sintesi della sua pastorale e della sua visione». Ed è anche per questo che la Chiesa veronese ha scelto di impegnarsi direttamente attraverso il vescovo Domenico Pompili secondo il quale «l’orizzonte è di scardinare la logica del conflitto e dell’alimentare lo scontro, anche attraverso le parole dissennate di alcuni potenti. Oggi siamo chiamati a introdurre una logica diversa e questa Scuola ne diventa uno strumento».

Che scuola sarà la Scuola di pace e a chi è rivolta

La Scuola di Pace è rivolta ai giovani volontari del Servizio Civile e formatori, docenti di unità didattiche sulla pace, incaricati dei progetti specifici di educazione civica, amministratori locali, assessori e consiglieri con delega alla pace, responsabili, volontari e operatori di Ong. Le lezioni saranno suddivise in tre moduli tematici: etico-giuridico, storico-sociologico, politico e del linguaggio.

don Renzo Beghini, presidente della Fondazione Toniolo.

La scuola sarà organizzata alternando due modalità di partecipazione attiva: 20 ore residenziali distribuite in tre weekend intensivi da venerdì sera a domenica mattina presso la casa della Congregazione delle Figlie di Gesù e il Centro diocesano di spiritualità di San Fidenzio, in cui  saranno proposte testimonianze e laboratori e 30 ore non residenziali con lezioni frontali, studio individuale, forum di discussione online, elaborazione di progetti e webinar di approfondimento.

Dice don Renzo Beghini: «Questo progetto parte da Verona portando con sé un respiro nazionale e un livello scientifico di qualità, ha convenzioni con importanti università italiane da cui arrivano i diversi docenti, collaborazioni con enti, centri studi e fondazioni su tutto il territorio italiano e tutto ciò non può che contribuire a rendere questo un progetto non solo formativo ma di notevole valore».

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