Rana Verona è stata eliminata ai quarti di finale dei playoff scudetto. Ora si giocherà le proprie carte nel tabellone di consolazione che mette in palio le posizioni dal quinto posto.
La delusione è molta, ma l’abbinamento di primo turno con Sir Susa Vim Perugia era apparso proibitivo già alla vigilia e così è stato. Tre gare e tre sconfitte per i gialloblù che possono recriminare più per quanto successo nell’ultima giornata di Regular season che per le gare contro gli umbri, terminate con rese onorevoli.

Torniamo a quell’ultima disgraziata giornata

Come detto, Verona può, e deve, recriminare soprattutto sul finale di stagione regolare. Nel complesso, il girone di ritorno è stato eccellente, ma lo 0-3 subito in casa da Cucine Lube Civitanova all’ultima giornata e, ancor di più, lo 0-3 contro Allianz Milano alla terzultima, si sono rivelati due inciampi fatali per le ambizioni della squadra allenata da Radostin Stoitchev.

Nonostante ciò, anche la fortuna non ha aiutato: la classifica cortissima, infatti, avrebbe potuto regalare abbinamenti comunque più alla portata. Invece, non è stato così.
Sarebbe sbagliato, però, valutare una stagione solo attraverso gli ultimi risultati, magari più nella mente di tutti in quanto più vicini nel tempo. Verona, in merito alla classifica finale, paga soprattutto una prima parte di stagione in cui non ha avuto l’organico al completo, complici alcuni infortuni risolti solo dopo qualche mese dall’inizio della stagione. Purtroppo, il buon recupero in classifica da fine dicembre in poi non è bastato a colmare le lacune autunnali.

Il bicchiere mezzo pieno

Rana Verona al completo ha dimostrato di essere una squadra molto più vicina ai top team rispetto a quanto non dica la classifica finale di regular season e il quarto di finale giocato. Questa valutazione è tanto più valida se si guarda agli anni passati. Certo, intendiamoci, rispetto a Perugia o ad altre corazzate con budget nettamente superiori, c’è ancora gap, specie nelle gare che contano e specie se si guarda alla continuità che possono offrire solo squadre con organico profondo. Però questo gap non è mai stato così sottile come in alcuni scorci di questo anno sportivo.

Il bicchiere mezzo vuoto

Inutile girarci intorno. A prescindere dalle cause e dalle motivazioni, le semifinali scudetto rimangono ancora un tabù. Inoltre, l’ottima costruzione di questo organico non può nascondere il dubbio che questo gruppo di giocatori non possa avere troppi margini di miglioramento in alcuni ruoli chiave. In sostanza, la questione centrale è quanto possa essere futuribile a livelli più alti rispetto al gioco espresso, fatti salvi i normali avvicendamenti che ci sono e ci saranno quest’estate.

Diventare una contender è complesso, molto. Specie in Italia in una SuperLega sempre ricca di talento e organizzazione. Anche quest’anno il campionato ha dimostrato che, nonostante gli sforzi profusi e molte scelte azzeccate da Verona, ancora non basta.

La serie di playoff con Perugia

Le prime due gare del quarto di finale hanno avuto medesimo andamento. Primo set appannaggio di Verona, poi no contest a favore di Perugia che ha fatto prevalere l’enorme divario di qualità offensiva, specie in gara due.

L’effetto pubblico amico non c’è stato e quando una squadra attacca con un 20% in più di palla a terra rispetto all’avversario, il risultato non può che essere uno solo. Sul fronte tattico, va segnalato che in gara-1 Noumory Keita è partito dalla panchina, mentre in gara 2 è stato Donovan Dzavoronok a rimanere fuori. Pur “invertendo l’ordine degli addendi”, il risultato non è cambiato.

In gara-3, invece, la partita è stata diversa dalle precedenti. Perugia si è portata sul 2-0 ad un passo dal superamento del turno, poi si è complicata la vita spuntandola 17-15 al quinto. Dopo un avvio con Keita ancora in panchina, nel terzo set è stato Amin Esmaelnezhad ad uscire lasciando al maliano il ruolo di opposto. Se l’attacco di Verona, in questo caso, è riuscito a fare partita pari, la differenza si è verificata nella fase di battuta e ricezione. Per i gialloblù 18 errori dai nove metri e 12 sul servizio avversario. Il doppio rispetto agli umbri.

L’allenatore Radostin Stoitchev in conferenza stampa. Credits: VeronaVolley 

Difficile il confronto con Perugia

Con i “se” e con i “ma”, nello sport si va poco lontano. Rimane il fatto che confrontarsi con Perugia sia difficile per tutti ad ogni latitudine, non solo per Verona. Questo confronto impari, per certi versi, ha impedito di comprendere fino in fondo cosa valga veramente Verona quest’anno. Forse non lo comprenderemo mai, visto che i playoff per il quinto posto, per quanto importanti, non sono un banco di prova del tutto credibile.

Occorrerà verificare come gli altri team affronteranno l’impegno, se alcune società, compresa Verona, utilizzeranno certi match in programma per effettuare esperimenti o per altro tipo di finalità. A rendere stimolante questa appendice di stagione, in palio per la quinta classificata ci sarà la partecipazione alla Challenge Cup 2024/2025. Per Verona sarebbe davvero opportuno puntarci, arrivare quinti sarebbe un bel segnale di competitività ad alto livello.

Uno sguardo alle altre sfide

Itas Trentino ha estromesso Valsa Group Modena in tre gare, che hanno certificato la stagione nera degli emiliani, incapaci di sfruttare l’infortunio del regista Riccardo Sbertoli. Per i trentini quest’anno anche la soddisfazione di aver conquistato l’ennesima finale della Cev Champions League. Passano gli allenatori, passano i giocatori, ma la società fa sempre la differenza.

Mint Vero Volley Monza e Civitanova andranno, invece, a gara cinque. I marchigiani non muoiono mai, vedasi anche i playoff delle ultime annate e hanno recuperato uno svantaggio di due gare per giunta aggiudicandosi due tie-break in fila. Scommettere contro di loro, a questo punto, potrebbe non essere la scelta migliore.

Si chiuderà a gara cinque anche la sfida tra Allianz Milano e Gas Sales Bluenergy Piacenza. Gli emiliani, avanti due set a zero in gara quattro e avanti due a uno nei confronti, hanno perso ai vantaggi terzo e quarto set, per poi crollare al tie-break. Piacenza è più forte, ma non è facile scommettere contro i lombardi, specie dopo questo particolare esito di gara-4.

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