È davvero difficile commentare la sconfitta del Chievo contro il Monza di questo pomeriggio. È difficile perché il risultato è stato pesantemente condizionato dagli errori della terna arbitrale capitanata dall’arbitro Sacchi, che nei primi dodici minuti di gioco del primo tempo prima non ha fischiato un sacrosanto rigore per gli uomini di Aglietti, poi ha fischiato un fuorigioco – che se c’era era millimetrico – su Margiotta lanciato a rete e, infine, dulcis in fundo ha annullato allo stesso Margiotta un gol regolare per un altro fuorigioco che anche in questo caso non c’era. Tre episodi a dir poco clamorosi, che avrebbero fiaccato lo spirito di chiunque e che alla fine sono risultati decisivi. Il Chievo, a dire la verità, non si è fermato e ha continuato per tutto il primo tempo a macinare gioco, dimostrando una superiorità tecnico-tattica che si è concretizzata soprattutto in un gran possesso palla e qualche sporadica azione da gol. Ma a essere onesti la partita della formazione clivense sta tutta in quei primi dodici minuti di gioco, nei quali avrebbe potuto tranquillamente (e meritatamente) trovarsi in vantaggio per tre reti a zero – contro la corazzata del campionato – e, invece, ha dovuto masticare amaro per colpe non sue.

Il cross di Ciciretti, con Margiotta (poi autore del colpo di testa vincente) che parte in linea con il difensore

Poi, si sa, quando non raccogli quello che pensi di meritare, e con il passare dei minuti gli avversari mantengono inviolata la propria porta e alzano pian piano il baricentro del proprio gioco, con tanti giocatori esperti in tutti i settori del campo, il rischio di demotivarsi a livello psicologico è concreto. E il Chievo, nel secondo tempo, ha incassato il gol da Mario Balotelli, l’uomo più atteso del Monza, al primo vero tiro subito. Un perfetto colpo di testa su un altrettanto perfetto cross di Donati, con l’incolpevole Semper costretto a raccogliere il pallone nel sacco. Il tutto, curiosamente, pochi istanti prima che lo stesso Balotelli venisse sostituito dal suo allenatore Christian Brocchi. Anche in questo episodio, se vogliamo molto fortunato per il Monza, si sintetizza la partita fra le due seconde del campionato, che hanno dato vita a un match teso e combattuto, anche se i portieri sono rimasti a lungo inoperosi. Fino a quel momento, il 15′ della ripresa, Semper non aveva, infatti, praticamente toccato palla, ma poco dopo ha dovuto fare un miracolo, a tu per tu con Barillà, per evitare il 2-0, che avrebbe avuto del clamoroso. Due azioni e un gol per i brianzoli, che raccolgono così il massimo risultato con il minimo sforzo. L’1-0 per i biancorossi è rimasto tale, fino al termine, anche perché nella girandola di sostituzioni nel finale di gara il Chievo non solo non è riuscito a trovare il guizzo o la giocata per portarsi a casa almeno un meritato pareggio, ma addirittura ha perso il ritmo necessario per tentare l’assalto finale alla porta avversaria. Un po’, a dirla tutta, com’era capitato soltanto sei giorni prima a Brescia, dove i gialloblù erano mancati proprio nella mezz’ora finale. Materia di riflessione per Aglietti e il suo staff, per carità, ma come abbiamo scritto all’inizio, è davvero difficile commentare un match che avrebbe dovuto fin dai primi minuti correre su binari completamente diversi e invece…

Una fase di gioco di Chievo-Monza

Ha ben ragione il Patron Luca Campedelli a lamentarsi a fine gara non solo dell’arbitro Sacchi, ma più in generale di questa sorta di questo accanimento nei confronti della sua squadra, un atteggiamento che ha spessissimo penalizzato il Chievo nel corso di questa stagione. Sono numerosi, infatti, gli episodi che hanno tolto punti pesanti a Garritano e soci, a cominciare dai due rigori non dati in occasione della partita casalinga contro la Salernitana alla seconda di campionato, per proseguire con la gara d’andata contro il Monza (quando venne dato ai brianzoli un rigore inesistente, poi ribaltato dalla doppietta di Djordjevic), per proseguire più recentemente proprio contro il Brescia (altro rigore per fallo di mani in area del difensore bresciano Mateju non dato ai gialloblù, rigore che avrebbe permesso di agguantare un importantissimo pareggio) e concludere con i tre episodi incriminati di oggi. Davvero troppo (ma ne abbiamo dimenticato sicuramente qualcuno) per non far esplodere la rabbia del dirigente, che vede le legittime ambizioni della sua squadra mortificate da questi continui errori, fatalmente sempre a senso unico.

Non abbiamo mai lamentato, da queste colonne, le carenze arbitrali, anche perché onestamente senza il VAR, a cui ormai ci si è abituati in Serie A, le cantonate sono ammissibili. Però fanno specie gli errori a ripetizione, alcuni dei quali davvero “marchiani” per non dire di peggio. Non vogliamo assolutamente parlare di malafede da parte della classe arbitrale, ci mancherebbe, ma è ovvio che questi errori in serie significano punti importanti lasciati per strada, alcuni contro le dirette concorrenti, e che alla fine del campionato potrebbero risultare decisivi ai fini della promozione diretta o dell’accesso ai play off.

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