La guerra e la poesia sembrano incompatibili. Non a caso si dice “Quando parlano i cannoni le muse tacciono”. Ma non in Ucraina. Lì sta accadendo il contrario: la poesia è diventata una delle armi più potenti per testimoniare i fatti vissuti, anche i più crudeli, i pensieri e le emozioni di chi è immerso nella guerra, suo malgrado.

La poesia, grazie alla sua potenze espressiva e alla brevità, si presta ad essere diffusa rapidamente sui ai social, che aiutano ad accorciare le distanze spazio-temporali fra il poeta e il lettore. Lo spostamento dalla prosa alla poesia è caratteristico per molti autori ucraini, e un esempio più eclatante è Victoria Amelina.

La testimonianza di Victoria Amelina

Nata a Lviv nel 1986, di professione informatica, prima dell’invasione, Amelina aveva pubblicato due romanzi e due libri per l’infanzia, ed era attivissima nella promozione della cultura ucraina. È sua, ad esempio, l’idea di creare un festival letterario a New York, inteso come paesino di 10mila abitanti nella regione di Donetsk. Dal febbraio 2022 anche lei si è immersa nella scrittura le poesie, ma il fulcro della sua attività rimaneva la collaborazione con l’organizzazione Truth Hounds (I segugi della verità) che documenta i crimini di guerra, commessi dalla Federazione Russa sul territorio dell’Ucraina.

Invece di starsene nelle retrovie, Victoria combatteva attivamente per la vittoria. Non seguiva il flusso degli eventi: reagiva, anche quando sembrava impossibile ripristinare la giustizia. Un esempio su tutti è la sua ricerca per ritrovare i diari di Volodymir Vakulenko, scrittore per l’infanzia ucciso, insieme ad altri civili, dai militari russi nei pressi di Izium, nella regione di Kharkiv. Durante l’occupazione, lui era rimasto nel suo villaggio, per badare al figlio autistico, ma era considerato “pericoloso” dagli occupanti, e così l’hanno individuato e giustiziato.

Il diario ritrovato di Volodymir Vakulenko

Quando a settembre del 2022 Izium è stata liberata, e il corpo di Vakulenko era ritrovato nella fossa comune, Victoria si era posta il compito di trovare il diario che lui teneva dall’inizio della occupazione e fino all’arresto. Per farlo, ha scavato la terra attorno all’albero che cresceva nel cortile dei suoi genitori, e, una volta dissotterrato il pacco con il diario dentro, l’ha subito fotografato e spedito all’editore. La testimonianza di Vakulenko ha visto luce grazie alla tenacia di Victoria, ed è stata presentata il 22 giugno 2023 all’Arsenale del libro a Kyiv.

Nei mesi successivi, Amelina ha continuato a investigare i crimini di guerra, parlando coi testimoni diretti dei fatti. Unendo il suo talento e le interviste, voleva scrivere un libro che avrebbe potuto aprire gli occhi ai lettori in tutto il mondo. Il progetto era patrocinato dallo storico e saggista Thimoty Snyder e avrebbe dovuto chiamarsi Diario della guerra e della giustizia: guardare le donne che guardano la guerra”. Victoria aveva previsto di scriverlo in Europa, nella tranquillità e sicurezza di una residenza creativa, per la quale è stata scelta fra tante candidate.

Un’ultima missione

Prima di partire, aveva deciso di compiere un’ultima missione: accompagnare gli scrittori colombiani, venuti da lontano per accertarsi, di persona, cosa stesse succedendo in Ucraina. Insieme sono andati nella regione di Donetsk, in una città considerata sicura, Kramatorsk, che aveva già subito attacchi tragici, in particolare in aprile del 2022, con il bombardamento della stazione ferroviaria, piena di gente. A fine giugno 2023 si credeva che la situazione fosse più calma. Ma era solo una illusione: in Ucraina non ci sono oasi di pace.

La sera del 27 giugno Victoria e i suoi ospiti erano in pizzeria. Era l’ora di punta, c’era tanta gente, diverse famiglie che festeggiavano compleanni. Poi era arrivato un ospite indesiderato: un missile russo.

Fra le sue vittime, anche Victoria. Era colpita gravemente, ma viva, e rimaneva una flebile speranza che potesse sopravvivere. Portata subito all’ospedale di Dnipro, Victoria era rimasta in terapia intensiva fino al 1 di luglio 2023. Poi è salita in cielo, lasciando un vuoto nei cuori di chi l’ha conosciuta e aggiungendo un nome luminoso alla già lunga lista di scrittori, poeti, pittori, musicisti, attori ucraini, uccisi in guerra o a causa della guerra.

Due appuntamenti a Milano e Verona per ricordare Victoria

Domani, domenica 26 novembre, si parlerà di lei a Milano, all’interno de L’Inkiesta Festival 2023, con un omaggio cui prenderanno parte Yaryna Grusha, Helena Janeczek, Kateryna Zarembo, Paolo Giordano, Christian Rocca.

Il un testo originariamente scritto per l’Università dello Iowa, poi pubblicato anche dal Guardian e tradotto in italiano da Flavia Bevilacqua per L’Inkiesta, Amelina ricorda:

“La mia famiglia ha vissuto il trauma dell’Holodomor, chiamato anche Grande Carestia, che si è verificato nel periodo 1932-33, ma i miei nonni non ne hanno mai parlato in dettaglio. Il silenzio crea crepe così profonde che è difficile sentirsi a casa. Quando le storie sull’Olocausto o sull’Holodomor non vengono rivelate completamente, siamo costretti a non fidarci l’uno dell’altro. Chi eri tu nel 1933? Quello affamato o quello che prendeva tutto il cibo? Quello che ha sparato agli attivisti ucraini nel 1941 o quello che ha cercato il proprio caro tra i corpi in decomposizione? […] Ci sono stati silenzi al posto delle tanto necessarie storie. E quando mancano le storie vere, manca la fiducia. Siamo destinati a credere alla propaganda e a tracciare i confini sbagliati ancora e ancora, senza mai sentirci completamente a casa”.

Per ricordare l’Holodomor a Verona ci sarà oggi alle 16.30 in Piazza Pradaval una manifestazione di commemorazione, organizzata da Liberi Oltre le illusioni con la collaborazione dell’associazione Malve di Ucraina, e che si terrà anche a Padova e a Marghera.

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