Debutta dal 22 al 24 aprile prossimo al Teatro Maddalene di Padova lo spettacolo, scritto e interpretato da dal veronese Nicola Sordo, “Perfect Days“, un testo che propone allo spettatore numerosi spunti di riflessione: da quello sempre attuale relativo alle dipendenze a quello ancora più difficile da affrontare del maschilismo e razzismo più sfrenato, per finire con il rapporto sempre difficile con il denaro da parte di una fetta importante della popolazione.

Ne parliamo con lo stesso Sordo, che grazie alla sua vena autoriale ha vinto i premi Corti teatrali in lingua veneta con Tajarse Fora e NdN – Network Drammaturgia Nuova con Camminatori della patente ubriaca, oltre al prestigioso premio Riccione Tondelli nel 2021 con Ok Boomer (Anch’io sono uno stronzo).

Innanzitutto da dove arriva l’ispirazione per questo lavoro? Il titolo, “Perfect Days”, è stato utilizzato anche da Wim Wenders in un film di grande successo del 2023. C’è qualche connessione, anche vaga, fra le due? 

«La coincidenza è casuale, quando abbiamo scelto questo titolo non sapevamo del film di Wim Wenders. Il legame comune è appunto la canzone di Lou Reed, che noi decliniamo nella mitomania della provincia. Alla pompa di benzina del nostro Perfect Days c’è un personaggio che si veste come Lou Reed e canta le sue canzoni, ma è Lou Piang.»

Perché proprio una pompa di benzina come scenario? 

«Vicino a casa mia un tipo anni fa si è giocato la pompa di benzina alle slot machine e ho sempre pensato che avrei voluto farci sopra qualcosa. Poi mi trovavo ad Atene in un momento alto del caro benzina e ho visto un distributore dove le benzinaie erano tutte donne: aveva i prezzi più alti ed era sempre pieno. E ho messo insieme le due cose. La pompa di benzina è iconica anche a livello fotografico. Il fotografo Lorenzo Rossini sta facendo una serie di foto ai distributori che andranno di pari passo con lo spettacolo.»

Il testo si concentra sul tema delle dipendenze e presenta un linguaggio estremamente “crudo”. Perché questa scelta? 

«Mi ha sempre interessato il reportage, il documentario. Ho semplicemente preso un pezzo di realtà e l’ho fatto emergere. Le persone che ho incontrato, le persone che abitato questi luoghi del Country Veneto, hanno queste parole per raccontarsi e per descrivere la realtà. Non ne possiedono altre.»

Ha dichiarato che non sono in realtà le dipendenze ad interessarla, ma la correlazione che può crearsi fra di loro. Può spiegarci meglio questo concetto?

«Le dipendenze, l’alcolismo, il gioco d’azzardo esistono a priori: sono il livello zero, condizione di partenza. Sono accessori come una borsetta o un paio di occhiali. Non è tanto la correlazione tra le dipendenze, ma il rapporto tra le dipendenze e il contesto in cui si sviluppano – e come poi a volte lo deformano. Consiglio un bellissimo film sul rapporto tra Veneto e alcolismo, “Alcol” di Augusto Tretti, un regista di Colà – da dove vengo io.»

Nicola Sordo

Uno dei protagonisti, Leone, ha sicuramente delle caratteristiche che non lo rendono simpatico al pubblico: maschilista, razzista, omofobo, etc. Cosa voleva rappresentare con lui?

«Un maschio alfa spero in via d’estinzione, ma sicuramente esistente. La quasi certezza della sua estinzione lo rende anche un po’ simpatico alla fine.»

E con gli altri personaggi in scena?

«Mi piace l’universo dei losers, soprattutto di quelli che vivono in una fascia di realtà “normale”: i meno rappresentati. La narrazione ora è molto concentrata sui ricchi, anche quando è contro i ricchi, e sui poverissimi, su persone che vivono in condizioni di disagio molto forte. Rimane scoperto un occhio sulla realtà di tutti giorni, che è molto più complessa perché è un insieme di tutte queste cose.»

Ci presenta il regista e gli altri interpreti, oltre a lei? 

«Il regista è Enoch Marrella, vincitore del premio teatrale tuttoteatro.com Dante Cappelletti, da anni attivo nell’ambiente romano, in scena con me l’attore Enrico Ferrari (anche co-autore del testo) e il musicista e sound designer Michele Lonardi, con i quali siamo in giro da molti anni anche con Teatro Da Bar, progetto site-specific dedicato a Bukowski.»

Dopo Padova dove potremo vedere “Perfect Days”?

«Il 5 maggio alla finale del Premio Borsa Teatrale Anna Pancirolli a Milano, dove presenteremo una versione definitiva.»

Lei è musicista, scrittore, autore di testi teatrali, attore… come sono correlate, fra di loro, tutte queste tue attività artistiche?

«È un grande caos. Un po’ per fuggire dalle etichette e un po’ perché avevo voglia di provare un po’ di tutto, conoscere persone provenienti ambienti diversi. Anche se essere creativi non pone queste divisioni, credo che per me scrivere resti la cosa più importante, lo è sempre stata. Adesso ho un’idea per un documentario.»

Però a breve potremo vederla a Verona anche con la chitarra in mano…

«Se volete venire a sentirmi con Niki Neve e la sua banda, ci trovate il 30 aprile nell’ambito de La Verona Bene al Teatro Scientifico alle ore 21. Sul palco con me Roberto “Zizzi” Zanetti e Sergio Zacco!»

Foto da Pexels di Michael Kucharski

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