La sesta edizione di Grenze Arsenali fotografici, festival internazionale di fotografia, torna a Verona dal 7 settembre al 30 ottobre con l’intento di immortalare un momento di condivisione, passione e fotografia.

La Meraviglia

Staunen: meraviglia è il tema di questa edizione del festival. I progetti esposti sono stati selezionati per raccontare le sfumature dello stupore davanti a quell’inatteso che non si può comprendere o dire. Lo stupore infatti è la meraviglia, l’improvvisa sorpresa. È thaumàzein: gioia della novità, apertura all’altro e angoscia dell’ignoto, trauma e dissonanza cognitiva.

Gli spettatori sono chiamati a tornare bambini e a stupirsi a Grenze:

«la poesia» come diceva Giovanni Pascoli «consiste nella visione d’un particolare inavvertito, fuori e dentro di noi». La poesia, infatti si trova in tutto ciò che ci circonda e che siamo noi, basta avere gli occhi giusti per coglierne la bellezza ed è questo lo spirito che la sesta edizione del festival vuole trasmettere attraverso le mostre, i laboratori e i workshop proposti.

La curatela e la direzione artistica del festival sono di Simone Azzoni, docente universitario e critico d’arte, e Francesca Marra, fotografa e docente, affiancati da un team giovane e dinamico di studiosi, studenti e appassionati di fotografia che hanno reso possibile tutto questo.

Grenze, progetto organizzato in collaborazione con Assessorato alla Cultura – Turismo – Spettacolo – Rapporti con l’UNESCO del Comune di Verona e l’Università Pontificia IUSVE, nasce come sperimentazione zero per riportare a Verona un’occasione pubblica di confronto, studio e analisi sui modi in cui in fotografia declina la distanza tra vedere, guardare, osservare e meravigliarsi.

Sotto lo stesso cielo ma con orizzonti diversi.

Le Mostre

Una galleria di storie, identità e persone di respiro internazionale con fotografi provenienti da Australia, Stati Uniti, Grecia, Cuba, Kosovo, Spagna, Serbia, Belgio e naturalmente Italia.

Il cuore della mostra è caratterizzato dalle opere di Monika Bulaj con Il Miracolo degli occhi nato da un progetto didattico con i ragazzi dell’enclave serbe di Velika Hoca e Metohija. Uno sguardo fotografico di speranza, uno sguardo di bambini di comunità diverse, quella serba e quella albanese che a distanza di 15 anni dalla fine del conflitto non sono ancora riuscite a trovare una convivenza pacifica.

Il percorso artistico prosegue con Francesco Comello, L’isola della salvezza. Trenta immagini in bianco e nero raccontano l’anima di una comunità spirituale ortodossa, educativa e culturale, sorta negli anni Novanta in Russia e oggi rifugio per oltre 300 ragazzi perlopiù con problemi familiari. Niente Tv, internet, cellulari e denaro, considerati mali della società. Si zappa la terra, si studia, si balla. Si forgia l’anima e si allena il corpo per un mondo alternativo immortalato con lirismo dal vincitore del premio World Press Photo 2017.

© Francesco Comello, da L’isola della Salvezza, per gentile concessione dell’autore

Più che un’esposizione fotografica, quella Anna Maria Antoinette D’Addario, Deep in Their Roots, All Flowers Keep the Light è un viaggio dentro l’anima. La fotografia è un atto di resistenza alla morte e al silenzio causato dalla perdita di un familiare raccontato attraverso la resilienza del paesaggio che contiene ricordi e connessioni riemersi tramite le immagini. Nella sua opera la fotografia è strumento di esplorazione e comunicazione simbolica, emotive e poetica.

L’umano scopre la tecnologia nel Manifesto, opera NFT di Black7even. Scatti di mani umane disegnate tramite l’intelligenza artificiale. Imperfezione e perfezione si incontrano e si scontrano nello spazio di questa avanguardistica mostra fotografica a spiegare l’insidioso rapporto tra uomo e tecnologia.

La fotografia oltre ad emozione e umanità si fa sociologia in NIÑOS CUBANOS di Manuel Almenares: scene urbane di vita quotidiana, esperienze private, abitudini, costumi ed esseri umani di Avana e in particolare del quartiere La Habana Vieja sono catturati nelle istantanee di questa meravigliosa mostra.

Lo stesso intento lo ritroviamo in Mila di Mitar Simikič. La storia di Mila, una ragazza bosniaca di religione musulmana, viene raccontata attraverso gli scatti dell’esposizione che mirano a raccogliere le sfumature culturali, sociali ed emotive degli ultimi 7 anni della sua vita.

Al centro delle mostre non c’è solo l’uomo ma anche la natura. Un esempio è l’esposizione TRANSLITERALITAT di Glòria Giménez Carrillo: una riflessione per immagini sulla natura effimera degli eventi e delle loro fotografie, trasformate in disegni e incisioni con lo scopo di dare loro una nuova vita.

Da ultimo ma non per importanza il tema del rapporto uomo natura viene ulteriormente approfondito nella mostra Sea Bones di Caterina Morigi, dove il micro e il macro della materia si fondono attraverso la fotografia, mostrando una relazione sostanziale tra uomo e natura. Siamo compatibili.

Per la sezione OFF a cura di Sara Munari e Lisangela Perigozzo presso Il Lazzaretto e con la collaborazione dell’Associazione Amici del Lazzaretto di Verona: Alicia Lehmann The Hammer of Witches, Anna Sempreboni Feeling Blue, Chiara Innocenti MERAVIGLIE PRESENTA, Francesco Capasso Oltre i miei occhi, Roman Kosh Gold, Pola Rader Monotown, Milda Vyšniauskaitė Boys.

Le Sedi

Il percorso proposto dal festival oscilla tra tradizione e novità nella scelta delle diverse location che ospiteranno le mostre dell’edizione 2023.

Al Bastione delle Maddalene di Vicolo Madonnina 12 è esposta la sezione principale.

Le mostre di Charles H. Traub – Dolce Via Nova – e di Benedetta Sanrocco – CHOCOLATE & DIRTY CLOTHES del Premio Musa nato in collaborazione con l’omonima scuola milanese, saranno esposti presso Grenze, Galleria d’Arte Contemporanea, in collaborazione con Isolo17, in via XX Settembre.

In Fonderia ci sarà ASPETTATIVE TRADITE di Chiara Bandino, GloriaPasotti, Nicolò Lucchi, Arielle Bonne Année.

Il Lazzaretto di Verona ospita la sezione OFF mentre Lo Spazio Veronetta propone W O W

un progetto di Jessica Noy Laufer, Chiara Fogliatti e Ginevra Gadioli.

Quattro le nuove sedi:

Le Serre Comunali si aprono al pubblico proponendo tra limoni e sempreverdi due progetti: Ottantuno di Isacco Emiliani e Capre o Pecore di Kevin Horan.

Il Teatro Nuovo in occasione della rassegna Theatre Art Verona, espone Teatro e fotografia una antologica di Enrico Fedrigoli.

Porta Vescovo accoglierà lo spazio dedicato al libro di fotografia e alcuni incontri con gli autori.

Infine, inaugurato in maggio Il Meccanico, nuovo spazio espositivo del Festival in Via San Vitale 2b, espone in settembre una scelta dalla collezione dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, il progetto di Petros Efstathiadis ESCAPE PODS e in ottobre, in collaborazione con Art Verona: Laure Winants con Albedo, Isacco Emiliani e la sua ultima ricognizione artica Climate Change e Elodie Cavallaro con Mère.

Il programma è qui.

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