I giornali, la sua popolarità e il senso comune definiscono Taylor Swift “Pop Icon”, icona pop. Al contrario una considerevole parte di “fedelissimi” e siti di informazione, tra i quali Wikipedia, reclamano a gran voce anche (e soprattutto) “l’identità country” della cantante statunitense.

Tale situazione potrebbe creare una sorta di ambiguità soprattutto per chi non ha mai ascoltato la cantante originaria della Pennsylvania. Per fare chiarezza sulla vicenda è necessario compiere un excursus sulla sua carriera e conoscere meglio colei che, a dire di molti, è in grado, letteralmente, di “spostare le masse”.

Country’s lover

All’età  di 14 anni Taylor Swift e la sua famiglia vengono ricollocate a Hendersonville (Tennessee) perché il padre vuole aiutare la figlia a emergere artisticamente e quindi  trova un lavoro di ufficio in quella città. Qui a Nashville Swift nutrì il seme d’amore per la musica country, che già era presente in lei da qualche anno, da quando cioè gli occhi le si illuminarono nel vedere il documentario su Faith Hill (una delle più affermate cantanti country), radicandosi nel suo cuore.

Iniziò così a collaborare con autori del “Music Row”, un distretto di Nashville considerato il centro focale dell’industria dell’intrattenimento della città e in particolare della musica country, gospel e cristiana. Nello stesso anno divenne la più giovane artista ad aver ottenuto la “Sony/ATV Tree Music Publishing”.

Taylor Swift durante il tour in Australia del 2012, foto di Eva Rinaldi, Flickr, CC BY-SA 2.0.

Due anni dopo, nell’ottobre del 2006, uscì con il suo album di debutto intitolato con il suo nome, lavoro che si posizionò quinto nella classifica nazionale e contribuì a farla diventare la prima artista country a scrivere o co-scrivere ogni traccia di un album di platino.

Il primo album nello stile canoro, nei testi e nella musica eseguita spesso con solo una chitarra acustica, avvolgeva il country classico appreso nel “Music Row” con la prospettiva di una adolescente. Un esempio è la canzone “Teardrops on my guitar”.

Da quel debutto iniziò l’ascesa della cantante, la quale inizia gradualmente a tralasciare lo stile e l’identità acquisita nella capitale del Tennessee per ampliare pian piano il proprio target, considerando sempre di più le sonorità pop.

Pop icon

L’apice di tale trasformazione avvenne  nel 2014, quando Swift si trasferì a New York e pubblicò l’album pop intitolato 1989. Alcune canzoni di quel lavoro divennero iconiche e fecero il giro del globo, come la notissima “Shake it off”.

Taylor Swift si è esibita allo stadio San Siro di Milano nel tour 2024. Foto di Stefania Berlasso.

Questo cambiamento le permise di vincere moltissimi premi come Best Pop Vocal Album nel 2016 per il suo primo album pop e di entrare definitivamente nello star system americano, che presto avrebbe dominato. A quel punto ogni sua scelta, anche quella più personale, divenne una sorta di atto sociale di rilievo, come quando venne aumentato il costo dei biglietti di un match di football americano che la cantante era andata a vedere per sostenere il suo presunto fidanzato Travis Kelce.

Gli ultimi anni, poi, sono stati un vero trionfo. Taylor Swift è stata in assoluto l’artista più ascoltata del 2023, con un totale di 26 miliardi di streaming a livello globale, mentre nell’agosto dello scorso anno è divenuta la prima artista femminile della storia a raggiungere i cento milioni di ascoltatori mensili. 

Un amore che non svanisce 

Nel 2021 uscì una rielaborazione dell’album “Red” con collaborazioni importanti che spaziano da Ed Sheeran a Chris Stapleton. Un progetto che differiva completamente dalla Taylor Swift in versione pop per donare un sentito tributo al periodo iniziale della sua carriera. Le sonorità preponderanti sono country, con sfumature di elettronica e rock.

Nel momento in cui si ascoltano le tracce sembra di fare un salto indietro nel tempo, anche se l’album non sembra per nulla “datato” Tutto questo perché l’amore per il country di Swift non è mai scomparso, sciolto sotto i riflettori del mondo, ma è sempre rimasto parte integrante della sua carriera e senza dubbio anche della sua identità.

A tal proposito vi consigliamo di ascoltare il brano “Red” che intitola l’album citato. Per concludere, prima di darvi appuntamento al mese prossimo, vi lasciamo con un ultimo consiglio di ascolto che potrebbe essere premonitore: “Guy for that”.

Il video ufficiale del brano Guy for that di Post Malone ft. Luke Combs, che anticipa la prossima tappa country di Heraldo.

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