Le difficoltà per la prima biblioteca cittadina di tornare ad operare a pieno regime e con serenità sono note: lunghi lavori programmati, chiusure impreviste (l’ultima, per guai elettrici, la rendono non accessibile almeno fino al 24 giugno). Per capire come stanno le cose abbiamo contattato Elisa la Paglia, Assessora alle Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità.

Assessora, rientreremo prima o poi nella Civica?

«Pur intervenendo con urgenza e stanziando fondi eccezionali, la Biblioteca Civica dovrà rimanere chiusa ancora alcuni giorni per i noti guai. Nel frattempo, abbiamo quasi raddoppiato gli orari d’apertura delle biblioteche di quartiere e diverse persone sono impegnate nel recupero della catalogazione che era ferma da tempo.

Non siamo stati con le mani in mano: abbiamo recuperato 100.000 euro circa per i lavori di manutenzione attualmente in corso per il ripristino degli impianti idraulici ed elettrici della Civica. Temporaneamente abbiamo potuto riattivare in emergenza solo il sistema di allarme ma è già molto importante averlo in funzione. Stiamo cercando di uscire dall’impasse

E il materiale d’archivio nei magazzini esterni, spesso manoscritti unici?

L’assessora alle Politiche educative Elisa La Paglia.

«Parte del prezioso materiale ora è in un magazzino a Matera. Purtroppo, la custodia è stata per noi penalizzante, tanto che gli scaffali – immagazzinati insieme ai libri – si sono arrugginiti. Abbiamo quindi stanziato 40.000 euro per recuperare delle strutture per accogliere i testi che ora sono in Basilicata.

Il 21 giugno andrò personalmente a Matera per verificare lo stato di conservazione dei nostri libri anche perché, da un recente confronto con la Soprintendenza archivistica, sono emersi molti limiti nella gestione del trasferimento di circa 400.000 pezzi, avvenuto nel 2021, per poter svolgere i lavori di ristrutturazione nel magazzino Nervi. Limiti che potrebbero aver fortemente messo a rischio il nostro patrimonio; mi auguro non sia stato realmente intaccato.»

Ad agosto dell’anno scorso aveva dichiarato di voler intervenire sul personale. Da allora cosa è stato fatto?

«Dopo molti anni di stasi, abbiamo programmato nel piano triennale del personale del Comune un concorso per bibliotecari allo scopo di investire su personale qualificato e stabile. Ho ottenuto, inoltre, che venisse interrotta una spiacevole pratica nell’utilizzo dei colleghi di cooperativa, ragazzi che lavorano per il Comune di Verona anche da 20 anni con curricula di tutto rispetto in ambito bibliotecario, cercando di valorizzare le loro preziose competenze.

Infine, sto intervenendo affinché si provveda alla conservazione e catalogazione dell’archivio, secondo impegni e obblighi istituzionali cui si è venuti meno per ben due anni; stiamo recuperando ora per metterci alla pari. Devo però anche ammettere che, in questa grande sfida e scommessa, non tutto il personale ha scelto di essere collaborativo.»

“La biblioteca deve tornare ad essere centro di cultura. Per fare questo, però, dobbiamo ripensare l’organizzazione delle proposte culturali” con orari più ampi.  A che punto siamo?

«In questi dieci mesi abbiamo cercato di cambiare approccio: gli utenti sono al centro delle nostre scelte, devono essere la ragione per cui apriamo le porte delle nostre biblioteche. Il nostro obiettivo è aumentare il numero dei prestiti, ampliare e diversificare l’offerta, accogliere iniziative sulla lettura in Civica e nelle biblioteche di quartiere deve essere il motore e il parametro di giudizio dei nostri servizi.

L’ingresso della Biblioteca Civica in via Cappello con la statua di Emilio Salgari – Foto di Ernesto Kieffer

Per esempio, per i più piccoli e per le mamme in attesa, abbiamo accolto gli eventi di LibrOrchestra con Elisabetta Garilli nelle biblioteche di Borgo Roma e Borgo Trieste; nella Biblioteca Civica la rassegna Libri e Rose, che si è svolta a Verona per il secondo anno sostenuta dall’ assessorato alla cultura; si è appena conclusa  una nuova rassegna con incontri divulgativi sulla salute promossi dall’università di Verona. Abbiamo poi realizzato una sinergia importante con una delle eccellenze della nostra città: il centro audiovisivi, un centro vivo e vitale che propone rassegne e corsi molto seguiti e ha in dotazione un archivio di film, documentari e testi specializzati e che ora è accessibile anche dalle biblioteche di quartiere.

Abbiamo partecipato ad un bando ministeriale per offrire, in alcune biblioteche di quartiere, attività che vedono protagonisti i ragazzi e le ragazze; stiamo aspettando l’esito di un altro bando per ampliare la biblioteca di Quinto e realizzare la biblioteca scolastica e la sala polifunzionale alle “Dante Alighieri”.

Per chi fa ricerca e studio, abbiamo avviato un confronto con la Provincia per mettere in sinergia i due sistemi bibliotecari che fino ad ora viaggiano paralleli [ovvero l’Opac- Online Public Access Catalogue]; a differenza delle rette, noi vorremmo farli incontrare e avviare il progetto di un polo archivistico unico, ma solo dai prossimi incontri si potrà capire fattibilità e tempi di questi desideri. C’è molta carne al fuoco.»

Ritornando sulla questione del personale, dopo la “fuga” del direttore del sistema bibliotecario di Verona, Antonello De Berardinis, si è tornato all’antico con un dirigente in pensione…

«La questione dell’individuazione di un nuovo dirigente a tempo pieno è sul tavolo. Però va sottolineato come tutto questo, in così poco tempo, non sarebbe stato possibile senza la generosa, gratuita e competente disponibilità del dottor Raise. Il suo servizio è iniziato il 1 febbraio e, secondo la legge, dovrà essere breve e temporaneo.»

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