Questa mattina al Polo Santa Marta dell’Università degli Studi di Verona è stata inaugurata ufficialmente la terza edizione del Festival del Giornalismo di Verona. “Un Festival sfidante”, ha asserito Fabiana Bussola dell’associazione culturale Heraldo, che si fa carico dei grandi temi della nostra società: l’impatto ambientale e il contributo concreto che il mondo dell’informazione può dare a questo macro-argomento. Da questa considerazione lo slogan “Impatto zero/zero impatto”.

In memoria di Antonio Spadaccino

Una duplicità di significato che Angiola Petronio, presidente di Assostampa Verona, definisce fondamentale per il giornalismo contemporaneo, un mondo che sta affrontando “delle difficoltà notevolissime sia da un punto di vista pratico, perciò economico, sia come professione nella sua idea vera e propria”. Non è un caso che il premio per il Miglior giornalista under 30 tra le testate veronesi sia dedicato alla memoria di Antonio Spadaccino. Un professionista dell’informazione che Angiola Petronio ricorda di come “avesse il pallino dei giovani, formando almeno due generazioni di giornalisti. In questo momento fare il giornalista, soprattutto per un ragazzo, è una sfida complicata.

La professione è sempre più precaria, sebbene la formula spesso venga addolcita con la locuzione freelance, ma la sostanza è che si fa fatica ad essere assunti per avere una certezza lavorativa. Una categoria che tra querele e altre situazioni è sempre molto a rischio”. Conclude Angiola Petronio con un pensiero quanto mai importante oggi: “La cosa importante è che ci si ricordi dei doveri ma che ci si ricordi anche dei diritti. Diritti che passano soprattutto dai giovani che vogliono iniziare questo lavoro. Se non ci sono diritti non ci sarà un giornalismo corretto”.

Anche tanti giovani nella giornata di inaugurazione al Polo Santa Marta. Foto di Emanuele Antolini.

Uno sguardo alla precarietà della professione

Il giornalista Alessandro Baschieri, caporedattore Corriere del Veneto/Corriere della Sera, ha poi descritto Antonio Spadaccino come “essenziale”. Un professionista che arrivava dritto al punto del discorso e con un’idea di informazione che metteva al centro il pubblico, spiegando e interrogando i lettori sui temi che lo riguardavano direttamente. Ernesto Kieffer di Heraldo, prima della consegna del Premio Antonio Spadaccino, ha inoltre sottolineato come sia stato difficile trovare giornalisti under 30 all’interno del panorama dell’informazione. Ciò che traspare perciò all’inaugurazione della terza edizione del Festival del Giornalismo è l’importanza dei giovani nell’intraprendere la professione del giornalista con serietà, facendosi carico delle sfide globali mettendo al centro un’idea di informazione concreta, che sia di impatto e non a “impatto zero”.

Da sinistra: Alessandro Baschieri, Camilla Spadaccino, Gregorio Maroso ed Ernesto Kieffer.

A vincere il premio Antonio Spadaccino è stato Gregorio Maroso di Verona In, che nel discorso di ringraziamento ha tenuto a ribadire la situazione di precarietà in cui navigano purtroppo molti giornalisti.

Il Festival è poi entrato nel vivo con una giornata ricca di incontri e dibattito.

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