Musicisti che si esibiscono nelle strade cittadine del centro storico, ma non solo, durante lo “struscio” del sabato pomeriggio? Un’immagine che si vede spesso a Padova o a Brescia, ma anche a Ravenna o Bologna, solo per fare gli esempi di città non troppo lontane dalla nostra. Senza poi contare quello che accade nelle metropoli italiane Milano, Torino e Roma, o in quelle internazionali, come Parigi, Barcellona, Londra o Berlino. Per rimanere in ambito europeo

A Verona, quarta città d’Italia per flussi turistici e che, soprattutto, deve molta della sua fama alla musica, tutto questo semplicemente non avviene. Perché? Per l’attuale regolamento comunale, che di fatto impedisce – se non nella forma quantomeno nella sostanza – agli artisti di strada di esibirsi in Piazza Bra o nelle centrali via Mazzini e dintorni. Ma anche in piazza Libero Vinco in Borgo Venezia o nel parco San Giacomo, in Borgo Roma.

Ora però tutto potrebbe all’improvviso cambiare. L’iter approvativo del nuovo regolamento è arrivato alle battute finali e potrebbe essere approvato nelle prossime settimane. Si rivolgerà a tutte le “arti di strada”: musica, teatro, arti figurative, visuali, espressive, svolte individualmente o in gruppo, in spazi aperti al pubblico. Stiamo dunque parlando musicisti, giocolieri, performer, danzatori, burattinai e saltimbanchi, madonnari, scultori di palloncini, body artist e molto altro. Le esibizioni, ovviamente, non prevedono un corrispettivo, ma sarà consentita la raccolta di offerte libere da parte del pubblico. Sarà, infine, possibile esibirsi nel corso dell’intera giornata, con una pausa nell’orario di pranzo, fino al massimo alle ore 22 e la prenotazione degli spazi di esibizione verrà effettuata online, gratuitamente.

Ne parliamo con Giacomo Cona, il consigliere comunale coordinatore del gruppo di lavoro che si è occupato di realizzare questa riforma per Verona.

Consigliere Cona, come nasce questa iniziativa?

Giacomo Cona

«Era stata inserita nel programma dal nostro gruppo, quando non era ancora costituito in Traguardi, nella campagna elettorale del 2017, quasi sei anni fa. Alla fine di quell’anno, poi, depositammo una proposta di regolamento che venne però bocciata dalla maggioranza, per motivi politici. Ma già allora esisteva questo tema. Abbiamo quindi deciso di riprendere in mano il discorso per fare un’altra proposta, questa volta però insieme agli altri partiti della nostra coalizione (PD e Lista Damiano Tommasi Sindaco, ndr). L’obiettivo è quello di rendere l’arte di strada possibile anche a Verona. Attualmente c’è un regolarmente molto stringente relativo solo a pochissime categorie artistiche, come ad esempio quella dei mimi, in determinati posti della città. Non si può cantare e si possono usare solo determinati strumenti musicali. Insomma, davvero complicato. Abbiamo così pensato di redigere un nuovo regolamento, che desse da un lato le certezze amministrative di cui abbiamo bisogno, ponesse regole chiare per tutti, ma al tempo stesso desse maggiori possibilità di esibirsi a chi vuole farlo.»

Quali sono state le principali difficoltà nell’iter approvativo?

«Sono relative ai vari interessi in gioco, che bisogna giustamente prendere in considerazione. Quella del residente, del visitatore, del commerciante e, ovviamente, dell’artista stesso. Esigenze diverse e da sintetizzare, per una disciplina che possa andare bene a tutti o quasi. Certo, qualcosa bisogna limare da una parte o dall’altra c’è sempre, ma questo era inevitabile. Alla fine volevamo ottenere un regolamento che fosse semplice da interpretare e la prima difficoltà è stata proprio questa, perché ci siamo imbattuti in una disciplina più complessa del previsto.

La seconda difficoltà è stata quella di riuscire a spiegare bene il provvedimento alle varie forze in gioco. L’abbiamo già fatto e cercheremo di farlo ancora nei prossimi mesi, soprattutto agli artisti, spiegando loro come funzionerà, come sarà possibile prenotare lo spazio, quali i limiti e i divieti. Al contempo dovremo spiegare la novità anche ai residenti, ai commercianti e ai fruitori, a chi, cioè, vorrebbe semplicemente assistere a spettacoli di musica per le strade di Verona.»

A Palazzo Barbieri, invece, come sono andate le cose?  

«Il lavoro fatto politicamente, con una coalizione salda e coesa, e soprattutto con gli uffici del Comune – e mi riferisco alle direzioni cultura e ambiente, ai settori informatici, alla polizia locale – è risultato dal punto di vista della collaborazione molto fattivo. Individuare i problemi e sistemare il provvedimento, che magari inizialmente era stato scritto in un certo modo e poi è stato nel tempo modificato, ha comportato un lavoro lungo, di oltre quattro mesi e mezzo. Abbiamo iniziato a lavorarci in autunno e abbiamo depositato il regolamento a fine febbraio. Direi che nel complesso si è trattato di un’esperienza utile anche dal punto di vista del metodo di lavoro, che potrà essere replicato in futuro in altri ambiti. In particolare il coinvolgimento dei tecnici e l’ascolto di chi ha l’esperienza di dieci o vent’anni è risultato molto utile.»

Vi siete ispirati a qualche regolamento presente in altre città italiane o all’estero?

«Abbiamo fatto un lavoro di studio preliminare di tutti i principali regolamenti d’Italia sul tema “artisti di strada”. Quello di Milano in primis, il più dettagliato fra quelli che abbiamo studiato, ma ricordo anche i regolamenti di Brescia, Ravenna e Torino. Quest’ultima città ha creato, come d’altronde Milano, una piattaforma ad hoc per la prenotazione delle postazioni. Ci sono in generale filosofie diverse nell’approccio al tema. Esistono città, come ad esempio Bologna, che hanno una cultura pluridecennale in questo tipo di esibizioni e tutto sommato hanno bisogno di regole meno dettagliate di altre, perché è la realtà stessa che si organizza e si regola da sé. Chiaro che a Verona – che ovviamente non è ancora abituata a questo tipo di iniziative – è più importante mettere delle basi regolamentari chiare e facilmente applicabili.»

Come avete individuato i luoghi dove ci si potrà esibire?

Foto di madonnari all’opera di Victor Solanoy, CC BY 2.0

«Lo stanno facendo le circoscrizioni in questo periodo. Alle circoscrizioni è arrivata a fine febbraio la richiesta di fornire un parere sul regolamento fino ad ora stilato e contestualmente una lista di postazioni, nei loro rispettivi territori, dove si possono eseguire attività di questo tipo. Abbiamo chiesto, inoltre, di indicarci eventuali specificità del territorio. Discipline particolari, come ad esempio l’arte dei “madonnari”, in certe zone come il centro storico non si possono fare, a meno che l’artista non sia organizzato con degli appositi teli. La pittura su asfalto, al contrario, sarà possibile in altri luoghi della città. Stiamo comunque cercando di creare qualcosa di molto omogeneo fra le varie circoscrizioni. In questo periodo ci stanno arrivando alcuni elenchi, poi sarà la giunta con delibera ad hoc ad approvare il tutto.»

Alle circoscrizioni avete dato qualche indicazione in questo senso?

«Ci sono alcune limitazioni di carattere generico. Alcune cose sono state formalizzate, altre sono state date solo come indicazioni. In generale le esibizioni non possono contrastare con altre manifestazioni già organizzate dal Comune o ad alto afflusso di pedoni. Diciamo comunque che laddove le circoscrizioni individuino una postazione che non sia già occupata da altro, ad esempio per commercio ambulante o banchetti di raccolta firme, dopo le opportune verifiche della giunta è probabile che poi ci sia l’ok, anche perché l’occupazione di suolo pubblico per un artista di strada risulta sempre molto meno invasiva di un banchetto, che di solito sta li tutto il giorno. Un artista può esibirsi al massimo per un paio d’ore

È prevista la possibilità di amplificare elettricamente gli strumenti?

«Si, ma solo con amplificatori alimentati a batteria, sempre nell’ottica di ingombrare il meno possibile. Nel 99% dei casi l’artista che suona amplificato è dotato di amplificazione a batteria, quindi non dovrebbe essere un grosso impedimento. Ciò non toglie che in futuro non si possano introdurre delle modifiche a questo come ad altri aspetti. Se la cosa prende piede e registriamo una grande richiesta, il Comune può in caso individuare due o tre postazioni dove magari sarà possibile “attaccarsi” anche a qualche centralina elettrica.»

Chiunque potrà proporsi? C’è una sorta di selezione? Il rischio non è che si presenti anche l’artista che artista non è?

«È un rischio che ci hanno già paventato. Ma sarà la realtà stessa a smentire questo rischio. È probabile, certo, che all’inizio qualcuno si possa “improvvisare” artista o comunque non proponga uno spettacolo di qualità. Come però funziona nella stragrande maggioranza dei casi in Italia e nel mondo, alla lunga chi funziona rimane e chi non funziona prima o poi se ne va. Non abbiamo voluto introdurre all’interno del regolamento una parte di cosiddetta “selezione”, innanzitutto perché non abbiamo le necessarie competenze in Comune su questi temi e poi perché il tutto sarebbe diventato molto più complicato e laborioso a livello procedurale. Il che sarebbe andato contro la filosofia stessa del provvedimento, che invece vuole semplificare e favorire gli artisti. Sono convinto che, come per tutte le cose che stiamo facendo, ci sarà anche su questo tema bisogno di un periodo di rodaggio e sperimentazione. Il regolamento è d’altronde fatto apposta per poter introdurre in corsa anche modifiche migliorative. Se ci saranno in quest’ottica alcune cose da sistemare lo faremo.»

Quali saranno i prossimi passi?

«Una volta ottenute tutte le istanze delle circoscrizioni il provvedimento approderà alla Commissione Cultura e alla Commissione Commercio. Verranno limate le ultime cose, poi, se non ci saranno altri ostacoli, verrà votato. La peculiarità è che tutto è stato concepito in modo che sia completamente gratuito. Con l’attuale regolamento ci sono alcuni costi da affrontare da parte dell’artista: occorre inoltrare una domanda con marca da bollo da 16 euro e bisogna pagare l’occupazione di suolo pubblico. Con le novità introdotte, invece, sarà tutto gratuito e ci si potrà prenotare tramite una facile procedura online

Secondo lei cosa cambierà a Verona con questa novità?

«Le sensazioni che abbiamo ricevuto fino ad ora sono molto buone. A partire da chi richiede da tanti anni di potersi esibire. Stiamo parlando di musicisti che magari girano in Europa per suonare ma che non possono mai esibirsi nella loro città. Dall’altra parte c’è anche grande richiesta da parte di chi vorrebbe assistere a questo tipo di spettacoli. C’è un po’ di diffidenza, quello sì, da parte di alcuni residenti, che possiamo assolutamente comprendere, ma crediamo che queste diffidenze si dipaneranno quando il regolamento sarà applicato. La musica è il settore artistico più impattante e di fatto secondo noi renderà Verona più viva, colorata e attrattiva. E non varrà solo per il centro storico, ma anche e soprattutto per le zone della prima circoscrizione meno centrali, come San Zeno e Veronetta, o gli altri quartieri e borghi di Verona. Sarebbe bello riuscire a fare rivivere, anche attraverso questo nuovo regolamento, soprattutto quelle zone della nostra città.»

Il consigliere comunale di Verona Giacomo Cona.

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