Tra i documentari selezionati tra i maggiori festival internazionali, Robin Bank è la proposta di Mondovisioni, la rassegna cinematografica di Internazionale in corso a Verona fino al 20 febbraio, per il suo terzo lunedì di programmazione. Lunedì 30 gennaio alle 21 il documentario della regista spagnola Anna Giralt Gris indaga la storia e il progetto anticapitalistico di Enric Duran, attivista catalano latitante dal 2013.

«Sono Enric Duran, attivista. Da tempo mi sono reso conto che il mondo avrebbe affrontato diverse crisi, tra cui quella ecologica, quella delle disuguaglianze. Il sistema stesso era sbagliato e sembrava che la situazione potesse diventare davvero pericolosa. Così ho pensato di fare la mia parte per migliorare la società, per prepararci e trasformarci in vista di queste crisi in arrivo», dice la voce dell’attivista registrata dal suo avvocato in Robin Bank.

Il film verrà proiettato in lingua originale sottotitolata presso la Fucina Culturale Machiavelli di Via Madonna del Terraglio 10, e sarà seguito da un approfondimento di Giorgio Vincenzi, giornalista de Il Manifesto e di Heraldo, con l’intervento di Riccardo Milano, uno dei fondatori di Banca Etica e studioso di morale economica.

Il “Robin Hood delle banche”

Nel 2005 Enric Duran iniziò a chiedere e ottenere, tramite società fittizie e contratti di vario tipo, prestiti in 39 diverse banche spagnole per una cifra totale di 492 mila euro senza avere intenzione di restituirli. Il fine del sottrarre denaro «a coloro che più ci derubano», come definisce Duran le banche sul suo blog, è quello di usare il capitale ottenuto per creare un sistema alternativo al capitalismo, finanziando movimenti e iniziative sociali, mezzi di comunicazione alternativi, una TV autogestita, libri e giornali. Utilizzare i soldi delle banche, simbolo del potere liberista e capitalista, per finanziare pressoché il contrario di tutto ciò che significa il capitalismo: la decrescita.

«La decrescita è una corrente di pensiero per cui bisogna smettere di crescere, ovvero ridurre i consumi, cambiare il modello economico per consentire di produrre e consumare in maniera sostenibile, riorganizzarsi e promuovere ecologia e vicinanza», spiega Duran in un filmato di una manifestazione mostrato nel documentario.

Partecipe e attivo sin da molto giovane nelle maggiori e più note manifestazioni europee noglobal e anticapitalistiche, come quella contro il vertice dei Quindici a Nizza nel 2000 e nella drammatica manifestazione contro il G8 di Genova nel 2001, Enric Duran negli anni ha covato e sviluppato un radicalismo nel pensiero e nell’azione come unica risposta possibile alle politiche dirette al collasso economico e ad una maggiore disuguaglianza sociale.

Nel 2008 Duran finanzia con i fondi espropriati il giornale “Crisis” distribuito gratuitamente in 200mila copie, per dichiarare pubblicamente e autonomamente la propria azione sociale e i propri intenti. Nel 2013 non si presenta all’udienza del processo in cui le banche chiedevano 8 anni di detenzione per i crimini commessi. Da allora è latitante pur continuando ad essere attivo e presente nella missione anticapitalistica.

Enric Duran in un fotogramma di Robin Bank

Il documentario

Uscito nel 2022, il documentario di Anna Giralt Gris indaga attentamente la sottile linea rossa che separa ciò che è considerato illegale da ciò che può o meno essere considerato legittimo. Un campo semantico, quello del “legale”/”legittimo” e dei propri contrari, che mette in luce la complessità di un idealismo che non cede terreno alla realtà, in nome di una realtà possibile seppure – per lo stato dei fatti – difficilmente verosimile.

Affascinata dall’attività di Enric Duran e con l’idea di farne un documentario, Anna Giralt Gris ha cercato un modo per mettersi in contatto con l’attivista per approfondirne il progetto e il punto di vista, svelando così le possibilità e i limiti, le risorse e le criticità, le premesse e le implicazioni di un pensiero e di una scelta totali e irriducibili.  

Il documentario narra in prima persona l’itinerario della regista nel seguire e ricostruire le tracce di questa storia di capitalismo e di anticapitalismo, intervistando chi lo ha cresciuto, chi ha sostenuto le sue stesse cause, chi lo difende legalmente, fino ad arrivare a intervistare – non senza problemi di precauzione e di sicurezza – Enric Duran.

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