L’Associazione ViveVisioni, che da tempo ha messo in moto il progetto Ri-Ciak, allo scopo di acquistare il Ciak di Via XX Settembre, chiuso da più di 12 anni, e trasformarlo in un cinema di comunità che ospiti proiezioni, laboratori ed eventi culturali, ha fatto sapere di aver finalmente acquistato la sala.

Lo si legge in un comunicato stampa in cui l’associazione invita la cittadinanza a fare la propria parte per portare a termine questo ambizioso progetto. «Il 2 febbraio è stato firmato il preliminare per l’acquisizione dell’ex cinema CIAK da parte dell’Associazione ViveVisioni Impresa Sociale, al prezzo complessivo di euro duecentomila da corrispondere in sei anni», affermano i soci.

La sala è ora ribattezzata ufficialmente Ri-Ciak, «che sta per ri-generazione e ri-costruzione». «Non compriamo per noi: rileviamo un bene privato per renderlo fruibile alla comunità cittadina. Siamo e saremo di fatto delle facilitatrici/facilitatori ​del processo per far diventare il cinema Ri-Ciak un bene comune».

L’Associazione ViveVisioni si è costituita nell’ottobre 2018 e conta attualmente oltre trecento soci. Lo slancio iniziale era stato arrestato prima dal parziale rinnovo del direttivo, e poi ovviamente dalla pandemia. Di recente, l’associazione ha recuperato un contributo che la Regione Veneto le aveva riconosciuto prima del Covid, 50 mila euro destinati «alle prime spese per la rigenerazione del cinema».

«Si è quindi costruita una rete di opportunità, di desideri, di collaboratori e partner del progetto che continua a crescere», continua l’associazione. «Abbiamo riscontrato un rinnovato interesse da parte dell’Ateneo universitario veronese, con il quale abbiamo sottoscritto una convenzione permanente di scambi reciproci che rispondano anche alle esigenze di giovani studentesse e studenti».

L’associazione ha ricevuto il sostegno di partner istituzionali come la Camera di Commercio, l’Accademia delle Belle Arti, Mag Mutua e Servizi per l’Autogestione e dell’Università di Verona Dipartimento Culture e Civiltà. Altri legami stretti durante il lockdown includono Cisl, Cgil, Acli, Club Alpino Italiano, Anpi, Fevoss, Legambiente, Combonifem, Arci Passepartout, Fondo Aldo Borago, Banca Etica, Fim Cisl, First Cisl, Fai Cisl e Filca Cisl.

«A regime», continua il comunicato, «immaginiamo un Ri-Ciak aperto tutto il giorno per sette giorni alla settimana, supportato dal volontariato, ma anche da qualche nuovo posto di lavoro». La sala verrà resa disponibile alle istituzioni universitarie, alle associazioni degli studenti, ma anche noleggiata «per laboratori, seminari, incontri, stage, dibattiti e altre attività culturali». E naturalmente per le proiezioni di film non legati alla grande distribuzione, «seconde visioni, produzioni d’autore e indipendenti che non trovano spazio altrove, rassegne tematiche specifiche, cinema in lingua, oltre a quelle dedicate al puro divertimento e alla leggerezza».

Il cinema includerà in futuro anche un social-bar e, forse, «un’Accademia delle Arti Cinematografiche a respiro internazionale». «A breve», conclude l’associazione, «partiremo con la ristrutturazione delle due salette a piano terra che saranno la sede della Associazione che coordina il progetto, ma anche il luogo dove organizzeremo le prime iniziative culturali. Al più presto programmeremo eventi che chiameranno a raccolta tutte le cittadine e i cittadini per ripartire insieme e per sostenerci reciprocamente».

Ri-Ciak è presente su Facebook, Instagram e ha un sito ufficiale dove è possibile conoscere il progetto, fare una donazione o associarsi.