Questo fine settimana un manipolo di bimbi ha appeso alla Stella di piazza Bra, a Verona, le letterine di Santa Lucia, affidandole così i loro desideri. Il filo rosso delle letterine, iniziativa dell’educatrice Valentina Bertoli, dal 2018 aggiunge un po’ di magia alla già festosa cornice dei banchetti di piazza Bra.

Com’è nata l’usanza

Valentina Bertoli appende le letterine al filo rosso

Nata un po’ per caso, l’iniziativa si è trasformata negli anni da semplice gita in città, per l’occasione dei banchetti, ad appuntamento fisso per la raccolta fondi. Tutto è iniziato come un’uscita con i bambini del micronido, assieme alle mamme e nonne che facevano da tassiste. E mentre i genitori si godevano le bancarelle, i piccoli passeggiavano per la Bra immersi nell’atmosfera magica della festa. Ma prima di tornare a casa ecco che tutti insieme hanno deciso di appendere alla stella, che emerge come una cometa dall’anfiteatro romano, le loro letterine a Santa Lucia, con un filo rosso.

Fu così che le letterine lasciate appese vennero notate proprio dall’allora sindaco Federico Sboarina, che mandò subito qualcuno a controllare cosa fossero quelle lettere appese alla Stella della Bra.

Da un articolo di giornale sul misterioso ritrovamento si scoprì l’artefice del gesto. E da allora è diventata una tradizione. Dall’anno successivo, il 2019, alle letterine fu applicato un francobollo. Si è aggiunta così all’uscita dei bambini la finalità sociale con la raccolta fondi.

L’aggiunta dei francobolli

Il francobollo, infatti, viene scambiato nei negozi e nei banchetti a fronte di una piccola offerta. La prima autoproduzione vedeva l’effigie dei piccoli e dei lavoretti del nido ed è stato firmato dal sindaco.

L’anno successivo, sia le letterine che il francobollo hanno migliorato la veste grafica e la firma è stata apposta dal musicista e cantante della Al-B Band, Alberto Salaorni. L’incasso della raccolta viene devoluto ad associazioni impegnate nel sociale.

I francobolli pronti per la distribuzione

L’anno scorso ne hanno beneficiato le associazioni AMO Baldo Garda (Assistenza del malato oncologico in ospedale) e Africagoo (con il progetto cucire il futuro).

Abbiamo incontrato Valentina Bertoli negli spazi del suo micronido, tra mobiletti in legno, calzine colorate e lavoretti appesi. «Il lavoro di selezione viene curato con molta attenzione – dichiara per rassicurare circa la destinazione dei proventi -. La finalità delle associazioni beneficiarie deve aver a che fare con il sociale e la solidarietà. Visito personalmente e mi informo sulle associazioni in modo da capirne bene l’operato».

I frutti dei francobolli 2022 andranno alla rete di strutture per l’educazione della quale Valentina fa parte, per supportarle nei progetti un po’ più costosi, visti i pochi incassi nei due anni di Covid.

Dov’è arrivato il filo rosso

Con il passare degli anni, in primis per i bambini ma anche per le famiglie e i partecipanti, l’appuntamento in Bra diventa un momento atteso di condivisione. La diffusione mediatica in questi anni, la partecipazione del comune di Verona, dell’assessora Laura Damoli del comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, da una cui frazione proviene Bertoli, ne hanno pian piano ampliato la portata.

Santa Lucia, la santa cieca di origini siciliane, è una tradizione tipicamente veronese, alla stregua di San Nicola o della Befana in altre città. I bambini scrivono delle letterine dei desideri e nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre la Santa consegna doni e dolcetti ai bambini buoni o carbone a quelli che non si meritano premi.

Solitamente le famiglie preparano del latte con biscotti per la Santa e il suo accompagnatore, il Gastaldo, con un po’ di polenta o fieno per l’asinello.

Nei giorni immediatamente precedenti, nel centro di Verona, in Piazza Bra, arrivano bancarelle di dolciumi, giocattoli, piccolo artigianato ed accessori e riempiono di colori e profumi l’attesa della magica notte. Rimangono infatti fino al giorno di Santa Lucia. Un appuntamento imperdibile per i veronesi, perché la leggenda appartiene a tutte le generazioni.

Nessuno si sottrae al famoso piato de Santa Lùssia, né come preparatore né tantomeno come ricevente. Quest’usanza ha unito il cuore della Valpolicella e la città da un filo rosso, da tanti desideri e soprattutto da una tradizione di solidarietà che si sta consolidando. Chissà cosa arriverà l’anno prossimo, assieme ai piccoli e alle loro letterine.

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