Michele Bertucco, Consigliere comunale di minoranza, si presenta alle elezioni amministrative del 12 giugno a sostegno, con la sua lista “In Comune”, della candidatura a Sindaco di Damiano Tommasi.

Bertucco, finiscono anche per lei altri cinque anni di mandato da consigliere. Un bilancio di questa esperienza?

«Il bilancio è positivo pur da consigliere comunale di minoranza. Sono riuscito a far passare provvedimenti importanti per la città che sono stati votati da tutto il consiglio comunale. Troppo spesso però è mancato all’interno del consiglio comunale il confronto costruttivo per il bene di Verona e poi sono preoccupato per il livello sempre più basso degli amministratori.»

Quali sono gli obiettivi che si è posto in questi anni di opposizione e quali sono stati centrati?

«L’adesione del Comune di Verona ad Avviso Pubblico (l’associazione degli enti locali contro le mafie e la corruzione); la scoperta di polizze fideiussorie false che hanno bloccato pesanti interventi edilizi (le torri da 18 piani nell’area ex Cardi, il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) ai Tigli a Montorio); ver salvato l’area del Nassar nel parco dell’Adige da un devastante intervento edilizio e il bosco di Cava Speziala e aver riportato l’area a verde e servizi salvaguardandola dalla trasformazione in discarica. Non ultimo l’approvazione in extremis della delibera per la salvezza dell’alta Val Borago.»

E cosa non le è riuscito, invece?

«Non sono riuscito invece a vincere la battaglia sulla trasparenza nelle aziende partecipate. Sono 132 le aziende che fanno riferimento al Comune di Verona: sono troppe e vanno razionalizzate e soprattutto nelle nomine vanno premiate competenze e professionalità e non fedeltà di partito. Non sono riuscito a far approvare i Piani ambientali e di gestione del Parco delle Mura e dei Forti, del Parco dell’Adige e del Parco della Collina.»

Secondo lei quali sono le aree di più urgente intervento sulle quali dovrà operare la nuova amministrazione?

«Vanno rafforzate le politiche sociali per dare risposte concrete alle fasce di popolazione più deboli e bisogna intervenire per migliorare la qualità della vita nei quartieri della città. Mancano spesso i servizi, chiudono i negozi di vicinato, vengono chiusi gli uffici decentrati del comune, mancano i servizi dedicati alla salute e al sociale. Poi va affrontato il tema del lavoro, il comune di Verona può approvare un “patto per il lavoro” per la tutela dei lavoratori più fragili (precari, giovani, donne, …). Vanno modificati gli strumenti urbanistici (PAT e PI) per fermare il consumo di suolo e dotare tutti i quartieri degli standard urbanistici previsti dalla legge. Va approvato il PUMS e il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, Verona deve diventare una città accessibile a tutte e tutti. Verona deve dichiarare l’emergenza climatica e impegnarsi in prima fila in progetti verdi.»

Traforo, filobus, piste ciclabili: quali sono le soluzioni migliori, a suo parere, per risolvere l’annoso problema del traffico di Verona?

«Si deve partire come in tutte le città europee dallo spostamento di traffico privato verso il trasporto pubblico e la mobilità dolce (ciclabilità e pedonalizzazione). Ad oggi a Verona più del 60% delle persone si sposta utilizzando il mezzo privato anche per brevi tratti se non si modificano questi comportamenti qualsiasi intervento non potrà essere risolutivo. Verona è l’unica tra le città di medie dimensioni a non essere riuscita a realizzare un trasporto pubblico innovativo. Brescia ha realizzato la metropolitana, Padova è alla terza linea di metrotranvia e la stessa Venezia ha implementato il people mover.

Michele Bertucco

Il finanziamento ministeriale è disponibile dalla metà degli anni ’90 sono passati trent’anni e si rischia di perderlo. Il traforo? Mi sembra più un feticcio che una soluzione. Quello proposto da Tosi aldilà delle problematiche ambientali è stato considerato dagli istituti di credito interpellati “non bancabile” in quanto non era credibile il piano finanziario presentato. Di quello proposto da Sboarina il cosiddetto “Traforino intervallivo” abbiamo ad oggi solo un disegnino sulla carta. Mi sembra un po’ poco per ragionarci. Per quanto riguarda, invece, le piste ciclabili va approvato il PUMS con finalmente l’idea non di un elenco di piste, ma di una vera rete che metta in collegamento tutta la città di Verona. Piste che devono essere sicure e protette e non semplicemente tracciate sull’asfalto.»

Dal punto di vista culturale Verona in generale vive da sempre “di rendita”, soprattutto sui suoi grandi contenitori come l’Arena e il Teatro Romano, ma ci sono altri contenitori che meriterebbero un utilizzo che valorizzi le collezioni cittadine. Però non sempre i soldi per questo tipo di operazioni sono facili da trovare. Qui dovrebbe intervenire il privato, ma a Verona il coinvolgimento di questa parte di società non risulta mai facile. Ci sono però delle eccezioni come quella di Casa Museo Maffei. Qual è la sua opinione su questo?

«Il Comune di Verona vive di rendita da troppo tempo e non ha saputo valorizzare altre proposte. Penso alla mancata approvazione del piano di gestione e del piano ambientale del Parco delle Mura (Verona è Patrimonio mondiale dell’Umanità grazie alla cinta muraria), all’incapacità di realizzare il “Grande Castelvecchio” alla mancanza di una vera rete fra i musei cittadini e all’incapacità di accedere a finanziamenti europei.»

Il quartiere di Veronetta può essere la “sorpresa” per i prossimi anni. Stanno nascendo numerosi locali, l’università post-pandemia, sta ritrovando i propri studenti, ci sono progetti immobiliari e di parchi interessanti. Rimane però un quartiere non sempre di facile gestione per le istituzioni. Qual è la sua ricetta?

«Va favorita l’integrazione fra la città e l’Università ad oggi non avvenuta. Gli studenti, anche quelli fuori sede, si devono sentire parte di Verona. Troppo spesso vengono messi in luce solo i fatti negativi che interessano Veronetta, in realtà e un quartiere sempre più vivace e sempre più giovane e dove presenti interessanti iniziative culturali e sociali.»

Michele Bertucco - Consigliere Comunale - FONDAZIONE ARENA: Michele Bertucco  a Tutta la città ne parla | Facebook| By Michele Bertucco - Consigliere  Comunale

Le periferie sono state trascurate da tutte le passate amministrazioni e questo è un dato di fatto difficilmente contestabile, a parte qualche progetto nell’area della ZAI che sta trasformando quella zona di Verona. Al di là delle promesse elettorali che vengono fatte in questo periodo, concretamente, quali sono i principali bisogni delle varie Borgo Roma, Borgo Milano, Borgo Venezia-San Michele e via dicendo?

«Dare una identità a questi quartieri, favorire la socializzazione e l’integrazione fra le persone. Dare a questi quartieri aree pedonali e dotarle di servizi oggi mancanti. Tutti e tre poi sono interessati da un pesante inquinamento atmosferico e da un traffico insostenibile. Un’Amministrazione dovrebbe avere una visione di città, visione che è mancata al centrodestra che ha governato Verona negli ultimi 15 anni.»

Tommasi si presenta con un centro-sinistra compatto, credo per la prima volta nella storia di Verona. Quali sono le difficoltà e le opportunità di questo tipo di operazione?

«Io non vedo particolari difficoltà. Vedo, invece, molte opportunità. Abbiamo una visione di Verona del futuro più europea, più inclusiva, più attenta ai bisogni delle persone e più innovativa.»

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