Alla Galleria d’arte moderna Achille Forti venerdì 28 ottobre, con la partecipazione di un folto pubblico e alla presenza di Alberto Battaggia, presidente della commissione Cultura del Comune di Verona, Francesca Rossi, direttrice dei Musei civici, Patrizia Nuzzo, curatrice responsabile Collezione d’arte moderna e contemporanea, si è inaugurata l’esposizione Aqua.

L’edizione 2022 fa parte del format “Contemporaneo non stop – Il respiro della natura”, dedicata quest’anno all’acqua, intesa sia come luogo di vita, sorgiva e purificante, sia come elemento distruttivo e caotico.

L’esposizione vede il coinvolgimento degli artisti del comparto del contemporaneo della Gam Stefano Cagol, Daniele Girardi, Patrizia Maïmouna Guerresi, Maria Teresa Padovani, Jaume Plensa, assieme a due artisti rappresentati da altrettante gallerie veronesi: Giovanni Frangi, per la Galleria allo Scudoe Fabrizio Gazzari, seguito da Artericambi.

Giovanni Frangi, Moscovado I, II, III, il trittico realizzato per l’esposizione in corso alla Gam di Verona Contemporaneo-non stop – il respiro della natura – Aqua.

Un format che coinvolge anche le gallerie veronesi

Il format Contemporaneo-non stop, come sottolineato dalla curatrice Patrizia Nuzzo, prevede la valorizzazione delle opere della collezione con il coinvolgimento di due gallerie cittadine, diverse per ogni edizione, sostenuto da un circolo virtuoso di reciproci scambi di opere tra pubblico e privato durante il periodo dell’esposizione.  Il progetto prevede che a loro volta le gallerie private ospitino ciascuna un lavoro della collezione della Gam.

Particolare significato in questa edizione ha l’allestimento pensato per creare relazione tra opera-spazio-fruitore, affinché ciascun visitatore possa viverla in modo personale. 

Cinque artisti della Gam per riflettere sulla duplicità dell’acqua

L’esposizione Aqua inizia con il video Gezeitenkraft di Stefano Cagol, che riflettono il rapporto tra essere umano e ambiente e termina con l’installazione One tought fills immensity di Jaume Plensa, costituita da un piatto musicale sospeso su un catino metallico e una goccia d’acqua che ritmicamente cade sul piatto d’ottone, provocando un suono che si diffonde emozionalmente nello spazio.

Sul piatto musicale l’artista ha inciso una frase di William Blake The cut worm forgives the plow (il verme tagliato dimentica l’aratro) tratto da Proverbi infernali, il matrimonio del cielo e dell’inferno, a evidenziare l’aspetto duale vita-morte, concetto presente anche nelle altre opere in esposizione.

Durante il percorso, si incontrano i tre dipinti su tela di Frangi Moscovado I, II, III, appositamente realizzati per la mostra, il ciclo di sculture Teche W&W (Water & War) di Gazzarri, l’installazione site specific di Daniele Girardi Quaranta Ruggenti, composta da sei pagaie realizzate con vari materiali lignei.

Due le artiste: Guerresi e Padovani

Bambini acquatici (2001) dell’artista veronese Maria Teresa Padovani.

Due le artiste in mostra: Patrizia Maïmouna Guerresi con Il lago di sale, un dittico realizzato con le immagini scattate nel dipartimento di Rufisque, in Senegal, e la veronese Maria Teresa Padovani, scomparsa nel 2018, presente con Bambini acquatici, figure embrionali, realizzate con una gomma sottile, definiti dall’artista “nuclei infantili che nuotano dentro di noi, nella nostra pancia, sede acquatica del nostro inconscio”.

La mostra sarà aperta fino all’ottobre 2023 negli spazi della Gam in Cortile Mercato Vecchio 6 da martedì a domenica dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30), chiuso il lunedì. Aperture straordinarie nei giorni 29-30-31 Ottobre e 1 Novembre,

informazioni sul sito della Galleria d’arte moderna.