Prosegue fino 10 aprile 2024 presso Sala “Renato Birolli” di Verona la Rassegna Nazionale degli intarsiatori lignei italiani. Una mostra decisamente interessante, inusuale nel panorama non solo italiano, che ha l’ambizione di crescere sempre più, con il desiderio di salvaguardare il fascino di un’arte antica che, nel Rinascimento, ha avuto il suo massimo splendore.

Maestri di una forma d’arte poco conosciuta

L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Quinta Parete, è curato da Federico Martinelli e vede la collaborazione della 1^Circoscrizione di Verona – Centro Storico. «La mostra nasce dal desiderio di recuperare la sesta edizione, che si tenne presso la medesima Sala nel 2020 e che fu interrotta a causa dell’emergenza sanitaria» sottolinea Martinelli. «Nel frattempo, giunta alla nona edizione, la Rassegna ha allargato l’interesse espositivo anche ad artisti emergenti e allievi, incrementando il valore divulgativo che essa si prefigge e raggiungendo uno dei suoi scopi».

La mostra, infatti, dapprima dedicata solo ai Maestri intarsiatori, ospita oggi anche emergenti ed allievi che, nel corso degli anni, si sono avvicinati a quest’arte anche grazie alla conoscenza del progetto espositivo. Sono diciotto gli intarsiatori (Carlo Alfarano, Arturo Biasato, Alberto Bernardi, Marcello Buccolieri, Carletto Cantoni, Sereno Cordani, Bruno De Pellegrin, Nino Gambino, Lino Giussani, Francesco Lazzar, Giuseppe Mazo, Massimo Milli, Duilio Negroni, Carlo Nicoletti, Daniele Parasecolo, Fabio Tamburi, Aldo Tomelleri, Pino Valenti) che prendono parte al questa edizione, consolidando sempre più l’idea di far diventare questa fucina culturale ed espositiva un progetto continuativo con la necessità di consolidare quest’arte nella sua proiezione moderna e contemporanea. 

“San Giorgio visto da Ponte Pietra”, opera in mostra di Giuseppe Mazo

Una mostra che vuole altresì sdoganare l’accostamento di quest’arte al solo artigianato: le opere esposte sono pezzi unici dall’alto valore artistico. Prosegue, infatti, Martinelli: «Accanto alle forme e alle immagini più classiche – ricordiamo i celebri lavori di Fra’ Giovanni da Verona che hanno ispirato alcuni degli artisti presenti – nel corso dei secoli, e in particolare nel Novecento, si è assistito a un vero e proprio avvicinamento di quest’arte alla raffigurazione e alla rappresentazione iconografica delle Avanguardie. L’intarsio è anche questo: è racconto libero, energico, vitale! Troviamo, accanto a vedute classiche di solidi, paesaggi, soggetti sacri e nature morte, immagini e linee oblique, diagonali e ossimori prospettici. Troviamo, eccellente, il desiderio di raccontare tanto l’esperienza del passato quanto lo slancio del futuro.» 

Un profondo significato

L’edizione veronese si carica di un significato profondo essendo la città scaligera particolarmente legata alla tarsia per le straordinarie opere presso Santa Maria in Organo ma anche per il lavoro dei maestri intarsiatori della Pianura che hanno mantenuta viva la tecnica anche in anni recenti.

Dopo le esposizioni presso Castello di Desenzano, Palazzo Crepadona (Belluno), Enaip Factory (Cantù), Sala degli Alabardieri (Cremona), Palazzo della Gran Guardia (Padova), Sala delle Pietre (Todi), MuTa – Museo della Tarsia (Sorrento) e Torre Mirana (Trento), Verona diventa la città che accompagnerà la mostra alla sua decima edizione.

Un’altra delle opere esposte alla mostra: “Architettura urbana – Stazione ferroviaria”, di Carletto Cantoni. 70×50 cm, 2020

«Un grande traguardo», conclude Martinelli «non immaginavo che, dal primo progetto del 2016 potessi arrivare a presentare il progetto in così tanti e prestigiosi spazi. L’aggettivo “nazionale” l’avevo pensato in riferimento al coinvolgimento di artisti da ogni parte di Italia ma non necessariamente in riferimento all’estensione fisica del progetto a tutto lo stivale, come invece sta avvenendo.»

La necessità di dare un segnale ha mosso l’entusiasmo dei partecipanti che, riuniti in questa grande esposizione, intendono mostrare come l’arte dell’intarsio sia in grado di rinnovarsi sia nella tecnica che nella raffigurazione dei soggetti allo stesso modo di come accade in pittura, scultura, incisione e fotografia. Partner dell’evento, dalla prima edizione, è Tabu – colors of wood che, accanto agli organizzatori, con il sostegno al progetto, ne ha permesso la realizzazione. L’esposizione, a ingresso gratuito, è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e domenica dalle 10 alle 19. La domenica di Pasqua dalle 16 alle 19.

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