Il Verona è tornato alla sua vera identità, ma non significa che i problemi siano risolti. Bocchetti sa bene che l’organico non è quello a disposizione di Tudor e ha capito che deve recuperare tutti gli uomini possibili, si veda l’esempio di Magnani, da mesi ai margini e titolare alla prima.

Se con il Milan è arrivato il segnale della riscossa, con il Sassuolo l’Hellas deve cercare assolutamente di fare punti.

Bocchetti ha la tranquillità personale di un lungo contratto ma guardando alla situazione di classifica è chiaro che i buoni segnali e le buone prestazioni non possono bastare a questo punto del campionato. L’allenatore campano ha dalla sua l’entusiasmo del nuovo ruolo ed evidentemente gode della stima dello spogliatoio, molto più reattivo rispetto alla gestione precedente, ma questi entusiasmi in assenza di punti non durano molto.

Di nuovo, il vecchio Verona

Guardando il campo, la partita contro i campioni d’Italia ci ha aiutato a capire un po’ di più questo Hellas. Dietro siamo sempre i soliti, troppi gol subiti, soprattutto in contropiede quando il pressing alto comincia a pesare sulle gambe. Vale il discorso fatto a più riprese l’anno scorso, con un uno-contro-uno intenso e aggressivo a tutto campo, i tre dietro sono spesso lasciati a fronteggiare da soli l’avversario, e nessuno dei nostri è Van Dijk.

Se l’anno scorso però la forza del Verona era davanti, con i tre tenori da quaranta reti, oggi la squadra di Bocchetti ha le sue cartucce sulla mediana e sulla trequarti, con molte soluzioni diverse su tutta l’ampiezza del campo.

Tameze sembra recuperato mentalmente, Veloso da vero capitano si è caricato la squadra sulle spalle, Faraoni col Milan ha fatto una signora partita, Doig è atteso come un titolare fisso. E poi Lazovic spostato in avanti alla bisogna, Hrustic che contro il Milan ha fatto vedere cose interessanti prima di infortunarsi – rimarrà fuori almeno qualche settimana – e soprattutto Verdi.

Il trequartista ex Salernitana nelle ultime gare ha dimostrato di essere il valore aggiunto di questa squadra, l’unico con la combinazione di qualità e corsa necessaria per impensierire in maniera costante le difese di SerieA. Non sappiamo se mastichi il portoghese, ma con Veloso ha l’intesa di chi parla la stessa lingua, almeno coi piedi, e alcuni lampi si erano intravisti già con Cioffi. 

In attacco, ahimè, la situazione è ben più magra. Henry, Lasagna, Djuric, Piccoli… a loro non si può muovere una critica sul piano dell’impegno e sulla disponibilità, ma nessuno di questi fino ad ora ha dimostrato di poter essere una punta titolare di una squadra che deve salvarsi.

Henry ha cominciato bene, se non dal punto di vista del movimento almeno come fiuto sotto porta, ma ora che la sua vena realizzativa è venuta meno, sono emersi tutti i suoi punti deboli.

Lasagna è infortunato, Djuric si sbatte e sportella forte ma non credo abbia incocciato un solo pallone piovuto dalle sue parti in area di rigore. Infine Piccoli, dopo la prova incolore contro l’Atalanta, sta andando un po’ a corrente alternata, anche se è andato a tanto così dal gol-apoteosi contro il Milan sotto la sud, con la traversa a strozzare l’urlo in gola a lui e a tutto il Bentegodi. 

È evidente che il Verona debba imparare a servire questi attaccanti nel modo a loro più congeniale, magari cambiando qualcosa alle loro spalle, e anche su questo dovrà concentrarsi il lavoro di Sasà Bocchetti.

Rinnovi e spacconate

Tra i vari segnali incoraggianti, oltre a quelli giunti dal campo, ne sono arrivati alcuni da fuori. 

Il contratto quinquennale firmato da Bocchetti, soprattutto in relazione con il rinnovo a Margiotta – responsabile del settore giovanile – mostra fiducia a due professionisti che hanno lavorato fianco a fianco e ha il tono rassicurante della programmazione. C’è poi la dichiarazione di Adrien Tameze ai microfoni di Dazn: “ci salveremo al 100%” ha detto il francese. Magari andrei cauto con le percentuali, anche solo per evitare gesti apotropaici da parte dei tifosi gialloblù, ma se questo è l’umore dello spogliatoio e se il Verona si confermerà quello visto contro i rossoneri, quella di Tameze potrebbe non essere una sbruffonata.

A Sassuolo l’Hellas avrà la prima occasione di dimostrarlo.

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