GENTECHESOGNA è il titolo della personale dell’artista Marco Iacampo, in cui verrà esposta una selezione del suo ultimo materiale tra dipinti, disegni, sculture. Il vernissage si terrà ne Lo Speziale di Veronetta, in via XX Settembre 7 A, il 29 ottobre. Il centro delle opere è un uomo che sogna. E l’uomo che sogna è un uomo in uno dei suoi momenti più ricettivi, in cui ciò che lo abita può rivelarsi in pieno. “L’uomo può essere colto dal sogno dormendo nel letto, aspettando l’autobus, facendo l’amore o mentre passa durante la veglia tra le colonne del dubbio”.

Classe 1976, Iacampo è un cantautore e artista visivo, nativo della terraferma veneziana ma con padre molisano. Il suo cognome e nome d’arte infatti porta proprio a queste terre. La sua musica unisce la canzone italiana a sonorità e suggestioni da tutto il mondo, dal folk americano alla musica africana. I suoi ultimi tre dischi, Valetudo – Flores – Fructus, formano una trilogia sulla vita e sull’amore attraverso poetica e suono, melodie e ritmi di unici nel nostro panorama.

La sua produzione di arte visiva vede il suo apice proprio in questi ultimi anni in cui apre il suo atelier a Mestre dove porta avanti il suo progetto faccette (ig: faccette.art) e dove continua a sperimentare tecniche e linguaggi visivi.

Allo Speziale, dal 29 ottobre fino al 6 novembre, saranno protagoniste opere create appositamente dall’artista. Iacampo è anche conosciuto per le sue Faccette, creazioni grafiche che colpiscono molti con la loro apparente semplicità. Disegnando si è ritrovato, ha riallacciato i fili.

Iacampo è, di partenza, un cantautore, che ha una peculiarità: studia e approfondisce il linguaggio. E lo cambia. Parte quindi da prima, da quello che quasi tutti danno per scontato. Il risultato è sotto le orecchie di tutti.

Flores, capolavoro del 2015, è un perla che non smette di brillare, ammantata di echi world interpretati con maestria. E nobilitata da una voce, quella di Marco, che – forse proprio per la genesi che caratterizza ogni sua creazione – arriva dove deve. E porta acqua all’inaridimento che rinsecchisce la quotidianità. Da non perdere anche Valetudo, più minimale rispetto al successore e all’ultimo Fructus, del 2018. Sono passati quattro anni da allora ma chi scrive ha avuto la fortuna, andandolo a trovare nel suo negozietto di Mestre, di sentire in anteprima alcuni brani del nuovo lavoro. Ed è stata magia, ancora.

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