A Verona in occasione del primo turno, il 12 giugno, è stato in assoluto il candidato al Consiglio comunale che ha raccolto più preferenze. Federico Benini, del Partito Democratico di Verona, ha raccolto da solo quasi 1500 voti (1470, per la precisione), superando di poco Tommaso Ferrari (Traguardi) che si è “fermato” (si fa per dire) a soli 1410 voti. Tutte preferenze che, insieme alle altre hanno dato un contributo importante al risultato finale di 39,8% ottenuto dal candidato sindaco Damiano Tommasi al primo turno. Che domenica sfiderà il sindaco uscente Federico Sboarina al ballottaggio. Dopo il “faccia a faccia” andato in scena ieri sui canali del gruppo Athesys (L’Arena e Telearena) e gli ultimi appelli finali, da domani vigerà nuovamente il silenzio elettorale. Domenica la “parola” sarà nuovamente affidata ai cittadini.

Benini, innanzitutto ci racconti quali sono state le sue sensazioni dopo il suo risultato del primo turno…

«Beh, devo ammettere che immaginarle tutte insieme queste 1500 persone che hanno scritto il mio nome su una scheda, fa un certo effetto. Posso dire di conoscere tutte, visto che con ciascuna di loro – prima o dopo – ho avuto a che fare nel corso di questi anni da Consigliere comunale. Quindi da una parte ho una grande soddisfazione per il risultato raggiunto, ma dall’altra sento l’obbligo di non deludere nessuno in futuro e quindi sento anche un grande carico di responsabilità.»

Cos’ha determinato, secondo lei, questo suo successo personale?

«Nasce secondo da un lavoro svolto quotidianamente insieme al gruppo consigliare (formato da Elisa La Paglia e Stefano Vallani, ndr). Ogni settimana, per cinque anni, abbiamo proposto in Consiglio un tema diverso, da discutere con i colleghi. Poi ogni mese, da otto anni a questa parte, abbiamo inviato con regolarità una mailing list che aggiorna i cittadini sul punto della situazione nei singoli quartieri o nelle singole problematiche. Evidentemente è un lavoro che è stato apprezzato dai cittadini.»

Da sinistra a destra Vallani, La Paglia e Benini

Allargando il discorso a tutto il PD veronese ci sono stati tanti altri buoni risultati. Penso alle sue colleghe Elisa La Paglia (1.029 preferenze) e Alessia Rotta (1.009), ma non solo. In generale dopo la lista civica che fa capo direttamente a Tommasi il vostro è risultato il primo partito di Verona e questa è stata senz’altro una delle “notizie” più eclatanti che emerge dal primo turno, considerato che mai prima di oggi era capitata una cosa del genere in città. Cosa significa secondo lei?

«I tre consiglieri comunali uscenti hanno avuto tutti e tre un ottimo risultato e questo non era affatto scontato, anzi… non sempre è così. Significa che il gruppo ha lavorato bene, perché in questi anni abbiamo incalzato il Sindaco e gli assessori sulle varie questioni, fatto le nostre proposte e una piccola parte del successo odierno, lo posso dire, è merito dell’opposizione tutta e parlo anche di Michele Bertucco e Tommaso Ferrari, che non a caso sono stati tutti premiati dal voto.»

Sia sincero: quanto vi ha sorpreso il risultato del primo turno?

«Io ho sempre pensato che Damiano Tommasi sarebbe arrivato primo già il 12 giugno e l’ho sempre dichiarato, ma onestamente immaginavo con un 36-37% di voti. Il 40 è andato oltre ogni aspettativa e ci dà delle speranze molto consistenti in vista di domenica.»

In caso di vittoria domenica della vostra coalizione, quali saranno, secondo lei, i primi provvedimenti che la nuova amministrazione dovrà subito affrontare?

«Principalmente tre. Redigere un nuovo piano di riassetto del territorio. Rivedere il progetto del filobus, sia per le varie tratte sia per il progetto in senso stretto, perché c’è la possibilità di ridurre la bifilare ma è un provvedimento da fare con urgenza. Infine iniziare già da settembre un piano di razionalizzazione delle partecipate. Non ci possiamo più permettere questo spreco, con tutti questi consigli di amministrazione, che non hanno alcun senso. È un’offesa per i veronesi e per la città.»

E dal punto di vista culturale?

«Bisogna mettere a sistema tutte le realtà cittadine, per fare in modo che un turista che arriva a Verona possa avere di fronte un’offerta che gli permetta di valorizzare al massimo la sua permanenza in città. Allo stesso tempo occorre anche offrire una serie di servizi che a oggi ancora non ci sono. In questo senso occorre evidenziare come il nostro aeroporto debba sì essere un punto di partenza ma anche e soprattutto un punto di arrivo. Va recuperato e rilanciato.»

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