Fra le sorprese (almeno per i “non addetti ai lavori”) del voto di domenica scorsa a Verona c’è sicuramente anche il risultato di Traguardi, il movimento civico capitanato in Comune negli ultimi cinque anni da Tommaso Ferrari, che alle urne ha trovato il consenso di quasi 5.700 veronesi. Sugli scudi lo stesso Ferrari e Beatrice Verzé, la giovane vicepresidente del movimento: insieme hanno totalizzato oltre 2300 voti, dando un contributo importante al risultato finale. Ne parliamo con il presidente della lista civica Pietro Giovanni Trincanato.

Trincanato, innanzitutto qual è il suo stato d’animo, oggi?

«Sono assolutamente entusiasta, soprattutto per il risultato ottenuto da Damiano Tommasi. Il 40% era difficilmente preventivabile, ma è segnale molto forte di desiderio di discontinuità da parte della città. A questo si aggiunge il risultato di Traguardi, che per me ovviamente non rappresenta una sorpresa in senso assoluto. Essere riusciti a ottenere un piazzamento di questo tipo, che ci colloca sopra una lista civica come Verona Domani, che tutt’ora esprime il presidente del Consorzio Zai e di AGSM-AIM e che fa politica da molti anni, è per noi davvero straordinario. Inoltre vedere la Lega così da vicino nella classifica è per noi un altro segnale importante. Significa che il lavoro che abbiamo fatto in questi anni sul territorio ha dato i suoi frutti.»

Il rischio, però, ora non è quello del “troppo entusiasmo”?

«Il 40% è davvero una cifra pericolosa. L’abbiamo visto nella politica nazionale in almeno due casi (Trincanato si riferisce ai casi di Salvini e Renzi che, dopo aver portato i rispettivi partiti a straordinari risultati, hanno visto successivamente crollare il loro consenso, ndr). Quella è stata una lezione importante.

Pietro Giovanni Trincanato, presidente di Traguardi

Nel nostro caso è un risultato che ti fa sentire vicino all’obiettivo, ma poi quell’obiettivo va comunque ancora raggiunto. In realtà, però, l’approccio del nostro candidato è radicalmente opposto. Non c’è mai stato da parte sua un atteggiamento di “snobbistica serenità”. Chi ci attacca dice che Tommasi ha già fatto il pieno dei voti e che oltre non può andare. Ovviamente non sono affatto d’accordo. Credo, al contrario, che ci siano ampi margini di miglioramento. Da parte nostra abbiamo già iniziato a lavorare: siamo operativi per mettere in pratica la strategia che avevamo già ipotizzano in caso di arrivo al ballottaggio e vorremmo che la vittoria eventuale di Damiano Tommasi non sia frutto solo del 40% di elettori che torna a votare e dell’assenteismo degli altri, del centro-destra. Vogliamo al contrario scommettere soprattutto su chi è stanco e deluso dei cinque anni di amministrazione Sboarina e che magari al primo al turno proprio per questo ha deciso di votare Tosi. E che ora ha come unica alternativa Tommasi.»

Tosi ieri ha annunciato la sua entrata in Forza Italia. Cosa comporterà questa scelta?

«C’è una parte dell’elettorato tosiano che voterà ovviamente per Sboarina. Alcuni di loro torneranno a casa, essendo stati in passato elettori della Lega. I risultati del Carroccio veronese, peraltro, sono stati molto deludenti e molti dei loro soliti voti al primo turno sono finiti presumibilmente proprio a Tosi. A livello veronese la Lega ha dimostrato un grave fallimento, ma è indiscutibile che una parte di quell’elettorato tornerà a votare per Sboarina e per loro non sarà una forzatura, anzi. Ma gli elettori non sono tutti uguali. Esiste una parte dell’elettorato tosiano, probabilmente maggioritario, che ha votato a sostegno dell’ex sindaco per le sue liste civiche e in questo Damiano Tommasi è totalmente in linea.

Da sinistra a destra Ferrari, Cona (segretario di Traguardi), Verzé e Trincanato

Anche perché, ricordiamolo, stiamo votando il sindaco della città e non dei mandatari di partiti nazionali che decidono da Roma le sorti di Verona. Infine c’è tutta una parte di elettorato di centro, che ha votato per Tosi proprio perché negli ultimi anni l’ex sceriffo si era spostato più al centro e che oggi non voterebbe mai per Sboarina, per tutta una serie di motivi: penso a certi discorsi sui diritti civili, ai rapporti con l’estrema destra, al tema legato al Congresso Mondiale delle Famiglie e ai rapporti con le fasce più o meno oscure rappresentate dai fiancheggiatori della Russia di Putin. Penso anche e soprattutto al metodo di governo della città e a una certa trasparenza di gestione delle aziende municipalizzate. Io credo che questa parte di elettorato sia intercettabile da una proposta civica come quella di Damiano Tommasi. L’unico argomento portato avanti da Sboarina in questi giorni è che Tommasi è un burattino delle sinistre, ma in questo caso cascano male.»

Anche perché lui ha dimostrato fin da subito, anche con gli incontri privati e non pubblici con i leader nazionali venuti a Verona per sostenerlo, che ci tiene molto alla sua indipendenza…

«Il caso di Damiano non è solo forma, ma è anche sostanza. Non è solo non volersi mostrare ma anche la necessità di essere autonomo. Chiunque ha avuto a che fare con lui sa che è uomo libero e, appunto, autonomo. A maggior ragione dopo il risultato storico della sua lista civica. Un risultato che rafforza alla base il suo atteggiamento.»

In ogni caso, comunque vada, queste elezioni hanno dato un segnale importantissimo alla città. Anche in caso di riconferma da parte di Sboarina, ci sta una presa di coscienza sul fatto che qualcosa deve cambiare…

«Penso che sia saggio ragionare nello scenario avverso. E in quel caso ci troveremo con una amministrazione che al primo turno è stata bocciata dal 70% degli elettori e che, fra le altre cose, si ritrova una compagine di Rete molto forte nelle Circoscrizioni (dove la coalizione a sostegno di Tommasi ha vinto in sei casi su otto, ndr). Se ne dovrà inevitabilmente tenere conto. Per Traguardi, poi, questo risultato rappresenta in ogni caso un nuovo inizio. Non siamo nati – come successo in molti altri casi in passato – come civica effimera a ridosso delle elezioni, che poi esaurito il suo “scopo” sparisce. L’obiettivo per noi è radicarci ancora di più nei territori, diventare una presenza politica forte e proporre sempre di più un modo diverso di pianificare la città, con una proposta forte e coerente.»

Avete avuto l’indiscusso merito di riportare tanti giovani vicino alla politica. E questo dimostra anche che i giovani non si sono allontanati perché disinteressati, ma perché in molti casi non si sentono rappresentati. Con voi è stato diverso…

«I numeri di Traguardi lo dimostrano. Con una civica del sindaco comunque molto forte, una lista come la nostra che va per la prima volta alle elezioni e ottiene questi risultati, beh, c’è da esserne davvero contenti. Poi c’è un dato: il nostro elettorato non è stato “drenato” da altre forze. È un elettorato in larga parte nuovo. È molto generazionale, sì, ma non solo. Abbiamo preso anche voti di gente diciamo più “matura”, che magari negli ultimi tempi si era disaffezionata al voto e con noi è tornata a credere in una politica costruttiva.»

Damiano Tommasi con Pietro Trincanato

Tommasi oggi ha iniziato a fare le sue “passeggiate” di quartiere. Cambierà qualcosa nel suo modo di comunicare in questi giorni o proseguirà con lo stile, fin qui adottato?

«Il suo approccio non è stato, come certa destra continua a ripetere, quello di non apparire ma quello di voler parlare in maniera diversa di temi che in città non venivano mai affrontati, senza la bava alla bocca di certa politica. Un segnale chiaro di quale potrà essere anche il suo modo di fare politica. A Verona evidentemente piace un candidato sindaco che non sbraita, che non parla delle colpe degli altri, che guarda avanti e non indietro. A fianco a questo, visto il risultato, auspico anche che si affiancheranno tutti quei veronesi e che avranno voglia di aiutarlo e sostenerlo per dire a tutta la città che vogliono continuare a vedere questa novità.»

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