Nei mesi scorsi ci siamo più volte occupati della Val dei Mulini, posta nel territorio comunale di Costermano del Garda, riportando le posizioni critiche di cittadini e di alcuni rappresentanti delle associazioni che si oppongono ai progetti fortemente voluti dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Passarini.


Sindaco Passarini lei è al centro di una dura contrapposizione relativa al progetto di trasformazione di val dei Mulini. Sessantacinque associazioni pochi mesi fa hanno presentato una petizione contraria a tutta questa trasformazione. Ci spiega la sua idea su Val dei Mulini?

«Non la chiamerei trasformazione ma riqualificazione. Da mille anni la Valle è stata la “zona industriale” di Garda e Costermano sul Garda. Questa valle era una zona di cave di ghiaia ed anche del famoso gesso utilizzato dai pittori francesi per realizzare le proprie opere. Successivamente è diventata una zona di macina. Gli abitanti, infatti, e tra questi anche i miei nonni, scendevano da Marciaga e Costermano sul Garda lungo dei sentieri per portare grano e olive alle macine. Nel dopoguerra si è trasformata in una zona di pastorizia (pecore e mucche) e poi negli anni tra i ’60 e gli ’80 del secolo scorso si è quasi completamente spopolata passando dai circa ottanta abitanti ai dodici attuali. Purtroppo gli edifici sono stati abbandonati ed il territorio è ridiventato un bosco. Dove negli anni ’60-’70 c’erano prati, ora ci sono boschi. Questo non vuol dire che era meglio allora ma solo che la Valle dei Mulini era diversa. Noi vorremmo far sì che la Val dei Mulini torni ad essere vissuta da tutti, cosa che ora non è possibile. Il Comune sta portando avanti il riacquisto di molti dei tracciati, le vecchie mulattiere, proprietà dei privati, per restituirli all’utilizzo di tutti i cittadini, siano essi di Mantova, Verona oppure di Costermano sul Garda. Il sentiero che da Marciaga porta in Val dei Mulini non era transitabile in quanto privato. Si tratta di un bellissimo percorso che mio nonno percorreva col musso.

Stefano Passarini – dal profilo Facebook del Sindaco di Costermano del Garda

Grazie al Comune, che tre anni fa lo ha acquistato, ora è usufruibile da tutti. Stiamo inoltre procedendo nell’acquisto di alcuni fabbricati, quali il Mulino Zanetti, attualmente in stato di degrado totale (quattro sassi) ed un altro che stiamo trattando. Li vogliamo recuperare come testimonianza storica, per far capire a tutti il motivo per cui si chiama Val dei Mulini. Vorremmo recuperare un mulino per trasformarlo in un “mulino didattico” mentre il secondo vorremmo trasformarlo in un museo dell’acqua, con adiacente una piccola struttura ricettiva i cui proventi permetteranno di realizzare una piccola economia da utilizzare per fronteggiare i costi delle manutenzioni. Le fragilità della Val dei Mulini sono in modo particolare la messa in sicurezza delle zone franose, delle strade e dei sentieri che la attraversano. Le strade che oggi percorriamo sono tutte dei privati. La strada che da Garda percorre la Val dei Mulini è tutta del Genio Civile e anche la strada che scende da Costermano sul Garda per la valle, è dei privati. Il Comune, fino a quando l’Amministrazione non si è messa a comprarle, non poteva spendere nemmeno un euro per la manutenzione. Quindi c’era il rischio elevato che la valle potesse implodere. Caso ne è la frana, avvenuta il 30 dicembre 2020 ma ad oggi ancora lì perché il Genio Civile non ha la capacità economica di sistemare nemmeno la strada e quindi chissà quanti anni passeranno prima che venga messa in funzione. Il sogno dell’Amministrazione è quello di riuscire ad avere la capacità economica di realizzare la manutenzione del fiume, attualmente invaso da arbusti e rovi spinosi. Questo lo vorremmo fare non attraverso le tasse pagate dai cittadini ma grazie alle entrate straordinarie legate ai progetti relativi alla valle stessa.»

Le associazioni si lamentano del fatto che con la scusa della messa in sicurezza e valorizzazione della valle ci sia il rischio di cementificare un po’ troppo. Si parla della passerella, del ponte che dovrebbe attraversare la valle e mettere in collegamento i due versanti di Marciaga e Costermano, c’è tutta la parte relativa ai parcheggi e quella al famoso glamping. Cosa risponde a queste obiezioni.

«L’amministrazione comunale guidata dal sottoscritto non ha mai dato il permesso di costruire, in Val dei Mulini, nemmeno un metro cubo in più oltre all’esistente. Non è mai avvenuto con la mia amministrazione, che guido da otto anni, né con l’amministrazione precedente guidata da Fiorenzo Lorenzini, nella quale io ero assessore. Negli ultimi diciotto anni, mai un metro cubo. Veniamo alla passerella. In effetti si tratta di un ponte ciclopedonale che nona non è cubatura e non ha una struttura. Solo dall’altra parte, verso Costermano ci sarà un edificio adibito a servizi per permettere a chi arriva di fare la pipì, servirà una cabina per l’elettricità, ma anche questo non fa cubatura. Per arrivare agli obbiettivi prefissi siamo impegnati su molti fronti: da una parte seguiamo moltissimo i bandi europei e quelli legati al Pnrr. In questo momento è in scadenza il Bando dei Borghi, inserito all’interno del Pnrr, con cui si andranno a finanziare 250 borghi, in Italia, il cui recupero abbia la sostenibilità economica. Da un’altra parte, per quello che ci possiamo permettere, stiamo procedendo all’acquisizione di terreni e fabbricati attraverso una perequazione urbanistica. In sostanza tu mi cedi terreni e fabbricati ed io ti do la possibilità di costruire in aree del territorio comunale dove questo è già previsto. Questa operazione, vista da un altro punto di vista, è da medaglia d’oro…. perché invece di “vendere” quella cubatura a privati, magari esterni al comune,viene concessa a residenti che danno in cambio aree fragili che vogliamo recuperare, tutelare e valorizzare. Tutto questo avviene all’insegna della sostenibilità nell’acquisto perché il comune senza “cacciare una lira” si ritrova proprietario di duecentomila metri quadri di aree verdi ed edifici comunali nella Val dei Mulini, che prima non possedeva.

Contemporaneamente risolviamo i problemi di accesso alla valle da parte degli attuali dodici abitanti e ridoniamo ai cittadini delle aree che oggi sono recintate. Per questa estate abbiamo pure in mente di realizzare un progetto che coinvolga i ragazzi dai 16 ai 18 anni e con loro, ad esempio, fare un campo estivo che permetta di pulire le aree che stiamo acquisendo per poi aprirle al pubblico. Val dei Mulini è una scommessa mia personale e della mia amministrazione. Sono sicuro che alla fine di tutta l’operazione, le polemiche si ridurranno a zero perché la gente si renderà sempre più conto della bontà di quanto stiamo facendo. Poi ci deve essere una sostenibilità pure nella manutenzione perché se io acquisto e recupero questi territori e questi edifici a costo zero per il Comune, e poi queste non rendono economicamente, saremo costretti a spendere soldi delle tasse dei cittadini, magari sottraendoli ad alcuni servizi importanti. Quindi deve esserci sostenibilità anche nelle manutenzioni. Per fare questo devono esserci delle entrate. Queste arriveranno dal parcheggio a pagamento che realizzeremo nella zona adiacente l’abitato di Marciaga, a 800 metri dalla Valle dei Mulini. Il nostro obiettivo è togliere le auto dalla Val dei Mulini e permettere l’ingresso a piedi o in bicicletta. Una persona arriva, parcheggia, paga il biglietto, come si fa normalmente in Trentino, vedi Arte Sella ed altri luoghi, si gode una giornata in Val dei Mulini, tra passeggiate, Museo dell’Acqua, lo spazio dedicato alle mostre artistiche. Poi, se vuole, può fermarsi a dormire nel piccolo glamping comunale che andremo a realizzare. Con questi soldini abbiamo calcolato di riuscire ad assumere stagionalmente almeno sette, otto persone per fare le manutenzioni di tutte le aree verdi. Quindi sostenibilità. Per questo servono attività economiche a gestione comunale. Se invece qualcuno mi spiega come si potrebbe fare, in altro modo, sono pronto ad accogliere suggerimenti.»

Uno dei punti importanti dello scontro mi pare che sia la realtà della frana, i versanti franosi e l’impatto della passerella/ponte ciclo pedonale di collegamento tra la sponda di Marciaga e quella di Costermano sul Garda. Lei prima diceva che avrebbe costruito questo ponte solo dopo un’analisi geologica corretta.

«Il fronte di frana è su un terreno privato, come il novantanove virgola nove per cento della Val dei Mulini. La frana poi ha interessato una strada del Genio Civile. Quindi il comune, da questa partita, è fuori. Spetta a privato, Regione e Genio Civile trovare la capacità economica per sistemare quel versante. A spanne non basterà un milione, un milione e mezzo di euro per sistemare tutto. In questo momento non è facile per nessuno dei soggetti interessati trovare questa capacità economica. Se il versante interessato dalla frana fosse stato del Comune ci sarebbe stata un’altra assunzione di responsabilità. In quel caso il Comune avrebbe avuto la possibilità di attingere ai bandi della Regione Veneto, a quelli europei o percorrere altre strade per cercare una soluzione positiva. Ho guardato gli articoli di giornale relativi alla frana sulla Rocca del Garda e ho constatato che ci sono voluti nove anni prima che la regione mettesse a disposizione i soldi per la realizzazione del ripristino e messa in sicurezza di quella frana. Io non posso permettere che la Val dei Mulini venga riaperta tra nove anni e per fare questo devo trovare delle soluzioni economicamente diverse e più sollecite.

Per quanto riguarda Ponte Ciclopedonale: tutte questi tipi di collegamenti vengono realizzate in aree ambientali particolari, Sic, Patrimonio Unesco, Mab Unesco e così via. Come tutte i progetti anche questo deve superare la valutazione di due ambiti: quello urbanistico e quello edilizio. La verifica urbanistica viene eseguita dalla VAS, dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Verona. Qui non ci sono problemi poiché tutte queste tre realtà hanno dato il loro benestare. Per quanto riguarda la parte edilizia la progettazione di un’opera dev’essere accompagnata dalla verifica sismica, geologica, statica e tutto quello che gli va dietro. Io non sono geologo oppure ingegnere, faccio il sindaco e di mestiere mi occupo di altro. Nel momento in cui il proponente, in questo caso il Comune, decide di procedere con un’opera dovrà farlo, corredandola di tutti gli studi preparatori previsti dalla legge. Se tutti questi studi preparatori sono favorevoli ovviamente si procederà. Però in questo momento stiamo solo ragionando.»

Veniamo alla questione della biodiversità. Molti dicono che le vostre analisi più che sul territorio sono analisi bibliografiche risalenti a qualche anno fa. Ci vorrebbe, dicono, un’analisi attuale, più approfondita e dettagliata. Inoltre… questa valle è davvero così importante sul piano della biodiversità?

«Chi sta dalla mia parte ama l’ordine, la chiarezza e la correttezza. Dall’altra parte si continua a lanciar sassi ma nel momento in cui si vanno a fornire delle risposte, sparisce tutto. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio, prima mettere in piedi tutto questo can can mediatico, avessero bussato alla mia porta ed ed avessero detto “noi abbiamo questi dubbi…cosa avete fatto e perché siete arrivati a queste conclusioni?”. Invece si è passati all’azione politica, mossa dalla minoranza di Costermano sul Garda, la lista De Beni Sindaco per una contrapposizione politica. Io ho sempre visto associazioni composte da volontari che si confrontano con l’amministrazione, verificano, accompagnano o suggeriscono all’amministrazione….una contrapposizione così mi lascia sinceramente un po’ perplesso. Avrei illustrato a queste associazioni, la minoranza di Costermano sul Garda lo sa, perché ha partecipato ai consigli comunali, che siamo l’unico comune in Veneto sui 573 comuni, ad aver istituito dal 2016, nella variante al PAT( Piano di Attuazione Territoriale) un Parco di Interesse Locale su un terzo dell’area di Costermano. Sicuramente queste associazioni sanno cosa vuol dire perché nel 2018, dopo due anni di studi, abbiamo mappato tutto il territorio di Costermano relativo al Parco, andando ad analizzare, ogni cento metri per cento metri, tutto quello che c’era di floreale, boschivo, insetti ed animali.

Gli studi di tutto questo sono depositati in comune. Quindi nel 2018 con la Regione Veneto, con l’Area Parchi e gli uffici della Biodiversità, che sono i maggiori enti di tutela e verifica della biodiversità, abbiamo costituito l’Area Parco del Comune di Costermano sul Garda in e abbiamo approvato il Piano Ambientale di tutta la nostra area. A me spiace molto questa contrapposizione con le associazioni, che, mal informate dalla minoranza, hanno fatto quasi una brutta figura. Sbaglia chi asserisce che vogliamo aumentare le cubature di costruito nella valle e pure chi afferma che non esiste un piano ambientale , visto che siamo l’unico comune veneto che volontariamente l’ha realizzato ed è tutto depositato. I cittadini di Costermano sul Garda, che sono l’unico interesse di Stefano Passarini, queste cose le conoscono, perché io comunico costantemente utilizzando tutti i mezzi disponibili, quello che fa l’Amministrazione. I cittadini di Costermano sul Garda conoscono perfettamente il percorso realizzato, conoscono la Val dei Mulini e i suoi problemi, l’esatto contrario di ciò che le associazioni paventano. Se anche c’è stato, secondo me, un passo sbagliato iniziale delle associazioni, io sono ancora aperto all’ascolto ed alla ripresa del dialogo. Dico di più. Ho fatto colloqui con alcune associazioni che non conoscevo e facevano parte delle sessantacinque firmatarie della petizione a tutela della Valle e devo dire che alcune non sapevano nemmeno dove fosse la Val dei Mulini. Due associazioni mi hanno scritto chiedendomi un incontro. Ci siamo visti e sono stato molto felice di incontrarli. Si trattava di due associazioni non veronesi a cui erano state mostrate immagini dei cantieri di Costermano sul Garda che nulla hanno a vedere con Val dei Mulini.»

A questo punto quali saranno i prossimi passi?

«L’amministrazione intende procedere con il percorso già avviato. Io sono sempre disponibile ad accogliere suggerimenti. Mi sento di affermare che in Val dei Mulini, finché ci sarò io, non ci sarà alcun incremento di costruito e che la nostra volontà è quella di recuperare quelle testimonianze storiche, culturali e naturalistiche che altrimenti andrebbero perse.»

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