Storie tese. Un po’ come la canzone di Elio & C., in cui il protagonista temporeggiava “bevendo spuma”, non sapendo bene cosa fare in quella “dannata festa delle medie”. Pure la Lega, parecchio intesita dal non saper che fare in vista del voto di primavera a Verona, temporeggia, senza spuma, ma lanciando sondaggi che mirano a indebolire Sboarina e Tosi e a rafforzare la sua tesi del “terzo candidato”. Opzione di gioco, quest’ultima, valida un po’ come buttare la palla in tribuna, dal momento che né il sindaco né il predecessore hanno intenzione di rinunciare alla loro candidatura e, parimenti, è improbabile che a quel punto il Carroccio vada a ingolfare ancora di più il campo già balcanizzato del centrodestra.

Insomma, la Lega si è incartata: deve scegliere (Sboarina o Tosi, o la testimonianza) ma non sa cosa scegliere, perché effettivamente non può scegliere. Riconnettersi a Sboarina vorrebbe dire condannarsi all’irrilevanza, il candidato di bandiera sarebbe un mezzo harakiri, mentre resterebbe complicato spiegare alla propria base (non tanto all’elettorato) il ritorno  con Tosi, sebbene sul piano squisitamente politico sia la scelta più logica, dacché l’ex sindaco dai veronesi è ancora considerato sostanzialmente un leghista (lo confermano i flussi elettorali).  

E così il Carroccio se le inventa tutte pur di parlar d’altro, si tratti di un inesistente terzo candidato o, ancora, di quel meraviglioso romanzo fantasy che sono le primarie di centrodestra. Artifici retorici, buoni per celare l’inazione. 

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