Pochi punti ma continuità di prestazioni

Sei punti in nove partite, è vero, non sono un gran biglietto da visita. In realtà, senza dover neppure spulciare tra i numeri, come dice un antico adagio bisogna cercare di guardare la luna e non il dito. La Virtus Verona i punti li ha ottenuti attraverso sei pareggi. Se non basta per cantar vittoria, è un dato che comunque certifica un’accettabile continuità di risultati, almeno rispetto alle dirette concorrenti. Varrà poco sul piano numerico e semmai alimenta i rimpianti, ma è anche da valorizzare la qualità delle prestazioni rispetto alle avversarie affrontate, al di là dei punteggi. Tranne nella gara iniziale di stagione contro Südtirol, i rossoblù non sono mai apparsi inferiori, anzi, inclusi due match terminati male a Renate e a Busto Arsizio. Il dato semmai che stona è che in cinque occasioni Danti e compagni sono stati in vantaggio, addirittura doppio in due casi. È mancata la zampata vincente oppure sul piano psicologico qualcosa non ha funzionato? Non esistono evidenze scientifiche per poterlo affermare ma la sensazione è che sia più la seconda ipotesi. La giovane età di alcuni dei protagonisti in campo può avere innescato alcune concessioni sul piano della compattezza. Nell’ambito di un fisiologico percorso di maturità ci può stare.

Mercato top

L’esperienza conta quanto la qualità. Se il recupero di Pellacani è fondamentale in difesa, l’inserimento in organico di due pezzi da novanta come Hallfredsson e Nalini porterà indubbi benefici. Vederli in campo entrambi nel finale di gara contro la Giana è stata la perfetta fotografia di quanto potranno essere pragmaticamente utili alla causa, anche nel fornire equilibrio e brillantezza. Dietro, in mezzo e in attacco: ogni reparto ne potrà beneficiare. Tramitei i nuovi arrivi, aggiunti al supporto di elementi di indubbio valore (come Pittarello, anche ieri sugli scudi e Lonardi, tra i tanti ragazzi in ascesa) la crescita del gruppo è propedeutica ad innescare quella scintilla – leggasi prima vittoria – che oltre al morale serve come il pane per recuperare posizioni di classifica

Keep calm and carry on

Il noto slogan, pubblicato su un poster motivazionale prodotto dal governo britannico nel 1939 in preparazione alla II guerra mondiale, è la traccia da seguire. All’epoca usato pochissimo e diventato celebre solo in epoca recente, era la quintessenza dell’eredità culturale vittoriana. Comunque sia, se per approfondire il qui fuoritema storico semmai ci vedremo al bar del Gavagnin domenica prossima, il significato più profondo dello slogan è perfetto per l’attualità dei rossoblù. Ultimi in classifica in compagnia della Pro Sesto, innanzitutto non devono demoralizzarsi. Hanno dimostrato sul campo di avere valori e potenzialità importanti. Si tratta a questo punto di innescare la marcia alta, senza nel frattempo farsi prendere dall’ansia. Stare calmi e continuare a lavorare è la prima regola per vincere questa “guerra” sportiva in una complicata quanto equilibrata stagione di Serie C.

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