Niente. Ancora niente. Il Verona perde la terza partita di fila in casa, stavolta 3-1 contro il Monza. Nell’anticipo della quinta giornata, però, si è finalmente vista una squadra che batte, difende, attacca e mura. Sarà stato l’ingresso di Francesco Sani, che fa 18 punti, e dal secondo set comincia a far vedere quello che sa fare (che pipe, sul 13-9 nel terzo set!); sarà l’iraniano Amin, 18 punti, e grandissimo anche a muro; sarà stato Grozdanov, che segna 12 punti: sarà stato questo, e molto altro, insieme: ma il sestetto del Verona dà l’impressione, finalmente, di lavorare insieme, di sapersi sostenere – e infatti vanno molto meglio anche le coperture e le difese – e di essere un collettivo.

Quello che sembra mancare ancora, invece, è la capacità di tener duro, forse più ancora di testa che di tecnica e di gioco. È come se, arrivati a un certo punto, gli atleti smettessero di pensare che sì, il successo è alla portata. Difficile spiegare in un altro modo il break di sei punti che il Monza infligge alla squadra di casa, da 16-10 a 16-16 nel terzo set, sul punteggio di un set pari (a Monza il primo, a Verona il secondo).

Nel primo set, Verona resiste, più o meno, fino al dodicesimo punto. Poi – per carità – ci sono un paio di grandissimi muri, una bella veloce di Cortesia; ma il muro monzese fa fuori un attacco di Amin, la ricezione traballa e saltano le coperture.

Nel secondo set, Sani fa punti su punti, e ogni sua prodezza viene salutata dalle note di Born in the USA di Bruce Springsteen. In questo parziale l’impresa di agguantare la vittoria al terzo match casalingo sembra a portata di mano. Verona rimane sempre avanti, anche se alcune palle contestate creano qualche brivido.

Nel terzo set, la squadra di Stoychev comanda fino al 16-10, anche grazie ai grandi muri di Grozdanov e Sani. Poi, è il buio. Il break di sei punti a favore degli ospiti si deve alla battuta di Maar; e fa la differenza, eccome. Ma il Verona ci mette anche del suo, e non riesce proprio a prendere le misure, non ci crede più.

Rimane sorpreso dalla prima botta del canadese, e poi fa confusione in difesa, si fa murare (Amin), patisce di nuovo la battuta, e infine lascia passare l’attacco di Galassi. Il 18-17 arriva su un altro attacco di Sani, subito dopo l’ingresso in campo di Mozic. Poi, nient’altro, eccezion fatta per il muro che porta al Verona il ventiduesimo punto, l’ultimo che riuscirà a segnare in questa frazione.

Il quarto set va vinto, dunque. E invece no, niente ancora. Si combatte punto su punto, però, con qualche confusione sotto rete. Molto bella la pipe di Mozic per il 10-10. Sul diciottesimo punto, che arriva grazie a una veloce di Grozdanov (grande partita, la sua), il Verona si ferma. Il ventiduesimo punto degli ospiti arriva grazie all’arbitro, che non fischia un quarto tocco perché non vede una palla che rimane nel campo degli ospiti, e di qui al 20-25 passano solo pochi minuti. Nel Monza, grande la prestazione di Takahashi.

L’appuntamento con la vittoria salta ancora una volta. Se ne riparla, forse, domenica a Catania, reduce dal successo contro il Cisterna.

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